Philip Colbert e le sue "aragoste" in mostra nella Capitale: "Amo Roma e la sua eterna connessione con il passato"
L'artista intervistato da RomaToday, in occasione della mostra "The Lobster Empire" presso il Complesso di San Salvatore in Lauro
"I became an artist, when I became a Lobster". Dopo aver animato via Vittorio Veneto, la strada simbolo della Dolce Vita, con le sue grandi aragoste (le più grandi esposte fino ad oggi), Philip Colbert presenta al pubblico la mostra personale "The Lobster Empire" presso il Complesso di San Salvatore in Lauro.
L'esposizione sarà visitabile dal 9 novembre all’8 gennaio 2023 e presenta a romani e non l'arte colorata, pop, digitale, eclettica dell'artista e attivista per l'ambiente scozzese, famoso in tutto il mondo.
In questa esposizione realizzata da Bam srl in collaborazione con Studio Philip Colbert e Catherine Loewe, l’artista presenta una selezione dei suoi lavori più celebri, già esposti in importanti istituzioni in tutto il mondo (Tate Modern di Londra, Van Gogh Museum di Amsterdam, Modern Art Museum di Shanghai, Hong Kong Museum of Art, Multimedia Art Museum di Mosca e note gallerie come la Sejong Gallery di Seoul, la Whitestone Gallery di Taipei, la Saatchi Gallery di Londra e Los Angeles e la Gallery Nichido di Tokyo).
The Lobster Empire, la mostra
Diciotto opere in tutto, tra scultura e pittura, che raccontano il mondo di Colbert racchiuso nel suo personaggio più iconico: l’aragosta. "Questa è per me una grande opportunità di presentare e far interagire 'Le Aragoste' in una città antica come Roma, da cui ho tratto la mia ispirazione artistica", ha raccontato Philip Colbert a RomaToday.
"Poter stare fisicamente qui ad esporre le mie opere, interagendo con una civiltà così antica è una grande opportunità. 'L’aragosta' ha la libertà di viaggiare attraverso il tempo e lo spazio e in qualche modo di esplorare la cultura oltre il tempo. Qui a Roma abbiamo il presente, il futuro e soprattutto un grandioso passato, questo è il più grande palcoscenico per i viaggi nel tempo".
Parlando dei suoi lavori che attraversano passato e futuro con la fantasia, Philip Colbert ci ha accompagnato a scoprire la sua esposizione. In mostra si trovano la serie di preziose sculture in marmo bianco di Carrara che riproducono l’aragosta in scene classiche: il combattimento con il Minotauro, il taglio della testa di Medusa o la lotta con il serpente come nel gruppo scultoreo del Laocoonte, l'icona prototipica dell'agonia umana nell'arte occidentale. L’altra parte dell’esibizione è invece dedicata ad una selezione di opere pittoriche, tele multistrato in olio dai colori forti, che raccolgono immagini pop riconoscibili in tableaux pieni di ironia.
Ma l’immaginario dell’artista non si ferma agli evidenti rimandi ai pittori pop, come Andy Warhol, Richard Hamilton, Roy Lichtenstein e James Rosenquist, ben visibili nell'ossessione per le immagini di consumo e per i simboli della cultura di massa. Ad una più attenta lettura emergono, infatti, anche la sua passione per la filosofia e la storia dell'arte, lo studio delle tecniche compositive di antichi maestri come Paolo Uccello, Peter Paul Rubens e Anthony Van Dyck, che Philip Colbert reinterpreta con l'umorismo psicologico tipico dei surrealisti. Un dialogo tra passato e presente che può risultare a tratti stridente e che si riverbera sulla città eterna, un luogo in cui la vivace vita contemporanea si scontra senza soluzione di continuità con le antiche civiltà.
La mostra presso il Complesso di San Salvatore in Lauro, inoltre, espone, nel seminterrato i dipinti di Venezia, città che per l'artista ha un valore speciale: "Venezia ha per me un legame con le mie aragoste ed è una notevole città d’arte, per questo ho voluto dipingerla ed esporla qui per la prima volta. Molti dei lavori e ritratti delle aragoste sono qui esposti per la prima volta", sottolinea Colbert.
Philip Colbert e l'amore per Roma
L'artista scozzese, infine, non nasconde il suo amore per la Capitale e a RomaToday afferma: "Di Roma amo che sia la città più antica al mondo ma al contempo una città molto contemporanea, in grado di mantenere vive le sue antiche origini e di essere sempre connessa con il passato. Questo non accade in altre città antiche che sono invece morte. Roma, al contrario, è sempre in piedi e viva e puoi sentire questa forte connessione. Come artista e come persona sono stato molto ispirato da De Chirico - ha proseguito l'artista - che penso sia stato a sua volta ispirato dall’antichità e dalla bellezza di Roma".
Infine Colbert ha ammesso di amare la cucina romana: "E come una religione qui. Il mio ristorante preferito a Roma è 'Da Pietro' dove hanno anche esposto un mio dipinto. Mi hanno fatto firmare un menu e lo hanno incorniciato sul muro ed è stato per me un onore; è stato più bello che essere in un museo. Roma ha una bellezza fuori dal tempo e da ogni dimensione". Un po' come la sua aragosta, "un cartone animato contemporaneo protagonista del Surrealismo", quasi un alter ego attorno al quale l’artista è riuscito a costruire un seguito globale.
Colbert ha infatti lanciato, nei mesi scorsi, un innovativo progetto comunitario sul metaverso: “Lobstars", una collezione di 7.777 aragoste NFT, tra cui alcune estremamente rare e preziose, acquistando le quali i collezionisti, hanno ottenuto anche la cittadinanza di Lobsteropolis City, l’intera città dedicata all’aragosta, che Colbert ha fondato sulla piattaforma del mondo virtuale in 3D, Decentrentraland. Un progetto virtuale ma con importanti ricadute nel modo reale. La cospicua somma ricavata dall’operazione è stata infatti devoluta alla ricerca a favore del benessere degli animali marini, in linea con le ultime direttive del governo britannico.