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Cultura

Le insegne storiche di Roma fotografate da Eva: "Perché certi ricordi non vadano persi"

Intervista a Eva Romoli che da 5 anni fotografa e conserva le insegne dei negozi storici della Capitale

Mentre a causa del Covid tante serrande continuano ad abbassarsi, tante attività commerciali presenti da una vita a Roma sono costrette a chiudere, c'è chi le insegne storiche della Capitale ha pensato di fotografarle - già da qualche anno - per evitare che un giorno, anche quando non ci saranno più, vadano dimenticate.

E' l'idea di Eva Romoli nata per gioco 5 anni fa, davanti ad un cinema, mentre aspettava le amiche per entrare. "Ho notato due insegne - racconta a RomaToday - 'Tavola calda' e 'Orologeria Seiko' entrambe storiche e mi sono chiesta 'Ma se queste insegne spariscono, sparisce anche l'occasione di riassaporare certi profumi, certi ricordi'".

Così Eva ha iniziato a guardarsi intorno, quando andava a fare la spesa, quando usciva per lavoro o per passeggiare, inizialmente nel suo quartiere, Prati, e ha iniziato a fotografare tutte le insegne storiche che le capitava di vedere e a raccoglierle su Facebook in una cartella. 

Da allora la raccolta si è sempre più arricchita, anche grazie al contributo di amici che incuriositi dall'idea di Eva Romoli si sono uniti a lei, fotografando le insegne storiche della proprio zona e inviandogliele. "La fotografia non ha nulla a che vedere con il mio lavoro - ci tiene a sottolineare Eva - le foto non sono perfette, non sono una fotografa e non ho ambizione di diventarlo, il mio obiettivo è quello di conservare qualcosa che un giorno potrebbe essere dimenticato". 

Le insegne storiche di Eva Romoli

Ad alcune delle insegne fotografate, poi, Eva è particolarmente legata: "C'è ad esempio l'insegna della trattoria l'Abruzzese, il cinema Azzurro Scipioni, la pasta all'uovo dove vado ancora, una serie di cartolerie, la pizza rustica dove passavo a prendere la pizza prima di andare a scuola e tante altre".

Dal 2016 ad oggi Eva Romoli ha raccolto 675 insegne storiche, che raccontano la Capitale dal centro alla periferia. Insegne di forni, pastifici, trattorie, calzolai, librerie, mercerie, pizzerie e altro ancora, tutte raccolte su Facebook: "Facebook mi dava più il senso della raccolta rispetto ad altri social, come Instagram ad esempio", spiega a RomaToday.

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