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De Magna e beve Centro Storico / Via di S. Ignazio, 8

Riapre Il Buco, uno dei ristoranti più antichi di Roma

Il ristorante è stato citato da Trilussa, da Carlo Emilio Gadda in "Quer Pasticciaccio brutto de via Merulana" e nel film "Bravissimo" di Alberto Sordi. 

Il Buco, uno dei ristoranti più antichi della Capitale sta per riaprire. Nel cuore di Roma, tra il Pantheon e piazza del Collegio Romano, il ristorante toscano vanta una storia di 121 anni. Se i muri delle sale potessero parlare, racconterebbero aneddoti e storie segrete di personaggi illustri: intellettuali, nobili e politici, da Giulio Andreotti a Ennio Flaiano, Da Jean-Paul Sartre e Trilussa, da Frederic Mitterand a Giuseppe Ungaretti. E per la riapertura, Il Buco – Ristorante Toscano dal 1901 richiama il suo storico staff e racconta la sua grande storia lunga 121 anni. 

Il Buco, oltre un secolo di storia in cucina

Nato nel 1901 come una piccola fraschetteria dei Marchesi Frescobaldi, Il Buco è divenuto negli anni una vera istituzione vinicola toscana. La cantina, per implementare le vendite del vino, decide di aggiungere nell’enoteca di via di Sant’Ignazio 8 una piccola proposta di cibo: pochi piatti tutti della tradizione toscana, come la ribollita, la cacciagione o i crostini. Nasce così il primo nucleo de Il Buco, che nel corso degli anni allargherà i suoi locali e la sua offerta fino a diventare un vero e proprio ristorante.

"Il Buco" di nome e di fatto: erano infatti molto ristrette le dimensioni del primo locale. Alla fine degli anni 70 arriva poi la famiglia Cipriano, proprietari storici del locale, che ancora oggi – attraverso la persona di Francesco Cipriano – portano avanti la tradizione di famiglia. Con il re-opening – dopo lo stop iniziato nel gennaio 2022 – Francesco vuole portare avanti la grande tradizione enogastronomica toscana così come fece suo padre – inserendo qualche tocco di modernità ma sempre nel pieno rispetto del passato glorioso del locale.  

Nel corso dei decenni sono tante le personalità illustri che sono passate nelle sale del ristorante e le foto appese al muro lo testimoniano. Trilussa (che lo cita addirittura in alcune sue poesie), Ungaretti, Flaiano, Sartre sono solo alcuni. Poi tutta la storia della Prima Repubblica: da Andreotti, Craxi, Cossiga, fino ai tempi odierni, con i dirigenti del PD, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e altro. Molto amata dai politici, la famigerata saletta privata in fondo al locale, ideale per riunioni appartate. Poi le grandi famiglie nobiliari di Roma: Doria Pamphilj, Colonna, Grazioli sono sempre stati tra gli habituè del ristorante. Diversi anche i personaggi internazionali: da Mitterand agli sceicchi del Qatar, da Bush Senior alla regina di Norvegia. 

Il Buco viene anche citato in alcune opere letterarie e cinematografiche, come nel romanzo Quer Pasticciaccio brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda e nel film Bravissimo di Alberto Sordi. 

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Cosa si mangia e cosa si beve da Il Buco

Per questo importante reopening, Il Buco richiama il suo storico staff, dallo chef Martino in cucina (una vera istituzione), al mitico Alfredo a guidare la sala, la memoria storica del ristorante. La carta è una vera e propria celebrazione della cucina toscana: la carne in primis, con sua maestà la fiorentina, e la cacciagione (faraona, cinghiale, faggiano); poi i funghi (tartufi, porcini e ovoli), i salumi di cinta, i grandi formaggi, la ribollita e la pasta, come le tagliatelle ai funghi porcini o al tartufo. 

Entrare nella cantina de Il Buco è come iniziare un viaggio indietro nel tempo attraverso un secolo di cultura enogastronimica. Oggi come allora il locale si è sempre distinto per la sua cantina ricca e variegata, basata sulle produzioni delle colline toscane, ma in cui non mancano i migliori vini della penisoia da nord a sud: Tignanello, Sassicaia, Brunello di Montalcino, Flaccianello, Barbaresco Gaja e molti altri.  

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