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Cultura

Festa del Cinema di Roma, da David Lynch a Nanni Moretti: tutti i protagonisti degli Incontri Ravvicinati

All'Auditorium registi e attori: ci sono anche Christoph Waltz, Xavier Dolan e Fiorello

Dal 26 ottobre al 5 novembre la Festa del Cinema di Roma torna ad animare l’Auditorium Parco della Musica e altri luoghi della città. La manifestazione, giunta quest’anno alla dodicesima edizione celebra il meglio del cinema e lo festeggia ogni giorno con un programma ricco e variegato: dalle grandi anteprime ai classici intramontabili fino agli incontri con i protagonisti.

Festa del Cinema di Roma: tutti i protagonisti degli Incontri Ravvicinati

La dodicesima edizione della Festa del Cinema di Roma dedica ampio spazio proprio agli incontri con registi, attori e grandi personalità del mondo della cultura e dello sport che arriveranno nella Capitale vestita a festa da tutto il Mondo.

PREMIO ALLA CARRIERA 2017

DAVID LYNCH

A quarant’anni dall’uscita del suo primo lungometraggio, Eraserhead, la Festa del Cinema di Roma celebra il genio di David Lynch assegnandogli il Premio alla Carriera. Regista di opere straordinarie caratterizzate da atmosfere surreali, immagini ipnotiche e una quasi totale assenza di linearità, dopo essersi dedicato alla pittura si avvicina al cinema con un corto intitolato Six Men Getting Sick (Six Times), girato nel 1966 con un budget di soli 200 dollari. Nel 1971, mentre studia all’American Film Institute Conservatory, inizia a girare Eraserhead, che uscirà nel 1977; è uno dei debutti più originali e inquietanti della storia del cinema. Nel 1980 Mel Brooks gli affida la regia di The Elephant Man, che riscuote un successo straordinario e guadagna otto nomination agli Oscar®, tra cui quelle per la Miglior regia e per la Miglior sceneggiatura non originale. Il cineasta, pittore, musicista, compositore, attore, montatore, scenografo e scrittore incontrerà il pubblico della Festa del Cinema e ripercorrerà la sua straordinaria opera (oltre ai titoli già citati ricordiamo Mulholland Drive, Velluto blu, Inland Empire e la serie cult I segreti di Twin Peaks). Con gli spettatori dell’Auditorium, Lynch parlerà anche dei tre film che hanno maggiormente influenzato la sua carriera, tra i quali 8½ di Federico Fellini.

XAVIER DOLAN

A soli ventotto anni ha già alle spalle una notevole filmografia, che testimonia un solido percorso evolutivo sia nello stile che nei contenuti. Con un Premio della Giuria al Festival di Cannes vinto nel 2014 per Mommy e un Grand Prix, nel 2016, per È solo la fine del mondo (titolo scelto per rappresentare il Canada agli Oscar® 2017 come Miglior film straniero), il giovane autore canadese è senza dubbio il più originale e carismatico cineasta della sua generazione. Attore, sceneggiatore, produttore, doppiatore (ha prestato la voce al personaggio di Stan nella versione francese di South Park e a Rupert Grint nella saga di “Harry Potter”) e regista di sei lungometraggi di successo e di due videoclip – tra cui Hello di Adele – inizia a recitare da bambino, ma è nel 2008 che scopre l’amore per la regia. Il suo primo film J’ai tué ma mère, realizzato con una sceneggiatura scritta quando aveva sedici anni, si rivela un successo e arriva diritto al Festival di Cannes, consacrandolo come un enfant prodige della settima arte. Con un’idea di cinema estremamente intima e personale, riesce a esprimere il sentimento che nasce dalle piccole cose, reso vivido da storie di grandi passioni alle quali Dolan si approccia con una disinvoltura e una maturità incredibili per la sua età. Alla dodicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, parlerà della sua già ricchissima carriera di interprete e autore a tutto tondo.

ROSARIO FIORELLO

Reduce dal successo della terza edizione di Edicola Fiore e dopo aver annunciato il suo ritorno al varietà, Rosario Fiorello, considerato un peso massimo dello spettacolo italiano, incontrerà il pubblico della Festa del Cinema. Celebri i suoi inizi tra la gavetta nei villaggi vacanze e la leggendaria bocciatura al provino con Pippo Baudo, nonostante la quale Rosario riesce ad ottenere un enorme successo conducendo numerose edizioni di “Karaoke”, programma divenuto un vero e proprio fenomeno di costume. Nel 1993 è alla conduzione di “Festivalbar”, lavorando al fianco di Claudio Cecchetto. In quell’anno riceve un Telegatto come Personaggio rivelazione dell’anno e uno per la Trasmissione rivelazione dell’anno, mentre l’anno seguente viene eletto Personaggio maschile dell’anno. Dopo un quinto posto a Sanremo, nel 1995, per lui ha inizio un susseguirsi di conduzioni importanti, durante le quali riesce a imporre sempre più il suo stile, fatto di leggerezza e perfetti tempi comici. Le ottime capacità canore e la straordinaria abilità di imitatore decretano un altro incredibile successo durato otto anni, ottenuto alla conduzione di Viva Radio2. La sua versatilità gli spalanca anche le porte del cinema – compare ne Il talento di Mr. Ripley di Anthony Minghella, nel quale interpreta Tu vuò fa’ l’americano di Carosone, accanto a Matt Damon e Jude Law – e del doppiaggio cinematografico: ha dato voce a personaggi animati come Dimitri in Anastasia, Johan Padan, dall’opera di Dario Fo, il gatto Garfield ed è stato la voce narrante del documentario La Marcia dei Pinguini.

