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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cultura

La Roma di Marta Flavi

Conduttrice televisiva, è nata a Prati e cresciuta in centro. Da anni vive nel Tridente, che considera come un piccolo paese

Ne ha fatte innamorare di persone con 'Agenzia matrimoniale', il programma per cuori solitari che l'ha portata al successo negli anni'90. "Più di 1800 coppie". Se si chiede a Marta Flavi qual è la cosa più romantica che ha visto, però, non ci pensa molto prima di rispondere. Roma. La sua città. Figlia di una veneta e di un romagnolo, non ha mai imparato il dialetto ma la tradizione della Befana in famiglia è sempre stata sacra, "a piazza Navona il giorno prima a vedere le bancarelle e il 6 gennaio i calzettoni di lana pieni di dolci appesi al camino". "Gli anni più belli" nella casa a Corso Vittorio, "i più cazzari" invece quelli delle serate al Jackie O', quando "Niarchos arrivava con l'elicottero a via Boncompagni" e "c'erano delle feste bellissime". Villa Borghese il suo luogo del cuore, dove andava da bambina con i genitori e da ragazza "con tutti i fidanzatini". Oggi ci torna con la sua amica Benedetta Borghese, che le spiega ogni cosa perché "lì era tutto loro". Dei romani ama "la visione del mondo disincantata", ma "l'amante migliore è stato un israeliano".

Venticinque anni fa c'era Agenzia Matrimoniale, oggi Tinder. Ti incuriosisce questo nuovo modo di incontrarsi e innamorarsi?
"Quando ci si incontra e ci si innamora è sempre un miracolo, il mezzo non conta. Tinder credo sia più per incontri veloci, usa e getta. Poi certo capita anche che qualcuno si innamora, ma come può capitare di innamorarsi in ascensore o mentre si prende un aperitivo in un albergo. Questa magia può accadere ovunque e con chiunque. E poi l'amore, ahimè, scatta a tutte le età".

Tu ne hai fatti innamorare tanti con il tuo programma.
"Più di 1800 coppie".

Ti sei sposata una sola volta e hai detto che ti è bastata...
"Non sono portata per il matrimonio, sono stata abituata fin da piccola ad essere sempre molto indipendente, a contare su di me. Nel matrimonio devi condividere tutti gli spazi, c'è una convivenza che a me non piace. Comunque, non sono stata più sposata ma sono sempre stata fidanzata, non scappo dalle emozioni. Il matrimonio è qualcosa che ha senso se sei giovane e vuoi mettere su una famiglia, perché i figli ancora oggi non sono così tutelati se i genitori non sono sposati".

Un passato da Cupido, qual è secondo te il posto più romantico di Roma?
"Roma è tutta romantica. Non c'è un posto dove non ti vuoi dare un bacio con l'uomo o la donna che ami. Basta voltarsi e c'è sempre una fontana, un parco, una colonna, è veramente tutto romantico. Il Ghetto è un posto bellissimo, ci sono angoli straordinari, ma anche Trastevere. Siamo fortunati e te lo dice una che ha viaggiato moltissimo. Ho vissuto in America, a Londra, Venezia, Bologna, Napoli, ma ogni volta che torno qui mi si allarga il cuore".

Hai girato mezzo mondo ma sei nata a Roma.
"Sì. Sono figlia di una veneta e mio padre era romagnolo. Io sono romana, anche se non parlo il dialetto. Mi piace tanto ma non sono capace. Mi sento fortunata ad essere nata e cresciuta qui".

Dove?
"A Prati, in via Pompeo Magno. Poi ci siamo trasferiti a Corso Vittorio perché mio padre aveva una casa lì, anche se a mia madre non piaceva. Abbiamo vissuto anche a Belsito, Balduina. Gli anni più belli però sono stati quelli a Corso Vittorio. Mi ricordo il periodo della Befana: andavamo a piazza Navona il giorno prima a vedere le bancarelle e il 6 gennaio trovavamo appesi al camino questi calzettoni di lana pieni di dolci. La sera preparavamo il tavolo per la Befana, che arrivava stanca, con le frittelle, i mandarini, tante cose da mangiare e un bicchiere di vino".

Non hai mai imparato il dialetto, però la Befana è un pezzo importante della tradizione romana.
"A casa si è sempre festeggiata. Poi abitando a Corso Vittorio, a due passi da piazza Navona".

A proposito di tradizione, in cucina?
"Non mi piace affatto la cucina romana. Non la cucino, a parte che non so proprio cucinare, ma nemmeno la mangio. Faccio lo strudel, per dire. Mia nonna, romagnola, cucinava le cose romane e anche benissimo. Lei era legatissima a Roma. Ma come si fa a non essere legati a Roma?".

