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Eventi Viale dello Scalo San Lorenzo, 10

Da FatBoy Slim a Richie Hawtin: c'è il Just Music Festival

Dal 20 giugno al 9 luglio Roma sarà un grande palcoscenico di musica e cultura contemporanea: dj set, concerti e performance con i più importanti artisti a livello mondiale

Rag’N’Bone Man, FatBoy Slim, Nicolas Jaar, Paul Kalkbrenner, Richie Hawtin e Damian Lazarus, Roots In The City: Sizzla & The Firehouse Band, Lee Scratch Perry & Mad Professor, Nattali Rize, Promise No Promises: sono questi gli artisti in arrivo quest'estate all'Ex Dogana di Roma per il Just Music Festival,  l'evento che trasformerà, anche quest'anno, la Capitale in un grande palcoscenico di musica e cultura contemporanea. Tra le location anche il MAXXI e Spazio 900 dove sono attesi Solomun e Carl Cox.

Dal 20 Giugno al 9 Luglio 2017 il Just Music Festival farà dunque tappa nella Capitale con DJ set, concerti, performance con i più importanti artisti a livello mondiale che attraversano stili, generi e nazioni, per esplorare nuovi contesti e nuovi pubblici. 

Tra gli appuntamenti del JMF in via dello Scalo San Lorenzo 10 ci sarà dunque l'avanguardia di Nicholas Jaar (21 giugno), artista newyorkese ma di origine cilena, famoso in tutto il mondo per la sua elettronica in bilico tra suggestioni techno, r’n’b, jazz e world, fino al nuovo soul-blues ibrido del britannico Rag’n’Bone Man (20 giugno), cantautore cresciuto nell’underground inglese, arrivato quest'anno al successo planetario grazie alla famosissima hit Human.

Dal poliedrico e carismatico Paul Kalkbrenner (24 giugno), padre indiscusso di quel suono e quell’estetica che portano la firma Berlino-anni-2000, all’intramontabile Fatboy Slim (9 luglio), artista dal talento inarrivabile nel mischiare generi e registri, che con le sue produzioni ha segnato una pagina intera di storia dell’elettronica e del pop. 

Fino ad alcune stelle indiscusse del djing mondiale come il canadese Richie Hawtin (7 luglio), custode incontrastato della techno minimale di prima generazione e artista che da sempre riesce a spostare il confine tra dj set e performance live. Ma, soprattutto, quest’anno è la volta di una grande novità al Just Music Festival: una giornata interamente dedicata ad una delle culture musicali contemporanee più importanti e influenti al mondo.

“Roots In The City” (2 luglio) è un festival nel festival, un nuovo format dedicato ai suoni reggae, dub e dancehall. Il 2 luglio, in un’unica lunga maratona musicale, si esibiranno sullo stesso palco alcuni dei più importanti interpreti legati alla tradizione “roots” e alla musica popolare giamaicana, in tutte le sue varianti e interpretazioni.

Primo tra tutti Sizzla, tra i massimi esponenti di quel reggae nato negli anni 90 che ha ritrovato nella radice rastafariana l’orizzonte del contemporaneo e che ha saputo uscire dai confini giamaicani per conquistare il mondo, accompagnato in questa occasione dalla titanica Firehouse Band.

O i leggendari Lee “Scratch” Perry e Mad Professor, due vecchi maestri che, per una notte, si ritroveranno a Roma di nuovo insieme sul palco per ridare vita ad un capitolo intero della storia del reggae e della dub music; ma ci saranno anche interpreti affermati della nuova generazione, provenienti da paesi satellite rispetto al suono giamaicano, come il guyanese Promise No Promises, o l’astro nascente australiano Nattali Rize, con il suo reggae impegnato contaminato dai linguaggi del nuovo hip-hop. Ad essi si aggiungeranno guest, sound system e crew di Roma, per mettere in connessione l’olimpo del reggae con le migliori esperienze locali.

"Il Just Music Festival è infatti prima di tutto - spiegano gli organizzatori del JMF all'Ex Dogana -  il tentativo di creare uno “spazio nuovo” nella città di Roma, in cui diversi generi e diverse tradizioni contemporanee si incontrino. Un festival per un pubblico non più di nicchia, ma misto, trasversale e multietnico: appassionati di elettronica e pop, devoti del roots reggae, fan della techno, amanti dell’house music, adepti del nuovo movimento dancehall e fedeli dell’hip hop, tutti insieme sotto uno stesso tetto, non più divisi da barriere di genere e contesto, che in definitiva sono anche barriere culturali e sociali. La musica è anche l’occasione per indagare altri linguaggi: ad accompagnare il festival, alcuni singolari incroci con le arti visive, per gettare ponti tra la musica contemporanea e le più importanti esperienze artistiche internazionali". 
 

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