Dreams, Alchemy and Puzzles
La collettiva dei tre artisti, Gian Paolo Berto, Maurizio Pochesci e Pino Reggiani, non è casuale. Certamente rimane un enigma, ma è chiaro che secondo un principio alchemico, ormai sempre più relegato alla dimensione dei sogni, qualcosa li ha portati qui. Non è un caso che abbiano intitolato la loro mostra a queste tre dimensioni. Non si tratta solo della luce che viaggia attraverso le loro opere, che forse è l'unico modo di raccontare, rappresentare le immagini dei sogni, le sfumature dell'alchimia, le ombre degli enigmi (i soggetti delle opere per intenderci); ma di vissuto quotidiano, quello che appunto li ha portati fin qui, non per allineare le tele e trovare uno spazio espositivo dopo decine d'anni di pittura e di mostre, fatte e organizzate. Piuttosto per rendere concreto il processo onirico e poi alchemico, che non può essere però rivelato, se non avvertito in mezzo alla luce, ai colori, alle immagini. Un'operazione complessa, quella di portare a termine il processo, soprattutto in un'epoca come la nostra dove qualcuno cerca di convincere molti che tutto è stato già fatto, già visto, già digerito. Si sbagliano. Anzi, il nostro tempo è straordinario, splendido come solo il dominio dell'uomo può essere, pieno di bellezza, di passione, di colori. Tuttavia, per sua natura è una continua evoluzione di contraddizioni e contrasti.