Eur Ciak si gira!
Eur Ciak si gira!
Sabato 19 marzo 2016
Nell'immaginario collettivo il quartiere dell'EUR è probabilmente l'esempio più eclatante di architettura razionalistica romana nonché la massima espressione di quella potenza che il Fascismo intendeva esaltare.
In realtà la storia dell'E42 - come fu ufficialmente denominato in origine il quartiere che sarebbe dovuto sorgere nel 1942 per ospitare l'Esposizione Universale in funzione celebrativa della marcia su Roma - di razionalista ha molto poco. Quando scoppia la seconda guerra mondiale i lavori, in quella vasta area circondata dalla campagna, sono appena iniziati e non saranno mai più completati proprio a causa del conflitto. Nei pochi edifici ultimati andranno a risiedere, durante l'occupazione di Roma, ufficiali e soldati nazisti che a guerra terminata lasceranno poi il posto alle truppe alleate. In seguito il quartiere ospiterà gli sfrattati del centro storico.
Alla fine degli anni quaranta le strutture dell'E42 sono già in gran parte fatiscenti, tanto che in molti ne propongono l'abbattimento. Sarà Alcide de Gasperi nel 1951 a trasformare l'E42, che negli anni sessanta assumerà ufficialmente il nome di E.U.R. (Esposizione Universale Roma) e poi quello attuale - seppure pochissimo conosciuto e ancor meno utilizzato dai romani - di Quartiere Europa. Da quel momento in poi l'impegno sarà quello di portare a compimento l'antico progetto, restaurando ciò che è possibile restaurare e abbattendo le strutture troppo degradate o giudicate inutili. Questa colossale opera di riconversione cerca di rispondere a diverse esigenze: attenuare il carattere "di regime" dell'EUR, renderlo più organico al resto della città e infine dar vita, almeno in certa misura, a un luogo di sperimentazione architettonico-urbanistica. È in quest'ottica che nascono per esempio il Palazzo dell'ENI e il Palazzetto dello Sport progettato da Vitellozzi e Nervi.
Un ruolo non trascurabile assumono nel quartiere il paesaggio urbano e l'estensione delle aree verdi: l'EUR rappresenta uno dei più estesi polmoni verdi della città. Non a caso a completare la sua realizzazione intervenne Raffaele de Vico, illustre paesaggista voluto a tutti i costi dal direttore del progetto originario dell'E42, quel Marcello Piacentini che fu signore incontrastato dell'architettura fascista e massimo ideologo del monumentalismo.
Quelle architetture vuote, di un bianco abbacinante nel mezzo del nulla, hanno ispirato e continuano a ispirare moltissimi artisti, primo fra tutti Giorgio De Chirico con le sue straordinarie pitture metafisiche. Ma anche molti registi, italiani e non, scelgono l'EUR come scenografia ideale per i loro film. Non c'è quasi palazzo o angolo del quartiere che, dal dopoguerra in poi, non sia stato utilizzato dal cinema italiano e internazionale. Ricordiamo, tra i tanti, Roma Città Aperta di Roberto Rossellini, alcune scene di Bellissima di Luchino Visconti, La Decima Vittima di Elio Petri, Boccaccio '70 di Federico Fellini, Titus di Jule Taymor e, da ultimo, La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino. E naturalmente anche il mondo della pubblicità ha sfruttato e continua a sfruttare questo scenario così peculiare, che funge da sfondo a filmati che reclamizzano i prodotti più diversi.
Proprio su questa vocazione di set cinematografico si concentrerà la nostra passeggiata, mettendone in evidenza la storia e andando alla scoperta di alcuni suoi aspetti architettonici e decorativi meno noti.