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Cultura

Un viaggio alla scoperta dell'espressionismo astratto: Pollock e la scuola di New York in mostra al Vittoriano

Inaugurata al Vittoriano la mostra contente le opere di Pollock e degli esponenti della scuola di New York, visitabile dal 10 ottobre 2018 fino al 24 Febbraio 2019

Un viaggio attraverso una realtà parallela, multiforme, dove la staticità non esiste, una realtà dove gli schizzi sono come gli attimi effimeri della vita:  a volte ricchi di colore, a volte in perfetta armonia tra bianco e nero. Un viaggio alla scoperta degli stati d'animo più reconditi degli autori, ma anche un viaggio dentro se stessi, ambivalente, tra sensazioni constratanti, a volte di rilassatezza altre di sgomento: così si presenta agli spettatori  la mostra che vede esposte le opere di Jackson Pollock e dei più grandi rappresentanti della scuola di New York.

Dal 10 Ottobre fino al 24 Febbraio l'Ala Brasini del Vittoriano accoglie un nucleo prezioso di opere custorite nel Whitney Museum di New York, attraverso circa 50 capolavori lo spettatore è totalmente immerso nel mondo dell'espressionismo astratto. Jackson Pollock, Mark Rotho, Franz Kline, Hans Hoffman sono solo alcuni dei nomi le cui opere sono a disposizione del pubblico all'interno della mostra.  Tra queste vi è anche la celebre opera di Pollock denominata Number 27 , tela di circa tre metri in cui si ha prova della coerenza asimmetrica propria dell'astrattismo,  nell'equilibrio tra la fusione di pennellate di nero e colori più chiari.

"Nessun artista prima di Pollock era riuscito a trasformare la pasta di  colore in vortici scintillanti di energia impalpabile" ha osservato Robert Rosenblum, storico dell'arte statunitense. Jackson Pollock è un artista che rappresenta una forte rottura con il passato,capace di raggiungere un livello tale per cui dopo di lui la pittura non è stata più la stessa, grazie anche all'uso dell'action painting e della tecnica del Dripping. L'action painting è, infatti,  uno stile di pittura dove il colore viene lanciato sul quadro o fatto gocciolare spontaneamente, invece che applicato con metodo gestuale mirato sopra la tela. Questo stile si diffuse negli anni quaranta e sessanta, ed è strettamente associato con l'espressionismo astratto. Pollock dipingeva facendo colare dall'alto vernici e colori su quadri e tele di grandi dimensioni attraverso la tecnica pittorica del dripping. Egli abolì il quadro col cavalletto ed in generale l'elaborazione statica del dipinto appeso in verticale. Nella visione dell'artista, stendendo la tela a terra, veniva meglio girarvi intorno e così poteva sentirsi parte integrante del quadro. Il mito di Pollock è alimentato, inoltre, dalla sua fine violenta e dal fascino per l'auto distruzione che ha connotato tutta la sua vita e che lo fa rassomigliare a una rock star, quasi un Jim Morrison della pittura, e lo inserisce all'interno della famiglia dei pittori maledetti, che ricomprende  da Caravaggio a Van Gogh, da Modigliani a Basquiat. 

Oltre a poter osservare genio e sregolatezza di Pollock, nella mostra ci addentra e si ha la possibilità di scoprire artisti della scuola espressionista di New York, forse meno famosi per il grande pubblico ma non di impatto minore per chi si lasci trascinare all'interno delle opere raccolte. Articolata  in sei sezioni , la mostra consente di addentrarsi in un percorso alla scoperta dell'espressionismo astratto, una corrente dalla carica emotiva rivoluzionaria per l'arte contemporanea.

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