rotate-mobile
Cultura

La Roma di Laura Freddi

Showgirl e romana doc, dalla Magliana a Monteverde ha vissuto ogni sfaccettatura di questa città

L'accento l'ha perso dopo 12 anni a Milano, dove i primi tempi appena apriva bocca le facevano notare che si sentiva, "un incubo". L'amore per Roma invece è intatto da sempre. Nata a Garbatella, cresciuta tra la Magliana e Monteverde, Laura Freddi si definisce una "romana doc" e lo stesso senso di appartenenza lo sta trasmettendo a sua figlia Ginevra - avuta tre anni fa dal compagno Leonardo D'Amico - che "ogni tanto fa 'aoh'". La comitiva a via Giuseppe Tornielli, "quando non c'erano cellulari e social e si stava insieme sul muretto", il primo bacio sulle scalette che portano al capolinea del 44, "un flop pazzesco", i sabati pomeriggio "a fare le vasche a via del Corso", fino al giorno in cui fu costretta a scappare, circondata da ragazzi urlanti. Erano gli anni di Non è la Rai, "una cosa incredibile". Dopo tanti anni all'Axa, dove comprò la sua prima casa, l'amore l'ha riportata a Monteverde.

Da tre anni al curriculum si è aggiunta un'altra voce. Mamma. Un lavoro a tempo pieno...
"Assolutamente sì. Da tre anni mi dedico esclusivamente a Ginevra. L'ho desiderata così tanto che quando è arrivata all'età di 45 anni, un miracolo, non potevo fare diversamente. Me l'ero sempre promesso che se fosse arrivato un figlio avrei fatto così. Nella vita mi sono divertita tanto e adesso il mio tempo è tutto per lei".

Ginevra è romana come te. Le stai già facendo scoprire la città?
"Poverina, si è trovata nel bel mezzo di questa pandemia, per cui tra lockdown, le scuole chiuse, il non potersi godere i parchi, abbiamo fatto cose in maniera limitata. Da piccolissima, pre Covid, siamo riusciti a portarla a fare la Befana a piazza Navona. Spesso la porto alle giostrine del Gianicolo, dove andavo anch'io da piccola, facciamo belle passeggiate. Con lei sono tornata a vivere i posti che frequentavo da ragazzina. La vedo già che è una romana doc come me, come la mia famiglia. Ogni tanto fa 'aoh'".

Lezioni di romano...
"Non da me, dai miei genitori. Per dodici anni ho vissuto a Milano e l'accento un po' l'ho perso. I primi tempi appena aprivo bocca mi dicevano 'Sei romana'. Si sentiva tanto, me lo dicevano in continuazione, era un incubo".

Dove sei cresciuta?
"Sono nata a Garbatella e ho trascorso un pezzo di infanzia lì, dove c'erano i miei nonni paterni, poi ci siamo trasferiti a via della Magliana. In me c'è un misto di cose, per questo dico che mi sento romana doc, perché ho vissuto tutto: la periferia, il cuore di Roma come Testaccio, dove mia zia aveva una merceria e da ragazzini giocavamo sul marciapiede davanti al negozio, Trastevere, dove abitavano alcuni parenti di mio padre, Monteverde, Ostia. Ho vissuto in più posti, vedendo sia le cose belle della città che quelle più pericolose, perché la Magliana negli anni '70 non era proprio il posto più tranquillo".

Che ricordo hai di quegli anni?
"Crescendo lì ho imparato a vivere nelle situazioni più toste. Da ragazzina giocavo per strada, controllatissima da mia mamma, che non ci perdeva mai di vista. Avevamo l'ora d'aria, così la chiamavo. Di cose ne succedevano. Ho avuto anche notizie, più avanti negli anni, di amici che non se l'erano passata bene. Mi sono fatta le ossa in quel tipo di situazione e non la rinnego mai, perché quella parte di me, che è la mia infanzia, ce l'ho nel cuore. E' grazie a quell'esperienza se io oggi, come dico sempre, so stare bene sia su una 500 che su una Ferrari".

E l'adolescenza?
"L'adolescenza l'ho trascorsa a Monteverde, dietro ai Colli Portuensi. Quando avevo 13 anni ci siamo trasferiti da mia nonna che era rimasta sola. Ci siamo un po' stretti a casa sua e sono stati gli anni più divertenti e più belli. Quando esistevano le comitive e non c'erano i social, i cellulari, i computer. Facevamo i ragazzi del muretto. Ci si divertiva, facevamo un bel caos. Cantavamo, nascevano le prime cottarelle, le amicizie. E poi la musica di quegli anni, incredibile, dai Duran Duran a Madonna. Io mi sono vestita in tutti i modi. C'era la moda dei paninari, avevo i 501 con il cavallo che arrivava alle ginocchia, la cinta di El Charro e le polacchine".

Dove ce l'avevi la comitiva?
"A via Giuseppe Tornielli, sotto casa di mia nonna. Poi mi ricordo le scale che portavano giù verso il capolinea del 44, che noi prendevamo per andare a piazza Venezia. Facevamo da capolinea a capolinea, ma io lo prendevo anche per andare a scuola, scendevo a via Fonteiana davanti al Morgagni".

Le scalette sanno di primo bacio...
"L'ho dato proprio lì infatti, ma è stato un flop pazzesco (ride, ndr). Avevo 13 anni. Si chiamava Alessio. Sono tornata a casa che avevo la nausea, una tragedia".

