Fa venì il latte alle ginocchia: ecco perché si dice così
Alla scoperta del dialetto romanesco e dei modi di dire più diffusi
Vi è mai capitato di dire "M'hai fatto venì il latte alle ginocchia?" o di averlo sentito dire da altri? Questo modo di dire, abbastanza diffuso ancora oggi a Roma esprime una situazione di noia assoluta, di insofferenza, o si riferisce ad una persona pesante, che, appunto, annoia.
Ma da dove deriva questa espressione? Cosa c'entra il latte e cosa le ginocchia?
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Far venire il latte alle ginocchia
In realtà questo detto, nella sua variante più italiana, è diffuso in tutto lo stivale, ma i romani - con il loro dialetto - hanno saputo renderlo ancora più colorito, perché quel "Me fai venì er latte alle ginocchia" non si batte, se poi è accompagnato da tono seccato e annoiato tanto meglio.
Questo modo di dire deriva da un'antica tecnica di mungitura delle mucche, quella svolta a mano che qualcuno svolge ancora oggi. In pratica, colui che deve mungere a mano la mucca, si siede solitamente accanto al bovino, mette un secchio sotto alle mammelle e inizia la mungitura. Si tratta, però, di una pratica lunga, faticosa, spesso noiosa, anche perché il latte deve arrivare fino al livello delle ginocchia.
Ecco spiegato il detto. "Il latte alle ginocchia" indica proprio quel tempo lungo, quella situazione lenta e pesante che annoia, sfinisce.