"Ricci, limoni e caffettiere", le ricette fatte in casa per sopravvivere al carcere
"Dove vorremmo che arrivasse questo libro? Vorremmo che passasse di mano in mano, che arrivasse dappertutto, a tutte le donne, dentro e fuori dal carcere, perché è bello, c'è di tutto, c'è da imparare tante cose per la salute, per il corpo, per la mente".
Il 20 marzo verrà presentato a Roma, alla Libreria Giufà, il libro nato nella casa circondariale di Rebibbia Femminile, dove le donne raccontano il carcere oltre il carcere. Femminilità e detenzione, come continuare a sentirsi tali in un'istituzione nata per rinchiudere uomini.
Il libro è il frutto dei laboratori tenuti in collaborazione con l'Associazione Liscìa, sui temi della bellezza, salute, cura, arredamento, espedienti e poesie. Un modo per raccontarsi attraverso il corpo che il carcere rinchiude, una prospettiva sulla detenzione da un occhio interno, da una voce altrimenti silente. All'interno del volume il percorso è accompagnato da un reportage fotografico che riprende i momenti significativi del progetto.
Ne parleremo con:
Cristina Gasperin, facilitatrice di gioco e curatrice del libro per l'Associazione Liscìa;
Silvia Giacomini, operatrice sociale e curatrice del libro per la Cooperativa Pid,
Cecilia Cardito e Nicola Villa, casa editrice Asino Edizioni.
Inaugurazione della mostra fotografica, dal titolo omonimo. Foto dal carcere femminile, come le donne tornano a guardarsi e conoscersi attraverso il gioco.
L'intero progetto è stato finanziato dalla Fondazione Charlemagne. A cura della Cooperativa P.I.D. Onlus - Pronto Intervento Disagio, Associazione Liscìa e foto a cura del Collettivo Porco Rosso AvantGarde e Claudia Ferri
Contatti: Cooperativa Pid Onlus - Silvia Giacomini