Francesco Camattini presenta "Solo vero sentire" all'Altroquando
Francesco Camattini in concerto
presenta il suo nuovo album
Solo vero sentire
(distr. Egea Novembre 2015)
Roma, giovedì 28 gennaio, Altroquando
Via del Governo Vecchio 80, ingresso libero, inizio 21.00
Francesco Camattini, chitarra e voce
Alessandro Sgobbio, piano
Più lenti, invece che “più veloci”, più dolcemente invece che “più rumorosamente”. Solo vero sentire è un disco che va consumato in modalità “slow”, per entrare nel nostro salotto immaginario in punta di piedi, per restare, sostare con noi e portarci con delicatezza altrove.
Con questo sesto album, Francesco Camattini desidera renderci partecipi dell’ascolto e non solo spettatori di una scena che si svolge “lontano”, sussurra al nostro orecchio sempre qualcosa che ci riguarda per primi, dipinge una scena che parla da “noi e del nostro tempo”, quella scena che fa la poesia, ed è la poesia il motore principale dell’ispirazione di Solo vero sentire dove la maggior parte delle canzoni sono state ispirate dalle parole di grandi artisti come N. Hikmet, D. Walcott, M. Cvetaeva e I. Andri?.
“Minuscoli frammenti si sono moltiplicati, come per gemmazione disordinata, e sono divenuti immagini, creature autonome, che hanno dato vita ad altrettante canzoni”, racconta Camattini.
La canzone Io vivo sull’acqua (arrangiata dal pianoforte e quartetto d’archi dal giovane jazzista e pianista Alessandro Sgobbio) ne è un esempio. In una delle poesie contenute nella raccolta “Mappa del Nuovo Mondo” il poeta creolo Derek Walcott scrive: “Certe cose non le scegliamo noi, ma siamo quello che abbiamo fatto”.
“L’idea che noi uomini siamo ciò che facciamo” - prosegue Camattini – “e non ciò che diciamo o pensiamo e il nostro segno lasciato in vita è, in fondo, un solco concreto di cose fatte, mi ha colpito, e ha ispirato questa canzone. Sono le cose che abbiamo fatto che decidono chi siamo”.
Desiderosi di non disertare questo nostro secolo e il tempo in cui viviamo, anche se pieno di inganni e immondizia, ma con piena fiducia in quello che sarà se anche noi daremo il nostro contributo.
Echeggia anche la voce dello slavo Ivo Andri?, dalla sua raccolta “Ex Ponto”, che ha ispirato il brano Nulla si crea e niente si distrugge per il cui titolo Camattini s’appella al postulato fondamentale di Lavoisier, legge fondamentale della fisica classica e aggiunge: ”Quella che descrive Andri? è una Terra in continua espansione, collegata da forze misteriose che ci attraversano e ci fanno “crescere, espandere, contrarre e morire …sono forze spirituali, di cambiamento e rivoluzione. Questo acutissimo poeta ci rivela una terra sofferente e preconizza, in qualche modo, il cambiamento climatico attuale e la depredazione delle risorse attuata dalla spregiudicatezza dell’uomo, ma al di là di quello che suona come un monito per l’umanità - ci tiene a sottolineare il musicista - Andri? fa risplendere su tutti noi una forza benevola e muta: Il sole… e la speranza che il sole splenda sempre per qualcuno, per me, per tutti, è un pensiero molto consolante”.
RiTango, di cui è disponibile in rete anche il videoclip (https://www.youtube.com/watch?v=0VPtp-c4yXs) è sostenuta dall’incalzare della chitarra classica di Matteo Mela e una fulminea e ironica citazione di una vecchia e nota canzone che rimanda a tempi di vecchie balere e atmosfere felliniane.
Nello stesso solco, ma senza ironia e con grande gusto per la ri-attualizzazione della tradizione, Camattini omaggia in modo struggente una canzone delle tradizione popolare La pastora: “Me la cantava sempre mio padre quando ero piccolo. Nonostante le parole semplici, la canzone ha una grande potenza narrativa e riesce a condensare in modo fulmineo e commovente la storia di una pastorella e del suo piccolo agnellino…”.
L’autore sembra ricercare una voce “autentica” rispetto a temi, come per esempio quello dell’amore, che rischiano di essere logorati da retoriche ormai vuote e lontane. Sembra che affermi la volontà di non voler cantare “facendo il verso ad altri” e in questa sua ricerca ci rende conto del perché questo nuovo lavoro s’intitola “Solo vero sentire”: “Ho sempre cantato alla ricerca di una mia voce autentica che non risulti “fasulla ed esteriore” ai miei ascoltatori: vorrei dare un minuscolo e sincero contributo alla lettura del nostro tempo, del mio essere nella contemporaneità con gioia e fatica. Anche la musica e gli arrangiamenti risentono di questa scelta, così non abbiamo suonato “come avremmo dovuto” ma come “abbiamo sentito giusto”, cercando una strada, a tratti anche impervia, affinché anche la musica suonasse sincera”.