rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cultura

INTERVISTA | Jason Prempeh, da Tor Bella Monaca a Shake: "Sono Thomas, l'Otello tra i banchi di scuola del Mamiani"

L'attore romano interpreta Thomas, l'Otello dei nostri giorni, nella nuova serie di Raiplay. Ecco cosa ha raccontato a RomaToday

Da venerdì 14 aprile, su Raiplay è arrivata "Shake", la nuova serie televisiva che, dopo "Mare Fuori" parla ai giovani dal punto di vista dei giovani. Lo fa riprendendo una delle tragedie più famose di tutti i tempi: l'Otello di Shakespeare, ma non è ambientata nella Venezia del XVII secolo, bensì in un liceo di Roma, oggi.

Alessandro Cannavà, il "Cassio" di Shake parla romano e viene da Centocelle 

Jason Prempeh, l'Otello di Shake

Otello, in Shake, si chiama Thomas e ha il volto di un sedicenne leader, non dell'esercito veneziano, ma di una crew di parkour. Ad interpretarlo è il giovane  Jason Prempeh: 24 anni, di Tor Bella Monaca, che proprio nel quartiere periferico della Capitale ha mosso i primi passi su un palcoscenico. Lo ha raccontato proprio lui a RomaToday. 

In Shake interpreti l'Otello dei nostri giorni, parlaci meglio del tuo personaggio?

Io sono Otello, in chiave moderna, tra i banchi di scuola; un ragazzo di 16 anni con una grande passione per il parkour. Thomas è un ragazzo leale, ingenuo ma determinato, che si troverà ad entrare in un clima psicologico fatto di tormenti, a mettere in discussione le sue amicizie che ha da quando era piccolo.

Cosa succederà a Thomas nella serie?

Thomas crescerà, uscirà dalla sua ingenuità, si innamorerà per la prima volta e conoscerà le paure di provare amore per qualcuno. Il parkour che pratica con gli amici è in realtà una grande allegoria della sua vita: a volte bisogna lanciarsi senza sapere bene cosa c'è al di sotto.

A proposito del parkour: nella serie fai delle acrobazie incredibili. Sei davvero tu o c'è uno stunt?

Alcuni salti li ho fatto io, con gli altri ragazzi abbiamo seguito diversi giorni di training con degli esperti. Per la maggior parte delle acrobazie, però, soprattutto le più difficili, hanno preso uno stunt. Non potevamo correre il rischio di farci male, nè io, nè Alessandro Cannavà che nella serie interpreta Cassio, nè Giada Di Palma che è Iago. In realtà il parkour ha un certo legame con la mia vita: a 14 anni iniziai a praticarlo, ma mi feci male e dovetti smettere; mi piaceva molto e continua a piacermi tutt'ora. E' stato bello confrontarmi con questa disciplina.

I parkour park che si vedono nella serie dove si trovano a Roma?

Uno è sotto il Ponte della Musica, l'altro all'Ex Snia al Pigneto, abbiamo girato anche altri parchi, ora non li ricordo tutti, per cercare delle scene underground interessanti.

La casa di Thomas, il liceo e gli altri luoghi frequentati da te e gli altri protagonisti di Shake, invece, dove si trovano?

Casa mia è a Roma Sud, il liceo è il Mamiani, molte scene sono girate a Roma Nord e ai Parioli.

Cosa ti ha colpito di più di Shake? Cosa è successo che non ti aspettavi?

La cosa più bella è proprio che Shake abbia lo scopo di avvicinare i giovani a Shakespeare, dimostrando che alcune tematiche sono eterne. Il punto di forza di questa serie è che racconta i giovani non come li vedono i grandi, ma come sono. Avere come regista Giulia Gandini, quasi nostra coetanea, ha sicuramente aiutato in questo. Lei è stata molto flessibile, molto vicina al mondo teen. Portare tutti i processi psicologici di Otello in un teen drama, con la storia giusta, il linguaggio giusto è stata, secondo me, la sfida più difficile. 

Cosa ti auguri che arrivi ai giovani attraverso il tuo Otello?

