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Osteria Palmira, l'unico ristorante dove si mangia ancora lo "gnocco riccio". RomaToday lo ha provato per voi

#recensione | Alla prova della trattoria di Monteverde dove tradizione romana e amatriciana si incontrano

C'è un angolo di Amatrice nel cuore di Roma. Un'osteria che ha deciso di non far entrare rivisitazioni, per celebrare la cucina tradizionale con la "t" maiuscola.

Siamo al confine tra la Monteverde vecchia e quella nuova, precisamente in via Abate Ugone, 29. Qui, da nove anni, c'è Osteria Palmira, una trattoria di quartiere, dove cucina romana e cucina amatriciana si sposano per soddisfare anche il palato dei puristi. E' qui che si mangia la vera Amatriciana, è qui che si può ancora trovare lo gnocco riccio, un'antica ricetta di Amatrice.

RomaToday è andata alla prova della cucina di Osteria Palmira per scoprirne i segreti e svelarveli.

Cosa si mangia da Osteria Palmira

Luogo accogliente, informale, dove c'è un bel movimento, anche lunedì a pranzo. Pausa dal lavoro, pranzo in coppia, con gli amici, c'è anche chi entra da solo. La clientela è variegata e si respira un'aria molto familiare. La location accogliente, la convivialità dei proprietari, fanno venire voglia di sedersi, mangiare, farsi raccontare una storia che profuma di antiche tradizioni.

35 coperti interni, più altri 45 nella veranda e qualche altro tavolo sul marciapiede. Il menu narra le origini amatriciane della famiglia Rocchi, partendo dai salumi, dai formaggi e dagli altri assaggi che vengono portati in tavola come antipasto. Ci sono i salumi del salumificio Sano, i formaggi di Casale Nibbi, due aziende di Amatrice. Poi arriva il picchiapò, le polpette di pane e cicoria (abbiamo assaggiato entrambi e vi consigliamo di fare lo stesso), volendo la trippa e la coratella con i peperoni (una ricetta amatriciana che si diversifica dalla classica versione romana con i carciofi e che, ci dicono gli osti, resta sempre in menu perché amatissima dai clienti fissi).

Osteria Palmira

Tra i primi in menu spiccano ancora la tradizione: amatriciana, cacio e pepe, gricia, carbonara. L'assaggio della prima è stato d'obbligo e ne è valsa la pena. Abbiamo poi avuto l'occasione di assaggiare lo gnocco riccio di Amatrice condito con il sugo della gricia. Una ricetta antica e sempre più rara che, all'Osteria Palmira è ancora possibile gustare, grazie alle mani esperte di Mimma, una signora amatriciana di 88 anni che li produce appositamente per la trattoria di Monteverde. Si tratta di gnocchi realizzati con un doppio impasto: uovo e farina e acqua e farina.

Tra i secondi abbiamo assaggiato l'involtino e le polpette di bollito. Ottimo il primo e in porzione davvero abbondante (meglio dividerlo in due), le polpette, che qui vengono cotte al forno e non fritte, non ci hanno conquistato. Mentre merita un commento positivo la misticanza. 

Vietato uscire da Osteria Palmira senza aver assaggiato la crema bruciata agli agrumi, una variante della Creme brulèe, davvero squisita. In menu anche crostata ricotta e visciole, tiramisù , creme caramel, fragole con panna.

La scelta del vino, in questa trattoria familiare romana celebra ancora il Lazio. La carta dei vini, infatti, si compone di circa 100 etichette tutte provenienti da piccole realtà della regione. Interessante la carta dei Cesanese scritta anche sulla lavagna nella veranda del ristorante.

Andiamo al conto

I prezzi di Osteria Palmira sono assolutamente onesti. Ordinando un antipasto, un primo, un secondo e il dolce, il prezzo a persona si aggira intorno ai 35-40 euro. 

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