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Sabato, 20 Aprile 2024
Cultura

Teatro San Carlino, burattini online contro il Covid. La direttrice artistica: "Portiamo l'arte a casa dei bambini"

Spettacoli in streaming e tante altre iniziative, così il teatro nel cuore di Villa Borghese tiene vivo il legame con le famiglie ai tempi della pandemia. L'intervista a Caterina Vitiello

Un teatro per bambini nel cuore di Villa Borghese, chiuso come tutti gli altri dalla pandemia, ma che ha scelto di non arrendersi e di continuare a tenere vivo - con tutti i mezzi possibili - quel legame forte, inscindibile, con il pubblico.

"Il teatro è necessario" è il motto di Pulcinella, quello con cui Caterina Vitiello, direttrice artistica del Teatro San Carlino, è cresciuta. Burattinaia figlia d’arte, abituata ad animare burattini fin dall’età di 10 anni e a fare spettacoli per tutta l'Italia con i suoi genitori, oggi è a capo di una compagnia che definisce "famiglia" e che dalla chiusura ad oggi ha messo in piedi una serie di iniziative per tenere viva l'arte e portarla nelle case dei bambini.

Il Teatro San Carlino è ormai una realtà salda nella Capitale. Un luogo un po' magico in cui le famiglie si rifugiano per staccare la spina dal caos e assistere agli spettacoli della commedia pulcinellesca, alle favole per bambini, a opere e spettacoli musicali del repertorio classico. Qui tutto quello che accade è pensato per i più piccoli, ma la fantasia spazia liberamente contagiando anche le menti più razionali e adulte, come Caterina Vitiello ha raccontato a RomaToday.

Un teatro di burattini nel cuore di Villa Borghese, come nasce la storia del Teatro San Carlino?

Nasciamo nel 1979 a Torino. Io sono figlia d’arte e ho appreso questa arte e questa passione dai miei genitori, poi ci siamo spostati a Napoli, fino ad arrivare a Roma, dove abbiamo partecipato a un bando del Comune e preso in gestione un "punto verde infanzia". Qui inizialmente è nato un teatro all'aperto, la cui programmazione era in balia delle condizioni climatiche, fino al 2007 quando abbiamo realizzato - grazie ad un team di architetti romani - una struttura al coperto.

Dal 2007 ad oggi qual è stata la crescita del Teatro San Carlino?

C'è stata una crescita artistica immensa, dalla realizzazione del teatro al coperto siamo riusciti a programmare una stagione teatrale ricca, variegata, alternando la commedia pulcinellesca, con la quale nasce il San Carlino, alle favole per bambini e ancora spettacoli musicali, opere, repertorio classico, il tutto grazie ad una squadra di registi, burattinai, danzatori. Abbiamo avuto per anni una stagione teatrale senza interruzioni, ma poi è arrivato il Covid. 

Dopo lo scoppio della pandemia e la conseguente chiusura dei teatri cosa avete fatto?

Ci siamo ritrovati più uniti di prima. La risorsa più grande che abbiamo avuto è stata quella di essere una famiglia. Al Teatro San Carlino io lavoro con i miei genitori, con mio marito che mi ha seguito in questo progetto di vita, con burattinai che in questo periodo sono stati un esempio di resilienza unico e, tutti insieme, abbiamo deciso di continuare a lavorare, quanto meno per dare un senso a questi giorni di smarrimento.

Cosa vi ha fatto sentire più smarriti?

Il trovarci, come artisti, da un giorno all'altro, senza la possibilità di lavorare. Il nostro lavoro è davvero una passione, un pezzo di vita in meno. Ma tutte le cose che io ho proposto o che sono state proposte dal resto della compagnia sono state accolte con il comune obiettivo di continuare ad essere vivi per amore del pubblico e di mantenere vivo questo filo con i bambini. 

Dalla prima chiusura ad oggi sono diverse le iniziative che avete messo in piedi, come ad esempio gli spettacoli di burattini acquistabili in streaming...

Sì, siamo partiti un po' per gioco durante il primo lockdown creando un teatro giornale di Pulcinella e grazie alla collaborazione gratuita di giocolieri, musicisti, burattinai e di tutti coloro che in questi anni hanno contribuito al successo del San Carlino abbiamo realizzato 24 episodi sulla pagina Facebook e Youtube, con un Pulcinella conduttore che presentava uno o due servizi a puntata, dedicati al mondo dell’arte. Da qui si sono sviluppati altri progetti più strutturati, abbiamo messo in scena un giornale teatro realizzato proprio in teatro con un cast tecnico e un regista. Questa versione sarebbe dovuta diventare live, ma dato il prolungamento della chiusura lo abbiamo proposto in versione web. Attualmente è possibile acquistare online i nostri spettacoli "I Tre Porcellini" e "The Nutckacker Show" su Vimeo.

C'è anche un'iniziativa per sostenere il teatro...

Sì, ad ottobre, quando non sapevamo cosa sarebbe accaduto, ci siamo inventati una campagna di sensibilizzazione i "Biglietti del cuore", con i quali gli spettatori possono dare il proprio contributo, da 8 a 50 euro per sostenerci. E la risposta è stata incredibile, il pubblico davvero strepitoso e continua a seguirci e incoraggiarci. 

Il San Carlino è un teatro per bambini, per famiglie. Qual è l'importanza di avvicinare i più piccoli a questa arte?

“Il teatro è necessario” diceva Pulcinella e io ci credo fermamente. Noi abbiamo spettacoli dedicati persino alla fascia 0-3 anni, proprio perché per noi il teatro è importante da subito e fondamentale a tutte le età, aiuta a superare fasi della vita, stimola la fantasia, la crescita. Nei nostri spettacoli siamo molto attenti, il nostro obiettivo è quello di essere un teatro per le famiglie. Anche l'adulto che accompagna il bambino al teatro trova il suo significato, il suo divertimento, prova le sue emozioni. I nostri spettacoli sono per bambini da 0 a 100 anni. 

Cosa vi attendete dal futuro? Quali sono le vostre aspettative, quali le speranze?

Speriamo di riaprire al più presto, l’aspettativa migliore è in primavera. Il San Carlino è già pronto per una stagione all’aperto, sfruttando il parco in cui ci troviamo. Riguardo i teatri in generale, penso sia assurdo tenerli chiusi mentre i centri commerciali sono aperti. Noi siamo un teatro piccolo e abbiamo ridotto la capienza, osservato le norme, investito per poter riaprire in massima sicurezza. Il pubblico può entrare e prendere posto senza creare alcun assembramento. I teatri sono i luoghi più sicuri. Questa chiusura prolungata mi sembra una mancanza di sensibilità e di attenzione alla vita di noi artisti e dei bambini. Sono rammaricata per quello che stanno vivendo i nostri figli. 

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