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Cultura

I davanzali del Palazzo di Montecitorio

Palazzo Montecitorio: l'attuale sede della Camera dei Deputati, nonostante le numerose modifiche e ricostruzioni, ci appare nelle sue forme originali sul lato dell'omonima piazza. Ai due angoli dell'edificio, si può notare come le ultime tre finestre del primo piano abbiano dei davanzali che sembrano scavati nella roccia, emergendo a fatica dalla loro matrice originale. Osservando più attentamente, dalla pietra grezza si possono anche vedere spuntare frammenti di foglie e ramoscelli, come se la pietra fosse viva.

Lungi dall’essere un errore o un elemento incompiuto, questi davanzali furono una vera scelta di Gian Lorenzo Bernini a cui, nel 1653 papa Innocenzo X commissiona la costruzione del palazzo, per un suo nipote, Niccolò Ludovisi. La costruzione, per alterne vicende, si interruppe per quasi cinquant’anni, fino a quando papa Innocenzo XII affidò il completamento dell’edificio a Carlo Fontana, che era stato allievo del Bernini; egli rispettò lo spirito barocco dell’immensa facciata convessa e anche delle finestre d'angolo, con l’irruzione di una natura non domata nell’ordine architettonico. C'è chi ha voluto leggere questa presenza in chiave politica, intendendo la sottomissione della natura all’ordine pontificio.

Il tema del travertino che assume un aspetto nuovamente naturale si ritrova in un'altra grande opera del Bernini: la Fontana dei Quattro Fiumi di Piazza Navona. Ed è proprio grazie all'originalità di questa fontana - che sedusse papa Innocenzo X  - che al Bernini venne commissionato il palazzo di Montecitorio.

Dalla guida “Roma insolita e segreta” di Ginevra Lovatelli, Adriano Morabito e Marco Gradozzi, edita da Jonglez (www.edizionijonglez.com), disponibile in tutte le librerie d’Italia e nei negozi online.

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