Spero che i giovani si possano rivedere nelle emozioni e nelle situazioni che Thomas, Michele, Gaia, Beatrice vivono in Shake. Il primo approccio all'amore, la gelosia. Spero che, condividendo o meno, possano porsi delle domande, interrogarsi e confrontarsi.

Ora parlaci di te: chi è Jason Prempeh?

Ho 24 anni, sono nato e cresciuto a Roma, nel quartiere di Tor Bella Monaca e anche se oggi vivo in centro è lì che è rimasto il mio cuore ed è a Tor Bella Monaca che devo chi sono oggi. Qui ho iniziato a fare i primi spettacoli. Pensare che il primo spettacolo a 13-14 anni fu "Sogno di una notte di mezza estate", insomma, Shakespeare ritorna nella mia vita (ride, ndr). Era un periodo in cui cercavo un hobby, mi piaceva cantare e volevo fare l'avvocato, poi mi sono ritrovato nella compagnia teatrale della parrocchia di Santa Maria del Redentore, a Tor Bella Monaca.

Hai capito così che volevi fare l'attore?

Sì, dopo un paio d'anni in quella compagnia teatrale, ho cercato una scuola di teatro e mi sono iscritto a Testaccio alla YD'Actors.

Quali sono stati i quartieri della tua infanzia, le scuole frequentate, le zone dove ti vedevi con gli amici?

Tor Bella Monaca è sempre al primo posto nella mia infanzia e adolescenza, ho frequentato i quartieri di Torrenova e Centocelle. Le medie le ho fatte alla Dario Pagano, il liceo al Kant fino al terzo anno, poi ho proseguito in un istituto privato per terminare gli studi. A Torre Angela ci andavo da ragazzo, c'era un parco dove - verso i 14-15 anni - ci incontravamo con gli amici, non ricordo il nome. Un'altra zona alla quale sono particolarmente legato è sicuramente Barberini.

Come mai proprio Barberini?

Dopo le "giornate no" in accademia di recitazione andavo al cinema per ritrovare la motivazione e ricordarmi perché stavo facendo tutto questo.

Cosa devi alla periferia? Quali sono stati per te i vantaggi di essere cresciuto in un quartiere come Tor Bella Monaca?

Posso dire che, spesso, in alcune zone centrali di Roma - come accade anche in Shake - si avverte una forte divisione dovuta al ceto sociale. Riflettevo invece sul fatto che in periferia questo classismo non c'è o comunque non si percepisce. Io sono cresciuto con le prese in giro sulla fisionomia, tutti a scuola avevano un soprannome, ma non ho mai avvertito questa distinzione tra il più abbiente e il meno abbiente. La periferia il più delle volte viene associata al degrado, ci si sente soli, ma questo fa dare sicuramente un valore diverso alle persone che ti circondano.

C'è un attore romano a cui ti ispiri?

Non a cui mi ispiro ma per cui impazzisco. E' Luca Marinelli, credo che sia davvero talentuoso. Secondo me è pazzesco. 

Shake non è per te la prima esperienza davanti alla macchina da presa. Quali sono le altre tue esperienze al cinema e in tv?

Un'altra esperienza molto importante è la serie "Unwanted" diretta da Oliver Hirschbiegel, 8 episodi che arriveranno prossimamente su Sky. Per la Rai sono stato nel cast di "Noi", versione italiana di "This is us" in cui ho interpretato Mimmo. Sono stato anche nel cast di "The Slaughter - La mattanza".

Cosa ti aspetti dal cinema, quali sono i tuoi sogni?

Spero che il cinema continui a darmi l'opportunità di lavorare a personaggi profondi, a ruoli che siano riscontrabili nel sociale, storie di vita vera che possano far riflettere. Sul cinema, in generale, spero che non si fossilizzi troppo, che non racconti una realtà troppo edulcorata come a volte accade e che continui a mostrare il punto di vista dei giovani, proprio come fa Shake.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

INTERVISTA | Jason Prempeh, da Tor Bella Monaca a Shake: "Sono Thomas, l'Otello tra i banchi di scuola del Mamiani"

RomaToday è in caricamento