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Luca Barbarossa: "A Sanremo canto l'amore in romano, la lingua dell'intimità"

Il cantante presenta in gara "Passame er sale", che ha già vinto il premio Lunezia per il miglior testo, e plaude al coraggio di Baglioni di aver tentato un Festival diverso. L'intervista a Today.it

Luca Barbarossa è uno dei veterani del Festival di Sanremo. Nove presenze, una vittoria nel 1992 con "Portami a ballare", ora è in gara a Sanremo 2018 con "Passame er sale", tratta dal suo nuovo album di inediti "Roma è de tutti", in uscita domani 9 febbraio. "Avevo scritto l'album in romano, la scelta di andare a Sanremo è nata successivamente: ho fatto ascoltare il brano a Claudio Baglioni e alla commissione, è piaciuto e mi hanno chiamato al Festival", racconta Barbarossa a Today.it

Come il resto di "Roma è de tutti", anche "Passame er sale" è scritta in romano. "Il dialetto è la lingua dell'intimità, delle nostre radici. Scrivere in dialetto è diverso, le cose vengono fuori con più facilità, le canzoni sono meno ragionate perché vengono dalla pancia - racconta Barbarossa - Quando scrivi in dialetto non rappresenti solo te stesso ma una cultura millenaria, con più riferimenti, e non c'è niente come il suono di un dialetto che riporti a certe sensazioni e descrizioni". 

La canzone parla di una storia d'amore, sulla costruzione quotidiana di quell'amore, i suoi alti e bassi, allontanamenti e riavvicinamenti, tradimenti e carezze. Fosse un film porterebbe la firma di Luigi Magni, "il più grande regista romano", immagina Barbarossa, "ma anche il maestro Ettore Scola avrebbe potuto fare un film straordinario su una storia di questo genere, con una fotografia e l'atmosfera come quella di 'Una giornata particolare', che trovo si addica particolarmente a una storia come 'Passame er sale". 

Di Magni è anche il testo di "Via da Roma", rimasta per tanti anni nel cassetto e che ha trovato ora posto in questo album dedicato a Roma e alle sue storie quotidiane. "Ci sono canzoni che raccontano vicende umane che riguardano tutti, come 'Madur - Morte accidentale di un romano', su un ragazzo di colore che viene massacrato da un gruppo di balordi e poi si scopre che lui era l'unico nato a Roma ma è stato ucciso perché considerato l'Altro, lo straniero. Sono vicende umane di varia natura nelle quali spero sempre, come in ogni disco, gli altri possano rispecchiarsi e riconoscersi". Il disco è impreziosito poi anche dalla voce di Fiorella Mannoia, con cui Barbarossa duetta sulla title track "Roma è de tutti". 

"Passame er sale" ha vinto già vinto il Premio Lunezia per il miglior testo di Sanremo 2018. Un'edizione diversa dalle altre, ammette Barbarossa. "Quest'anno la competizione mi sembra molto meno esasperata ed esasperante, rispetto ad edizioni passate in cui si era un po' forzata la mano. Ne ricordo alcune, a cui però non ho partecipato,  con la poltrona dell'eliminato, l'intervista, il processo, cose drammatiche". Barbarossa dà atto al direttore artistico Claudio Baglioni di aver "riportato l'attenzione sulla canzone, visto che questo è il Festival della Canzone italiana". "Dopo un braccio di ferro continuo tra televisione e musica, quest'anno la musica vince e fa vincere, come dimostrano al momento i dati: vuol dire che sì, si può fare". 

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