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Letterature 2013, Lettere dalla Terra: storia di un aranceto recuperato nella valle dei templi di Agrigento

Domani 11 giugno apre la rassegna letteraria, Lettere 2013 dal titolo "I had a dream... storie di sogni diventati realtà". Protagonista del primo appuntamento, la terra. Tra gli ospiti Vinicio Capossela

E' la terra la grande protagonista dell'incontro di apertura di Letterature 2013, I had a dream... Storie di sogni diventati realtà. Cosa c'è di più radicato nell'essere umano del suo personalissimo rapporto con la terra? Un'apertura simbolica, dato che quest'anno è proprio dalla terra che il Festival intende partire. Dall'esperienza, dal contatto, dalla realtà, attraverso e non al di là della letteratura.

I PROTAGONISTI - Alla conferenza stampa per presentare il primo evento firmato Letterature che avrà luogo domani 11 giugno, l'ideatrice e direttrice artistica del progetto, Maria Ida Gaeta, direttrice della Casa delle Letterature di Roma. Accanto a lei, gli autori Ferdinando Scianna ed Edward St Aubyn. Presente anche Giuseppe Lapilato, paesaggista e ambientalista, la prima voce di quest'edizione del Festival, il primo racconto di vita non letta ma vissuta nella storia della manifestazione. Assente invece Vinicio Capossela, sarà lui a chiudere la serata di domani, che si terrà presso la Basilica di Massenzio (Clivo di Venere Felice) alle 21.

SCIANNA: LO SCRITTORE FOTOGRAFO - Il primo intervento è stato del fotografo Ferdinando Scianna, passato negli anni dalla fotografia alla scrittura giornalistica alla prosa letteraria. Il suo libro Ti mangio con gli occhi "meticcia" immagini e prosa legati alla terra sicula e al cibo. Durante la serata Scianna leggerà un suo inedito, Dalla terra dei limoni, un racconto del legame del fotografo-scrittore con la propria terra di origine, accompagnato dalla proiezione di immagini. “Io vengo da una terra molto terrosa, molto terronea e molto terrona”, ha esordito Scianna. Da un albero di limoni al giro del mondo, macchina fotografica alla mano: “Perché il racconto inizia quando si prende atto che non si ritornerà, dalla lacerazione dell'andar via”. Un intervento iniziato all'insegna della battuta e terminato invece all'insegna della frattura, della ferita, dell'assenza che porta lo scrittore a impugnare la penna e a colmare quel vuoto con la parola.

COME VIVE IL "FOTOGRAFO SCIANNA" IL TITOLO DI "SCRITTORE"? - “Chi mi conosce sa che il mio rapporto con la parola è patologico: mi chiedono sempre di smettere di parlare”. Scianna fa però un'interessante distinzione tra parola orale e parola scritta. Per la prima, parla di rapporto “fluviale”; della seconda dice: “E' importante e problematica, l'ho sempre accostata soffrendo complessi di inferiorità”. Tuttavia, conclude: “Mi sentivo scrittore anche quando facevo il fotografo. Ho sempre avuto una visione narrativa della fotografia: le fotografie contengono parole”.

L'ESPERIENZA: L'ARANCETO DI LOPILATO - C'è stato poi l'intervento di Lopilato. La grevità e la solennità inconfondibile dell'accento siciliano ad accompagnare l'accorato appello alla cura del patrimonio e della terra sicula. Il recupero dell'aranceto nella Valle dei Templi (a cura del FAI) è il primo dei dieci racconti di sogni realizzati che Letterature porterà sul suo palcoscenico. Lopilato ci racconta come la sua esperienza sia partita come “contrasto all'abusivismo” e si sia poi trasformata il “proposta di cura e salvaguardia”. Un cambio di prospettiva e un nuovo modo fattivo di mettersi in gioco: “Parliamo di Agrigento. Qui ci sono i templi! Possibile che l'unica cosa di cui si discuta sia il futuro delle case abusive?”.

L'OUTSIDER BRITANNICO: ST AUBYN - L'ultimo ospite che ha preso la parola è stato Edward St Aubyn, autore della saga in quattro racconti I Melrose. Britannico di origine e britannico nell'aspetto, lo sguardo vago e trasognato, quasi distaccato. Il testo che presenterà nella serata di domani 11 giugno sarà un inedito quinto racconto. Non sarà la terra d'origine il fulcro della sua lettura, bensì la terra d'affezione: “E questo rende non solo compatibile, ma giusta la presenza dell'autore”, commenta Maria Ida Gaeta. Un legame con la terra di Provenza “Intenso e quasi patologico”, quello del suo protagonista, rivelato in un momento cruciale e drammatico: quello del distacco, in cui l'uomo sente di stare perdendo la propria terra e, insieme a lei, la propria testa.

RIVELAZIONI D'AUTORE - L'autore ci rivela una “chicca” impercettibile dalla lettura, una tecnica narrativa sottesa al romanzo e alla storia. La sua scrittura si focalizza su focus brevissimi, della lunghezza di una giornata. Il tempo che intercorre tra una giornata e l'altra non è mai scritto: resta implicito, deducibile, ma assente. Ciò che lo differenzia dall'autore che pure lo ha ispirato, il Proust della Recherche, che invece sviluppava la sua narrativa su grandi estensioni temporali.

LA GRECIA DI CAPOSSELA - Vinicio Capossela è stato invece introdotto dalla direttrice della manifestazione, Maria Ida Gaeta. Per la serata di apertura del Festival leggerà alcune note inedite dal taccuino del suo viaggio in Grecia, pubblicato con il titolo Tefteri (appunto: taccuini). Un viaggio nella Grecia nell'era della crisi, nel cuore della sua terra, delle sue tradizioni. Con lui gli Evì Evàn, ad accompagnare la lettura con la musica tipicamente ellenica, il rebetiko.

UNA "SINGOLAR TENZONE" - Al termine della conferenza stampa, una “singolar tenzone” tra i due scrittori presenti in aula sul “luogo poetico”. St Aubyn ha sostenuto che ogni luogo può essere d'ispirazione, purché visitato dall'esperienza. Scianna si è dichiarato “sorpreso” dal commento del collega sostenendo invece che “non tutti i posti vanno bene”, specificando: “Solo se si ha un villaggio della memoria si può fare un viaggio cosmopolita”. Due asserzioni che non si elidono necessariamente. Sfumature squisitamente letterarie che la serata dell'11 giugno senz'altro ci permetterà di approfondire.

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