JAKE GYLLENHAAL

Con un papà regista (Stephen Gyllenhaal) e una mamma sceneggiatrice (Naomi Foner), il destino di Jake Gyllenhaal è segnato sin dalla tenera età. A dieci anni debutta al cinema nel film di Ron Underwood Scappo dalla città – La vita, l’amore e le vacche. Dopo essersi diplomato alla Harvard-Westlake High School di Los Angeles nel 1998, Jake si iscrive alla Columbia University di New York per studiare religioni orientali e filosofia, ma dopo due anni abbandona gli studi per concentrarsi sulla sua carriera d’attore. La notorietà internazionale arriva nel 2001 grazie al film di Richard Kelly, Donnie Darko, nel cui cast figura anche la sorella Maggie. Seguono per lui una serie di pellicole di successo tra cui The Day After Tomorrow – L’alba del giorno dopo di Roland Emmerich e il pluripremiato I segreti di Brokeback Mountain, di Ang Lee, che gli è valso una nomination agli Oscar® e un Bafta Award. Nel 2007 è nel cast di Zodiac, il thriller di David Fincher in cui interpreta un vignettista appassionato di enigmistica accanto a Robert Downey Jr. e Mark Ruffalo e Rendition di Gavin Hood. Nel 2013 è protagonista di altri due thriller, entrambi diretti da Denis Villeneuve, Prisoners ed Enemy. Nel novembre del 2014 esce nelle sale italiane Lo sciacallo – Nightcrawler di Dan Gilroy, pellicola che vede Gyllenhaal nella doppia veste di protagonista e produttore. Impegnato in numerosi progetti in ambito sociale che promuovono la cultura, i diritti umani, la non-violenza e la difesa dell’ambiente, Jake Gyllenhaal è anche un grande appassionato di baseball – tifa i Boston Red Sox, e i Pittsburgh Steelers. Alla Festa di Roma sarà protagonista di un Incontro Ravvicinato con il pubblico.

PHIL JACKSON

Con oltre mille vittorie al suo attivo, Phil Jackson è l’allenatore che ha avuto più trionfi nella storia del basket professionistico americano. La sua leggenda inizia da giocatore, con due titoli vinti negli anni Settanta con i New York Knicks. Negli anni Ottanta esordisce come allenatore nell’ormai scomparsa CBA, vincendo il titolo nel 1982 con gli Albany Patroons. Nel 1987 arriva all’NBA, come vice della panchina dei Chicago Bulls. Qui ha il compito di catechizzare un giocatore straordinario ma avulso dal gioco di squadra, un certo Michael Jordan. Jackson assume il comando dei Bulls nel 1989 e, tra il 1991 e il 1998, vince sei campionati. Realizza poi tra il 2000 e il 2002 un’altra tripletta come allenatore dei Los Angeles Lakers, con cui trionfa anche nel 2009 e nel 2010. Phil Jackson ha reinventato il ruolo dell’allenatore, ricorrendo a pratiche come la meditazione e la psicologia motivazionale, sfruttando elementi come le tradizioni dei nativi americani o la filosofia per far emergere il meglio dai suoi giocatori, nell’ottica di costruire squadre compatte e orientate al risultato. Il “Maestro Zen”, come è stato soprannominato dai giornalisti, è uno dei più iconici personaggi dello sport di tutti i tempi. Con il sostegno dell’Ambasciata U.S.A. a Roma.

IAN MCKELLEN

A tredici anni interpreta il suo primo ruolo shakespeariano, Malvolio ne La Dodicesima Notte. Dopo la laurea in letteratura inglese a Cambridge e un decennio di gavetta in varie compagnie regionali, Ian McKellen viene invitato nel 1964 da Sir Laurence Olivier in persona ad unirsi al National Theatre Company dell’Old Vic. Interpreta i grandi classici, ottenendo un successo straordinario sia in patria che all’estero. Anche per questo arriva al cinema piuttosto tardi, facendosi conoscere dal grande pubblico tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta con film come Sei Gradi di Separazione e Riccardo III. Con Demoni e Dei ottiene la sua prima nomination all’Oscar® come Miglior attore protagonista, poi lavora con Bryan Singer prima in L’Allievo e poi in X-Men nel ruolo di Magneto. Ma è vestendo i panni di Gandalf il Grigio ne Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello che ottiene la sua seconda nomination, stavolta come Attore non protagonista. Vincitore di un Golden Globe e di due Tony Award, nel 2006 la Berlinale gli conferisce l’Orso d’oro alla carriera. Protagonista di un Incontro Ravvicinato con il pubblico alla Festa del Cinema, Ian McKellen condividerà con gli spettatori il suo profondo amore per il cinema e per il genio comico di Jacques Tati.
Ian McKellen presenta
MCKELLEN: PLAYING THE PART
di Joe Stephenson, Regno Unito, 2017, 96’ | Doc |
Il documentario è basato sull’intervista esclusiva di quattordici ore realizzata da Joe Stephenson a Ian McKellen, durante la quale l’attore inglese parla della sua vita: dall’educazione in Wigan alla fama internazionale, passando all’attivismo gay. Nel documentario viene utilizzato raro materiale d’archivio: fotografie inedite, filmati esclusivi dei primi lavori a teatro e scene di vita riproposte sul grande schermo.

