Steam Work, mostra-evebno di Gian Luca Gentili
Ad un anno preciso dalla sua prima personale nella capitale, Gian Luca Gentili, dissacrante artista romano, che non ama essere incasellato, torna a stupire la sua città con una mostra-evento senza precedenti che coinvolge diversi espressioni artistiche: pittura, musica, moda.
Come nel mondo "punk", nelle opere esposte, l'artista si esprime liberamente, veicolando il messaggio artistico su qualsiasi supporto o mezzo, dalle tele più pregiate, a vecchie tavole piene di chiodi arrugginiti, da semplici fogli di carta, al tessuto di una t-shirt, utilizzando anche il web come medium di comunicazione.
Gentili, nato e cresciuto a Roma, città in cui lavora da oltre vent'anni soprattutto come interior designer - è responsabile del restyling della maggior parte dei locali del centro storico dell'Urbe - propone, dal 10 al 28 giugno 2014, nello spazio-eventi dello Studio De Masi (inaugurazione martedì 10 giugno, ore 19.00) quanto prodotto, nel suo atelier di Pietralata, dopo l'ultima sua mostra Guerreros y diablos: novanta lavori concepiti, tra il 2013 e il 2014, nell'ambito della nuova serie Steam work - da qui il titolo della mostra a cura di Stefania Valente, accompagnata anche da un testo critico di Caterina Tomeo - che, con il suo inconfondibile stile, ironico e provocatorio, rifiuta la mediocrità del mondo borghese, volgendo lo sguardo al passato, a quel mondo sparito, colto e raffinato tipico dell'Europa della fine dell'Ottocento.
Descrive evanescenti atmosfere decadenti con uno linguaggio di rottura che, rifiutando il concetto di evoluzione storica dell'arte, dà vita a forme espressive originali, a volte paradossali, che nascono dalla commistione "irrazionale" di stilemi passati e presenti, dalle Avanguardie del Novecento, all'Espressionismo astratto, dall'arte "pop", alla più recente Street art, prendendo spunto anche dal fumetto, della grafica e del cinema. Elementi caratterizzanti di questi dipinti sono gli oggetti simbolo della cultura decadente come ingranaggi meccanici, cappelli a cilindro, bombette, orologi a cipolla, oltre ad altri dettagli tipici del suo stile (fiori e i teschi già usati nei lavori precedenti).
La copiosa produzione artistica viene presentata all'interno di un allestimento che riproduce il caotico disordine di uno studio d'arte: sparsi qua e là presenta 24 dipinti su diversi supporti e 70 disegni su carta (e poi ancora una serie di T shirt e altri oggetti) che evocano un mondo anacronistico, fantastico, affine per certi versi alla Londra vittoriana descritta dagli scrittori Steampunk nei loro romanzi, in cui si muovono misteriosi personaggi: gentiluomini in frak con la bombette sulla testa che portano sempre con sé l'orologio a cipolla, donne-vampiro che sembrano uscite dai romanzi di Mary Shelley.
L'intento dell'artista è quello di riportare in auge quel "periodo di transizione" - così lo definì Baudelaire l'epoca a cavallo tra l'Otto e il Novecento - in cui apparve il cosiddetto "dandismo": quel mondo elegante e raffinato che, con ironico distacco dalla realtà, rifiutava la banalità quotidiana, ma anche il progresso nel suo insieme; lo stesso rifiuto che Gentilii manifesta verso il suo presente, e tutto ciò che caratterizza l'epoca post industriale in cui vive, dalla tecnologia informatica, all'iperconsumismo, un mondo che, come allora, sta "transitando" verso una nuova era non ancora ben definita.