rotate-mobile
Giovedì, 28 Settembre 2023
Cultura

Una testa di cervo su una chiesa

In piazza Sant'Eustachio si cela una vera curiosità, che sfugge agli sguardi più distratti e frettolosi. Solo il passante più attento, alzando gli occhi, potrà notare che sulla sommità della chiesa di S. Eustachio, al posto della tradizionale croce che sovrasta tutte le chiese del mondo, si erge una testa di cervo sulla quale è posata la croce. Questa curiosità ha origine nella vita del santo, che si convertì vedendo la croce di Cristo tra i palchi di un cervo. Il vero nome di S. Eustachio, morto martire a Roma intorno all’anno 130 d.C., era Placido. Dopo la conversione ricevette il nome di Eustachio o Eustazio, che significa “costante”. Lo si festeggia il 20 settembre, giorno presunto del suo martirio. Un giorno, durante una partita di caccia, Placido, rispettato soldato romano, s’imbatté in un branco di cervi, tra i quali uno in particolare gli sembrò più bello e imponente degli altri. Quando si avvicinò per ucciderlo, si accorse che l’animale aveva tra le corna un crocifisso, che gli si rivolse spiegandogli che era venuto a salvarlo. La notte precedente la moglie di Placido aveva fatto un sogno analogo. Davanti a questi eventi miracolosi, tutta la famiglia si fece battezzare. Ritornato l’indomani sul luogo del prodigio, S. Eustachio vide nuovamente il Cristo. Questi gli annunciò che l’avrebbe messo alla prova, ma che non l’avrebbe mai abbandonato. Qualche giorno dopo, nella regione scoppiò la peste. S. Eustachio perse le sue greggi e la sua casa venne depredata, così decise di partire per l’Egitto con la sua famiglia. Il proprietario della barca che li traghettava trattenne con sé la moglie del santo come pagamento del servizio reso e S. Eustachio dovette proseguire il cammino in compagnia dei due figli, che poco dopo furono catturati, uno da un leone, l’altro da un lupo. La famiglia riuscì a riunirsi solo dopo qualche anno. La moglie era stata rispettata dal capitano della nave e i bambini erano stati salvati dagli abitanti di un villaggio. Poiché si rifiutarono di adorare gli idoli, il santo e i suoi cari furono martirizzati sotto l’imperatore Adriano.

Dalla guida “Roma insolita e segreta” di Ginevra Lovatelli, Adriano Morabito e Marco Gradozzi, edita da Jonglez (www.edizionijonglez.com), disponibile in tutte le librerie d’Italia e nei negozi online.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Una testa di cervo su una chiesa

RomaToday è in caricamento