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Cultura

Sciuscià 2.0, quando il lustrascarpe rivive grazie al web

Stefano, 34 anni, romano, ha reinventato il mestiere di famiglia grazie alla rete. Non ha un negozio, si muove solo a domicilio e su ordinazione, a partire dalla pagina Facebook

Lucidare, tingere, smacchiare, riesumare la vecchia scarpa e portarla a nuova vita. "I segreti me li ha insegnati mio papà". Lui poi, sciuscià 2.0, ha fatto il resto. Stefano Corradi, 34 anni, lustrascarpe di mestiere ma non di bottega, ha reinventato il lavoro storico della famiglia attraverso la rete. Una pagina su Facebook per la pubblicità e i contatti, una foto da inviare per il preventivo, poi il ritiro e la riconsegna. Tutto a domicilio. 

"Mi sono buttato in questa avventura insieme a un amico che si occupa di webmarketing" racconta a RomaToday. "Da ragazzino pur di non lavorare con mio padre ho provato a fare di tutto. Magazziniere, corriere, poi verso i 25 anni ho capito cosa avevo per le mani". Un'arte manuale in via di estinzione e tutti i suoi trucchi, un prezioso bagaglio culturale da non lasciarsi scappare. Per qualche anno Stefano si dedica al mestiere guardando e imitando il padre, in negozio. Poi un guizzo d'ingegno lo catapulta on line. 

"Non ho una sede fissa, ormai lavoro solo a domicilio". Come funziona? "Vengo contattato sulla pagina Facebook, chiedo una foto della scarpa per capire se quello che mi viene chiesto è fattibile e invio un modulo con il preventivo. Se il cliente accetta fissiamo un appuntamento, solitamente presso il suo ufficio che è più comodo, ritiro le scarpe e solitamente tempo una settimana al massimo le riconsegno fatte"

I prezzi? "Si parte da 15 euro per una normale lucidatura di una scarpa in pelle, magari se c'è da ridare una mano di colore stiamo sui 20, se poi lo stivale è al ginocchio intorno ai 30, 35". Niente riparazioni però, attenzione. "Non sono un calzolaio, a volte le due cose vengono confuse, sono due lavori diversi. Non sarei in grado di mettere mano a una suola rotta". La pulizia delle scarpe è una pratica a sè, con una sua tecnica specifica e più in voga di quanto non si creda. "Più o meno parliamo di una quarantina di richiesta a settimana, non tutte poi si tramutano in ordine. Ma riesco a racimolare un buon stipendio". 

I clienti abituali sono tutti professionisti. Chi deve essere sempre in ordine, non può non curare la calzatura. "E' un aspetto fondamentale dell'eleganza" e Stefano lo sa bene. "Mi contattano solitamente ogni due, tre mesi". Ma non manca chi chiama una tantum per togliersi lo sfizio e cambiare il colore agli stivali, neri invece che marroni per la stagione in arrivo, o tingere i costosi decolletè bianchi usati solo il giorno del matrimonio. Certo, i fruitori storici restano comunque affezionati alla bottega. Per qualcuno un rito che strappa un sorriso. "C'è un signore che da anni passa tutte le mattine per farsi spolverare la punta delle scarpe. Altrimenti non va a lavoro". 

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