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Da Grottaferrata a Sanremo 2021, Wrongonyou si racconta: "Quella volta che Gigi Proietti è stato mio nonno"

Intervista al cantante dei Castelli Romani, in gara tra le Nuove Proposte del Festival di Sanremo con il brano "Lezioni di volo"

Classe 1990. Nato e cresciuto ai Castelli Romani, precisamente a Grottaferrata che - ammette - essere stata sua fonte d'ispirazione soprattutto all'inizio della sua carriera musicale. Un curriculum di tutto rispetto, con esperienze internazionali e persino la partecipazione ad un film con due grandi attori romani.

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Lui è Wrongonyou (nome d'arte di Marco Zitelli) pronto ad esibirsi al Festival di Sanremo, tra le Nuove proposte, nella serata del 3 marzo.

RomaToday lo ha raggiunto al telefono poche ore prima della sua esibizione con il brano "Lezioni di volo":

Stasera è il tuo momento Marco, ti esibirai per la prima volta al Festival di Sanremo, come stai vivendo queste ore? 

Provo emozioni contrastanti, ci sono momenti che non vedo l'ora di salire sul palco e altri in cui arriva la paura, soprattutto quella delle scale (ride, ndr) perché ho scoperto che dovrò percorrere la famosissima scalinata di Sanremo, spero di non fare 'lezioni di volo' dalle scale ma di fare un bell'atterraggio. Scherzi a parte, sono contento e grato di poter partecipare ad una manifestazione del genere.

Un'edizione diversa da tutte le altre, per la quale si è combattuto molto più degli scorsi anni. Cosa vuol dire per te prendere parte a Sanremo 2021?

Prima di tutto c'è l'intenzione di far trascorrere alle persone a casa quattro giorni di normalità, perché bisogna ancora restare a casa. Per me non è un guardare dall'altra parte ignorando la situazione, ma anzi è un modo per alleviare questo periodo così difficile. Sanremo è un simbolo quest'anno.

Presenti sul palco dell'Ariston la tua canzone "Lezioni di volo", come è nato questo brano e cosa racconta?

La canzone l'ho scritta nel primo lockdown e per me rappresenta la libertà artistica e generale di vita. Mi sono reso conto di essermi limitato, spesso, nel tempo a livello di libertà, con elucubrazioni mentali, dunque diciamo che questo brano rappresenta un riscatto, vuole essere un modo per sconfiggere la paura di sentirsi liberi. E' una linea sottile tra egoismo e amor proprio. 

Che aria tira in queste ore a Sanremo, in vista della seconda serata di Festival? Hai sentito i tuoi colleghi?

Siamo tutti abbastanza agitati ma anche contenti. Facendo parte della stessa casa discografica, ho avuto modo di confrontarmi con Diodato e Ghemon, ad esempio. Antonio (Diodato) è stato super contento della sua esibizione, anche Gianluca (Ghemon) era soddisfatto, l'aria che si respira è positiva e c'è tanta voglia di fare una bella esibizione. Come ogni competizione c'è, ovviamente, l'obiettivo della vittoria, ma quello che più importa è cantare bene sul palco.

Nonostante tu sia tra le Nuove proposte hai in realtà esperienze di respiro internazionale, hai aperto concerti come quello di Mika e altri artisti noti.

La mia carriera è iniziata all'estero, come chitarrista in una band in Georgia, poi rientrato in Italia ho mollato il mio lavoro come guida di museo per dedicare tutto alla musica. Ho iniziato a costruire il mio percorso, dopo aver firmato con la Carosello Records sono arrivate delle occasioni incredibili, come l'apertura del concerto di Levante, e poi big internazionali del calibro di James Blake, Mika, The Lumineers. Arrivo a Sanremo con le spalle abbastanza grosse.

E’ vero che hai avuto anche l’esperienza di recitare al fianco di Gigi Proietti e Alessandro Gassman?

Sì, è accaduto un paio di anni fa. Alessandro aveva scritto il film "Il premio" e mi ha contattato per dirmi che voleva utilizzare alcuni miei brani editi come colonna sonora, io ovviamente ne sono stato felicissimo. Poi la settimana successiva mi ha nuovamente chiamato per propormi di musicare il film e di recitare nei panni di suo figlio.

E tu cosa hai risposto?

Beh, all'inizio ero titubante, non avevo mai recitato. Poi quando mi ha detto che mio nonno sarebbe stato Gigi Proietti non ci ho pensato due volte. Sono stati dei mesi meravigliosi, mi porto Gigi nel cuore.

Sei originario dei Castelli Romani, di Grottaferrata precisamente, sei legato al tuo territorio? Lo porti in qualche modo nella tua musica?

Assolutamente. Nell'album "Sono io", in uscita il 12 marzo, parlo spesso di Roma, faccio anche una battuta sulle buche, dico: "C'ho certe buche nel cuore che solo Roma ci si affezionerebbe" (ride, ndr). Soprattutto nella prima parte della mia carriera, nei brani in cui parlavo di natura, di boschi, ad ispirarmi sono stati proprio i Castelli Romani, il Lazio. Ad esempio c'è un brano "The Lake" che parla del lago di Castel Gandolfo.

Nella serata del 2 marzo, sul palco dell'Ariston, si sono esibite le prime 4 nuove proposte, Gaudiano e Folcast sono in semifinale, mentre Avincola ed Elena Faggi sono stati eliminati. Vedendo questa scena, cosa hai provato? Paura, dispiacere?

Il dispiacere c'è sempre, l'eliminazione è sempre brutta, ma sono le regole del gioco che conoscevamo prima di giocare e dobbiamo metterlo in conto. Per quanto mi riguarda, l'obiettivo è cantare bene ed essere contento di come ho cantato, perché se dovessi essere eliminato per un mio errore, quello non riuscirei a perdonarmelo a lungo. Il mio pezzo è molto difficile da cantare ma ce la metterò tutta.

In generale cosa ti aspetti da questa esperienza di Sanremo a livello professionale ma anche umano?

Che davvero venga colto il significato del Festival, quest'anno soprattutto, e che arrivi la sincerità, la sensibilità della canzone che porto, ci tengo molto.

Per il futuro, invece, quali sono i tuoi progetti?

Oggi abbiamo annunciato le prime due date del mio tour, che partirà a fine novembre, inizio dicembre da Roma e Milano. Prossimamente verranno comunicate anche altre date in giro per l'Italia. Il mio progetto futuro sarà quello di spingere il più possibile, di far ascoltare il mio album "Sono io" e di continuare a lavorare il più possibile con la musica. Se Sanremo andrà bene sicuramente ci sarà tanto lavoro, ma anche se andrà male comunque è una vetrina tanto grande che non sai mai cosa può accadere.

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