Cosa ti lega di più?
"Intanto la bellezza: più bella di Roma forse c'è solo Venezia, ma non posso dire più bella, è diversa. Poi qui ci sono i miei ricordi di quando ero bambina. Ho avuto un'infanzia straordinariamente bella ed è legata a doppio filo a questa città".

Ti trasferiresti a Venezia?
"No io da Roma non andrò mai via e non andrò mai via da questa casa. E' un punto di riferimento che mi sono scelta e mi piace tanto".

Dove abiti?
"Dietro piazza del Popolo. Adoro questa zona. Il Tridente è un paese. Ci tappiamo a casa il sabato e la domenica, perché c'è l'invasione, per il resto lo viviamo come una piccola community. Se per qualche giorno non mi vedono mi citofonano per sapere se va tutto bene. Non mi sposto quasi mai da qui, quando esco bazzico un paio di alberghi dove vado a colazione, pranzo, cena e merendina. Piazza del Popolo la trovo più bella sia di piazza Navona che di piazza di Spagna. E' la mia piazza. L'unica cosa bella del lockdown era uscire e avere piazza del Popolo deserta, mi sentivo la proprietaria".

Il luogo del cuore?
"Villa Borghese. Da piccola i miei genitori mi ci portavano sempre, è il mio giardino. Anche da ragazza con i fidanzatini andavo lì. Io amo le fontane, lì ci sono delle fontane bellissime. Dove c'è il laghetto poi, è un posto stupendo. Da piccola salivo sul leone, che adesso non c'è più, però ecco quello è un posto che fa parte di me. Poi sono amica di Benedetta Borghese e quando ci vado con lei è divertente, mi spiega ogni cosa, era tutto loro".

Invece i luoghi della tua adolescenza?
"Spesso stavo a piazza delle Muse con gli amici, oppure a via Veneto, anche se era passato il tempo della Dolce Vita. Se no ci mettevamo davanti al Piper".

Andavi a ballare al Piper?
"No, io sono della generazione dopo. Andavo al Jackie O' e al Number One. Il periodo più cazzaro in cui frequentavo gente cazzara, avevo vent'anni. Quel periodo è stato molto divertente. Mi ricordo Niarchos che arrivava con l'elicottero a via Boncompagni, c'erano delle feste bellissime. All'epoca avevo un fidanzato che prendeva il tavolo più bello del locale, sempre pieno di gente. Il Jackie O' ha fatto la storia, ma anche il Number One".

Anche il Gilda.
"Qualche tempo dopo sì, però in forma becera. Era un massacro, c'era chiunque".

Adesso quando esci?
"Non vado a ballare (ride, ndr). Non faccio vita mondana, poi dopo questo maledetto Covid la mia vita sociale è diventata veramente ristretta".

Nata e cresciuta in centro, vivi nel centro storico. La periferia non l'hai mai frequentata?
"No, ma non avrei problemi a farlo. Ormai la periferia si è integrata con la città e questo è un bene. Una volta addirittura San Giovanni era periferia. Adesso ci sono questi quartieri belli, pieni di fermento, penso al Pigneto ad esempio, so che ci sono tanti posti carini. Sotto questo punto di vista Roma sta diventando come le altre città europee, dove anche fuori dal centro ci sono zone che hanno la loro vita, anche culturale".

A bruciapelo. I romani che amanti sono?
"I romani, se sono educati, sono simpatici e scanzonati. Il romano ha una visione del mondo che mi incanta perché è molto disincantata, forse perché è abituato a Roma e quindi nulla in realtà lo colpisce. Come amanti non te lo so dire, perché il mio amante migliore non era romano. Era israeliano".

Hai mai pensato di scendere in politica per la tua città?
"Assolutamente no, anche se qualcuno me lo aveva chiesto. Non ti dico chi. Nel mio piccolo però cerco sempre di fare qualcosa per Roma. Me ne prendo cura come cittadina, soprattutto per quanto riguarda il decoro e la pulizia, se vedo bottiglie a terra le raccolgo e le butto anche se ho un tacco 12. Qui dove abito io ci siamo organizzati, abbiamo un rapporto con i signori dell'Ama che sono molto carini, a differenza di quello che pensa la gente, e siamo riusciti ad avere un miglioramento".

Uno slogan per Roma.
"Riempiamola di sorrisi e di cose belle".

La grande bellezza...
"La grande bellezza deve essere mantenuta. E' come una donna, si deve curare altrimenti diventa brutta. Ti è stata data la fortuna di vivere in questa città da sogno? La devi mantenere. La città è nostra".

Grazie Marta.
"Hai capito allora? Il migliore amante era israeliano (ride, ndr)".
 

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