Poi sono arrivati gli anni di Non è la Rai e girare in città era sicuramante più complicato.
"Quella fu una cosa incredibile. Dopo tre o quattro mesi dall'inizio del programma, come sempre, il sabato con le mie amiche prendevamo il 44 e andavamo in centro. Facevamo le vasche a via del Corso. Avevo 19 anni. Non avevo ancora compreso quello che stava creando quel programma, fino al giorno in cui fui costretta a fuggire. Ero a via del Corso e dopo pochi minuti mi sono resa conto che si voltavano tutti, guardavano, mi chiamavano. A un certo punto mi sono trovata tutti questi ragazzi e ragazze dietro, che urlavano. Fu bello ma allo stesso tempo spaventoso. Di corsa riprendemmo il 44 per tornare a casa. Da quel momento sono sempre stata molto attenta a dove andavo e non uscivo mai da sola. Era veramente un continuo".

Prima hai accennato di Ostia. Hai vissuto anche lì?
"Da Monteverde i miei si spostarono ad Acilia, quando ad Acilia non c'era davvero nulla. E' stato un trauma. Ho dovuto cambiare scuola, amici, non è stato semplice, però mi sono adattata. Questo viene dalla tempra della Magliana. Ho finito il liceo a Ostia, al Toscanelli. Andavo alla succursale, in via Cozza, davanti al mare. Secondo te quante volte siamo entrati in classe?"

Poche...
"Era più le volte che andavamo in spiaggia. Io ero una secchiona ma lì persi un po' l'orientamento con lo studio, gli ultimi anni di scuola sono stati una tragedia".

Sei d'accordo con chi sostiene che Ostia dovrebbe diventare un comune a parte?
"Secondo me sì. Su Ostia bisognerebbe metterci le mani in un altro modo".

E al mare dove andavi?
"Per anni sono andata a Fiumicino, alla Playa, con i miei genitori, mia zia, tutta la famiglia. Mi ricordo queste giornate tutti insieme, con la cabina: si apparecchiava, si mangiavano i panini con le fettine panate, le frittate. Una caciara. In spiaggia mi ricordo che venivano a darmi questi volantini per partecipare ai concorsi di bellezza, che poi sistematicamente mio padre strappava. Una volta partecipai, alla fine sono diventata Miss di tutto il litorale: Miss Fiumicino, Miss Ostia, Miss Teenager. A Ostia invece ho sempre frequentato il Corallo, dove vado anche oggi con mia figlia e il mio compagno. Sono sempre rimasta legata a quello che facevo da ragazzina, sono le mie basi e i miei riferimenti".

Dodici anni a Milano sono tanti...
"A Milano ho vissuto un periodo stupendo. Dicevano che non mi sarei mai inserita, invece mi sono creata una cerchia di amicizie bellissime. Mi sono divertita tanto e quando sono tornata a Roma, ti dico la verità, Milano mi è mancata. La Milano di quegli anni però, oggi forse è tutto diverso e non so se riuscirei a starci".

Quando sei tornata era come iniziare un nuovo capitolo...
"Quando sono tornata da Milano ho iniziato a fare Buona Domenica e ho comprato casa all'Axa. Una villettina, con grande gioia dopo tanti sacrifici, a 29 anni. Mi sono goduta questa vita fatta di verde, con il mare vicino, la tranquillità. Anche il mio ex marito abitava in zona, perciò quando mi sono sposata sono rimasta lì. Poi ci siamo lasciati, ho venduto casa e quando ho rincontrato l'amore mi ha riportato a Monteverde".

Leonardo?
"L'ho conosciuto giocando a beach volley, la mia grande passione. Il circolo sta proprio a Monteverde. Siamo andati a vivere nella casa dei suoi nonni, vicino casa di mia nonna, dove abitavo da ragazzina. Pensa la vita che incontri e che ritorni ti riserva".

Qual è il tuo luogo del cuore?
"Il Gianicolo. Da bambina i miei genitori mi portavano lì a vedere le marionette di Pulcinella. Più volte ho tentato di farle vedere anche a mia figlia, ma non si capisce mai quando ci sono e quando no. Da lì mi metto a guardare Roma, quel panorama stupendo, il fontanone, la chiesa dove si sono sposati i miei. Sono tutti ricordi dell'infanzia. Una volta si faceva anche il giro sul pony. Un altro posto importante per me è stata la scuola di danza a piazza Meucci. Ci restavo ore, pomeriggi interi, non solo a ballare ma anche a guardare le ragazze più grandi".

Una serata indimenticabile?
"Nel 2005, per il primo anniversario della morte di Gabriella Ferri, presentai una serata dedicata a lei, a piazza Navona. Ho cantato 'Qui sotto l'arberi de lungotevere'. Quella è stata la serata più bella, non la scorderò mai: presentare nella mia città una serata in onore di Gabriella Ferri, la numero uno. Mi resterà sempre nel cuore quell'emozione".

Ti definisci romana doc. Anche nella cucina?
"Certo. Ho imparato tutto da mamma. L'amatriciana te la faccio alla grande, la gricia te la faccio alla grande, ma pure la cacio e pepe. Modestamente. A casa siamo cresciuti con la cucina tipica, carciofi fritti e tutto il resto. Mia madre fa tuttora la coda alla vaccinara, che io non ho mai amato, ma fa parte del menu".

Romana e romanista?
"Sì sì. Anche se ultimamente non la seguo più come prima, anni fa ero molto più accanita. Il sangue però è sempre romanista".

Alle ultime elezioni si sono candidati diversi personaggi del mondo dello spettacolo. Tu lo faresti mai?
"No, non sarei una buona politica. E' un mestiere che deve fare chi ha la patente per farlo. E' vero che adesso il politico sembra più uno showman, ma mischiare le cose non fa bene. Non mi sono mai schierata politicamente".

C'è qualcosa che cambieresti di Roma?
"Io Roma non la cambierei mai. Per me è questa, nei suoi pregi e difetti. E' la mia città, ho le mie radici qui. Roma va presa così com'è".
 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La Roma di Laura Freddi

RomaToday è in caricamento