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De Magna e beve Camilluccia

Celestina, la nuova pizzeria con cucina della Camilluccia

Da sabato 20 aprile sarà la nuova pizzeria con cucina della Camilluccia, con proposte semplici e per tutte le tasche, ispirate alla storia e ai manicaretti della signora Celestina

Celestina alla Camilluccia, da sabato 20 aprile sarà la nuova pizzeria con cucina, nel quartiere della Camilluccia, aperto tutti i giorni a pranzo e a cena, con proposte semplici e ben preparate, rivolte a tutte le tasche.

Un nome recuperato

C’è stato un tempo in cui viale Parioli era poco più che una campagna in via di trasformazione. Agli inizi del ‘900 sulle colline che si affacciavano sul Tevere sorgevano casali, stalle e tante coltivazioni di peraioli (nome degli alberi di pero che hanno dato il nome al quartiere). Bisogna aspettare gli anni ’20 per vedere le prime trasformazioni urbane, la costruzione del viale e i villini. Tanti gli operai che lavoravano allo sviluppo edilizio e che si rifocillavano, nella sosta pranzo, con i manicaretti della signora Celestina. Era il 1926 e questa cuoca della piccola osteria che portava il suo nome, assicurava appetitosi piatti romani a prezzi popolari: semplici, buoni e per tutti.

Ed è proprio partendo da questa storia che Dany Di Giuseppe e Gino Cuminale – alla loro ottava esperienza nel panorama della ristorazione romana – non solo recuperano lo storico marchio, ma adottano le buone abitudini della signora Celestina: semplice, buono e per tutti.

Oggi il marchio, dopo un accurato restyling grafico, prende forma e sapore alla Camilluccia, al numero 113 di via Mario Fani, con una pizzeria con cucina che non ambisce alle sfumature gourmet del mondo pizza, ma piuttosto ad assicurare piatti realizzati con ottimi ingredienti e per tutte le tasche. Torna Celestina, dunque, e si punta alle lavorazioni, alla selezione degli ingredienti italiani e alla stagionalità, per garantire proposte sempre nuove nel menu. Dal forno tre tipi di impasto a scelta del cliente e, dalla cucina, i sapori che ruotano intorno alla tradizione più familiare, alle ricette italiane realizzate con scrupolo.

Gli impasti

Il cliente di Celestina può scegliere tra tre tipi di impasto: napoletano, romano e pizza pane taglia small da 20 cm.

Per tutti gli impasti si utilizzano soltanto farine di qualità provenienti da mulini italiani, lievito madre e lunghi tempi di lievitazione, tutti oltre le 48 ore. Tutte le pizze del menu possono essere ordinate nella versione romana classica – bassa e croccante, napoletana – con il cornicione alto e morbido, oppure pizza pane, alta, soffice, particolarmente idratata, proposta nella taglia small per chi ha poco appetito, ma non vuole rinunciare alla pizza oppure per chi ne è ghiotto e vuole assaggiarne più di una.

Il menu

Il vero bengodi per gli amanti della pizza! Oltre alle classiche, ci sono ben 5 tipi diversi di margherita (Classica, oppure la Gialla e Rossa con fior di latte, salsa di pomodoro giallo e rosso, dressing al basilico, o la Margherita del Piennolo: salsa di pomodoro del Piennolo del Vesuvio DOP bio, fior di latte, basilico. Quattro tipi di Marinara (tra cui la Croccante con salsa pomodoro, aglio e crumble di pane all’origano, o la Marinera con salsa pomodoro, aglio nero e origano). Dal forno omaggi alle ricette tradizionali del patrimonio gastronomico italiano con la sezione Pizze Popolari (tra le tante: Vaccinara con sugo di coda alla vaccinara, sedano croccante e cioccolato extra fondente, la Norma con melanzane fritte, ricotta infornata e pomodorini, la Testaccina con lingua di vitella, fagioli borlotti, nervetti fritti e salsa verde, la Pollo e Peperoni con sovra coscia di pollo, peperoni arrostiti e salsa al pomodoro).

Non mancano Focacce, Panuozzi e Fruste alla Sorrentina e, per quanti vorranno una gustosa alternativa alla pizza: fritti, bruschette e piatti d’ispirazione tutta italiana come la Tagliata di Pollo marinata, le Bombette pugliesi, le Polpette al sugo, i Moscardini alla Luciana, la Parmigiana di Melanzane, la Pagnottella con sfilacci di maiale in salsa piccante e verdure croccanti, la Cotoletta di vitello, l’Insalata di pollo. Con il pranzo del sabato e della domenica si celebra il relax e la condivisione con amici e parenti, e le proposte in carta si arricchiscono con piatti speciali come primi della tradizione, lasagne, arrosti, sapori della memoria.

Semplice anche la proposta beverage. Le birre sono Birra del Borgo (tra quelle alla spina la Lisa - Lager, ReAle - American Pale Ale, Maledetta - Belgian Ale e My Antonia - Imperial Pilsner). In bottiglia una piccola selezione che guarda anche alle classiche weizen e lager tedesche. La carta dei vini, con circa 20 referenze tutte italiane, propone etichette più conosciute (Pallavicini, Federici) affiancate ad alcuni produttori tutti da scoprire, come Domini Veneti, Nals Margreid, Ca’Maiol.

L’architettura

Il progetto architettonico, curato dallo studio Doppio Tratto di Roma, si sviluppa sugli interni di un ristorante già esistente e addiziona elementi recuperati a nuovi interventi, in equilibrio tra conservazione e innovazione. Un giardino di macchia mediterranea accoglie i clienti, tra cespugli fioriti, erbe aromatiche, alberi di limone, fragole, un ulivo centenario e profumi di spezie. Un piccolo eden per chi vorrà mangiare all’aperto. All’entrata un bow window da terra, vero e proprio prolungamento del giardino, regala agli ospiti la sensazione di attraversare una serra per entrare nel locale.

Fulcro del progetto la luce che entra dalle grandi vetrate cielo terra, che circondano tutta l’estensione del locale, messe ancora più in evidenza dal grigio chiaro materico del cemento scelto per le pareti. Recuperato il marmo lapislazzulo del pavimento, considerato quasi un reperto da tutelare, rimosso, invece, il vecchio privée, che oggi lascia spazio alla socialità di un tavolo da 14 posti, lungo 3 metri. Protagonista degli interni il grande forno con cupola in rame* e il lavoro a vista del pizzaiolo che offre agli ospiti uno showcooking a flusso continuo. Un ambiente essenziale ma elegante, giocato sui toni del grigio delle pareti e i particolari “lampi di luce” blu indaco e ocra delle comode sedute.

I 120 coperti sono illuminati da lampade disegnate ad hoc e realizzate artigianalmente per assicurare agli ospiti una luce calda e soffusa.

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