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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cultura

La Roma di Raffaella Carrà, storia di un amore a prima vista

La regina della tv è arrivata nella Capitale a soli 8 anni e non l'ha più lasciata

Bolognese di nascita, ma romana di adozione. La scomparsa inaspettata di Raffaella Carrà, all'età di 78 anni, lascia attonita Roma. La Capitale l'aveva accolta quando ancora era una bambina, già con una tenacia e una determinazione da vendere e la saluta in quest'estate appena iniziata, neanche un mese dopo il suo compleanno.

Raffaella Carrà e Roma. Roma e Raffaella Carrà

Quello tra Raffaella Carrà e Roma è infatti stato un amore a prima vista, di quegli amori eterni. La regina della tv di trasferì nella Capitale che aveva solo 8 anni, per studiare presso l'Accademia Nazionale di Danza, all'Aventino e apprendere gli insegnamenti della fondatrice Jia Ruskaia. Qui, a due passi dal Circo Massimo, avvenne il primo indimenticabile incontro tra la Carrà e la Città eterna. 

Poi Cinecittà e gli studi presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, dove Raffaella Carrà ha esordito come attrice-bambina nel film "Tormento del passato" di Mario Bonnard, ma soprattutto dove ha visto per la prima volta quel mondo fatto di artisti che presto sarebbe diventato il suo mondo. 

Una carriera che è proseguita a Roma e che non è stata sempre semplice, fino agli anni '70, quelli che hanno incoronato Raffaella Carrà regina della tv. Il Teatro delle Vittorie e gli studi di Via Teulada sono stati la sua seconda casa e le hanno dato il riconoscimento, la fama che l'artista a tutto tondo meritava di avere. Cantante, ballerina, conduttrice, mattatrice del piccolo schermo. E anche la sede Rai in viale Mazzini l'ha accolta a braccia aperte nella conduzione di tantissimi programmi che hanno fatto la storia. 

Il quartiere romano di Raffaella Carrà

Il quartiere romano che per anni l'ha accolta a Roma, invece, è stato quello di Vigna Clara. Una zona abitata da molti personaggi della tv. La casa di Raffaella Carrà era vicina a quella di Gianni Bomcompagni, compagno di vita per un periodo e di grandi successi ancora più a lungo. 

La romanità, la Carrà l'ha sempre accolta con grande affetto e ironia. Indimenticabile quella volta in cui fu Alberto Sordi ad intervenire in una puntata di "Canzonissima" per ridimensionare tutto il clamore sul "Tuca Tuca" (era il 1971). O quel duetto con Sabrina Ferilli a Carramba che Fortuna 2008 in cui le due donne della tv cantarono tanti classici della musica romanesca, da "Tanto pe' cantà" a "La Società dei Magnaccioni".

Raffaella Carrà ha significato tanto per Roma, ha dato tanto ai romani, tessendo un legame indissolubile che neanche il suo passaggio "a un mondo migliore" - come Japino l'ha definito dandone la notizia - riuscirà mai a sciogliere.

E proprio da Roma, dal Tempio di Adriano (in piazza di Pietra) - tornato ad illuminarsi nell'estate 2021 con i colori e le immagini che ne raccontano la storia firmate da Paco Lanciano - si alza l'applauso 'italo-spagnolo' in onore della grande Raffaella Carrà. A ricordarla è stato l'ambasciatore spagnolo in Italia, Alfonso Maria Dastis Quecedo, presente insieme, tra le altre personalità politiche e culturali, alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, e al presidente della Camera di commercio capitolina, Lorenzo Tagliavanti: "Oggi è venuto a mancare un altro simbolo del legame tra Italia e Spagna- ha detto l'ambasciatore - Noi la consideriamo anche la nostra Raffaella".

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