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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Cultura

#RadioRomane, intervista a Lorenzo Cargnelutti di Radio Italia Anni 60: "Ecco che musica piace ai romani..."

La rubrica di RomaToday sulle radio romane intervista lo speaker di Radio Italia Anni 60 Roma, ogni giorno in diretta dalle 16 alle 18

C'è una radio di flusso a Roma che, ogni giorno, dal mattino alla sera, mette in primo piano la musica italiana, soltanto italiana. Si parte dagli ultimi successi per andare a ritroso negli anni, alla riscoperta di quei brani che hanno fatto la storia della nostra musica.

Parliamo di Radio Italia Anni 60 Roma. Tutti i giorni, dalle 16 alle 18, alla conduzione c'è Lorenzo Cargnelutti, giovanissimo speaker romano, approdato a Radio Italia a soli 18 anni, con una tenacia da vendere e che punta a regalare leggerezza e un piacevole effetto sorpresa ai suoi ascoltatori.

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RomaToday lo ha intervistato per conoscere meglio quello spazio radiofonico che, prima della zona rossa, accompagnava mamme e bambini al ritorno da scuola, ma anche ragazzi, adulti, amanti della musica e dei ricordi che questa è in grado di evocare.

Lorenzo Cargnelutti ha inaugurato la zona rossa a Roma trasmettendo "Rosso Relativo" di Tiziano Ferro e questo già dice molto dello spirito di Radio Italia Anni 60 Roma e dello spazio radiofonico in onda ogni giorno dalle 16 alle 18, uno spazio che Lorenzo ama immaginare come un'alternanza tra momenti più frizzanti e momenti più riflessivi.

Far parte di una radio romana che trasmette solo musica italiana, cosa rappresenta per te?

Prima di tutto la trasmissione esclusiva di musica italiana ci distingue da altre emittenti e poi c'è da una parte la volontà di strizzare l'occhio alle nuove generazioni con pezzi recenti, dall'altro quella di far apprezzare ai giovani la musica del passato e di far riascoltare quelle canzoni che hanno segnato un'epoca per tutte le generazioni che l'hanno vissuta. 

Cosa accade su Radio Italia Anni 60 Roma dalle 16 alle 18, ossia quando ci sei tu alla conduzione?

Ciò che avviene nelle due ore, viene preparato mezz'ora prima, quando arrivo in radio. Si seleziona la musica, se c'è qualche ricorrenza particolare, come il compleanno di un artista, si manda sicuramente qualche suo pezzo, andando oltre i brani che il pubblico si aspetta, cercando qualcosa di più originale. Si costruisce una scaletta da seguire.

Ci sono anche gli ospiti?

Sì, ci sono artisti italiani che vengono da noi, anche nella fascia oraria 16-18 che conduco, e in quel caso si cerca di fare un'intervista dinamica, studiando le caratteristiche dei personaggi, ricercando curiosità che magari il pubblico non conosce. 

Recentemente che ospiti hai intervistato?

Ieri c'è stato Fasma, la scorsa settimana Max Gazzè, ma abbiamo avuto anche Max Pezzali, Francesco Gabbani, Fulminacci, Loredana Bertè, Francesco Renga e tanti altri. Il numero degli ospiti è ampio e anche loro hanno stimolo a venire da noi per la scelta delle canzoni, l'ambiente familiare. La nostra è una radio alla vecchia maniera. 

Chi sono i tuoi ascoltatori in quelle due ore di diretta?

La mia è una fascia estremamente stimolante che riesce a comprendere un'ampia fetta di ascoltatori. Quando c'erano le scuole aperte ci ascoltavano tanto i ragazzi che uscivano da scuola, ma anche le mamme e i papà nel tragitto casa-scuola e scuola-casa, le persone che escono dall'ufficio, un pubblico variegato che ti permette di spaziare liberamente senza grossi vincoli.

Cosa si aspetta chi accende la radio a quell'ora?

Sicuramente leggerezza. Non mi piace fare il tuttologo e evito di affrontare argomenti delicati, soprattutto in questo periodo, su cui ci vorrebbe la massima attenzione sempre da parte di chi li affronta. E' una caratteristica di tutta la nostra radio. Questo non vuol dire che la nostra emittente sia alienata dal presente e dalle tematiche quotidiane, ma le affrontiamo con la musica, questa è la nostra forza. Abbiamo iniziato la zona rossa con "Rosso Relativo", riuscire a trasmettere un po' di serenità a chi ci ascolta è fondamentale.

Qual è stato il ruolo di Radio Italia Anni 60 Roma dall'avvento del Covid ad oggi e, in particolare, tu - da speaker - come hai affrontato e stai affrontando questo tempo?

Questo periodo che stiamo vivendo, di grande costrizione in casa, ha fatto crescere la radio, nonostante molti pensino che sia un mezzo antico e destinato a scomparire, il Covid l'ha fatta crescere da un punto di vista qualitativo e quantitativo. Tanti, che non ci ascoltavano dalla macchina, lo facevano da casa, dallo smartphone, dal tablet. La funzione che abbiamo provato a ricoprire, soprattutto nei mesi del primo lockdown, è stata soprattutto di compagnia.

Come?

C'era gente che ci chiedeva di mettere una canzone per dedicarla ad una persona casa, lontana, che non poteva vedere. E noi lo abbiamo fatto. La musica è un collante incredibile.

Lo stop dei concerti, degli eventi musicali, è stato un duro colpo per la vostra radio, secondo te?

Sicuramente è una grande tragedia, perché ci sono migliaia di persone che non stanno lavorando ed è una tragedia umana perché centinaia di persone non si stanno arricchendo di quelli che sono gli eventi dal vivo, che rendono la vita secondo me un po' più bella. La radio cerca, però, di sopperire come può a questa mancanza, continuando a tenere vive quelle emozioni che speriamo di tornare presto a vivere live. 

Roma che ruolo ha per la radio di cui fai parte?

Roma è al centro, attraverso la musica, gli artisti, ma anche le notizie (traffico, notizie della città) e gli eventi. Salvo questo periodo anomalo, abbiamo sempre riservato un'attenzione particolare agli appuntamenti musicali in programma a Roma. Anche la scorsa estate, quando qualcosa era ripartito, avevamo dato molto spazio alla programmazione romana. La questione locale è molto importante per noi e ci teniamo a metterla in primo piano.

Che musica piace ai romani?

Ai romani piace la musica. Punto. Non c'è un tipo di musica, un cantante in particolare. Ai romani piace cantare, piace ascoltare la musica perché gli riporta alla mente dei ricordi. Questo è un aspetto caratteristico del pubblico di Roma: "Ad ogni canzone c'è legato un momento della vita". 

Nell'ultima edizione di Sanremo Roma è venuta particolarmente in luce, con artisti quali i Maneskin (che hanno anche vinto il Festival), ma anche con Fasma, Fulminacci e interessanti nuove proposte. Secondo te come sta crescendo la musica a Roma e che potenzialità ha da qui ai prossimi anni?

La musica a Roma sta crescendo tanto e bene. Il rischio, spesso, è che magari si sviluppino fenomeni particolarmente social, ma poco musicali. Invece secondo me le nuove generazioni musicali romane stanno dimostrando talento. Dai Maneskin a Fulminacci, ma facendo un passo indietro anche Carl Brave, I Tiromancino. Tutta questa musica è di qualità e piace anche oltre i confini di Roma. 

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