NANNI MORETTI

Da quarant’anni lucido osservatore e intransigente critico della nostra società e delle sue derive culturali e politiche, Nanni Moretti sarà protagonista di un Incontro Ravvicinato con il pubblico della Festa durante il quale ripercorrerà insieme agli spettatori la sua lunga avventura sul grande schermo che lo ha visto incarnare numerosi ruoli: quello di regista-attore di tutti i suoi film, di interprete, ma anche di produttore, esercente, spettatore e giurato al Festival di Cannes. Tra gli autori più significativi della generazione post-Sessantotto, Moretti ha posto al centro dei suoi film i conflitti generazionali, la difficoltà dei rapporti familiari, il disincanto politico, la denuncia dell’omologazione, le contraddizioni della società contemporanea, osservate attraverso un inconfondibile sguardo ironico e disincantato. È stato interprete/protagonista di tutti i suoi film, dal primo lungometraggio Io sono un autarchico del 1976 all’ultimo titolo Mia madre del 2015, passando per Ecce Bombo, Sogni d’oro, Bianca, La messa è finita, Palombella rossa, Caro diario, Aprile, La stanza del figlio, Il caimano, Habemus Papam. Nel 1987 fonda, con il produttore Angelo Barbagallo, la Sacher Film, casa di produzione che nel ‘91 acquista il cinema Nuovo Sacher, storica sala di Trastevere che ha fatto della programmazione di qualità il suo punto di forza. Con otto David di Donatello vinti nel corso della sua carriera, osannato dalla critica francese, in particolare dai “Cahiers du cinéma”, Moretti è stato premiato al Festival di Cannes nel 1994 per la Miglior regia per Caro diario e nel 2001 con la Palma d’oro al Miglior film per La stanza del figlio. Ha inoltre vinto il Premio speciale della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia, conferitogli da Italo Calvino, per Sogni d’oro (1981) e l’Orso d’argento al Festival di Berlino per La messa è finita (1985).

MICHAEL NYMAN

Regista, compositore, pianista, direttore d’orchestra e musicologo di innegabile finezza, Michael Nyman incontrerà il pubblico della Festa per parlare dello stretto legame che unisce cinema e musica e della sua produzione artistica nel campo della visual art e della fotografia. I suoi film sono stati esposti in prestigiose istituzioni culturali internazionali, tra cui il Museum of Modern Art di New York, il Tate Modern di Londra, British Museum di Londra. Nato a Londra nel 1944, inizia il proprio percorso nel mondo della musica a partire dalla fine degli anni Sessanta, quando conia il termine Minimalismo (corrente a cui appartengono Philip Glass e Steve Reich) e si vede assegnata la stesura del libretto per l’opera di Harrison Birtwistle, “Down By The Greenwood Side”. Autore di alcune delle colonne sonore più indimenticabili della storia del cinema, da L’ultima tempesta di Peter Greenaway – regista con il quale stringe un vero e proprio sodalizio, firmando per lui dodici colonne sonore, inclusa quella, splendida, per Il mistero del giardino di Compton House – a Lezioni di piano di Jane Campion, passando per Fine di una storia di Neil Jordan, Nyman combina nei suoi brani musica folk, elettronica, sacra e classica, in una miscela sonora inedita ed emozionante. Vincitore del prestigioso Ivors Classical Music Award, nel 2013 si è dedicato alla sonorizzazione de La Corazzata Potëmkin di Sergej Ėjzenštejn. Nel 2015 ha realizzato il film War Work con suggestive immagini di archivio della Prima Guerra Mondiale per commemorarne il centenario.

CHUCK PALAHNIUK

Scrittore dallo stile surreale, anticonvenzionale e controverso che ha firmato numerosi best seller internazionali, Chuck Palahniuk è uno dei maggiori autori di culto dell’ultimo ventennio, in particolare per il successo riscosso tra le nuove generazioni, con il suo romanzo di debutto “Fight Club” (1996), portato poi alla ribalta internazionale dall’omonimo film del 1999 diretto da David Fincher. A vent’anni Palahniuk frequenta il corso di giornalismo all’Università dell’Oregon, e si laurea nel 1986. Poi si trasferisce a Portland dove lavora per un giornale locale per un breve periodo e, subito dopo, inizia a lavorare come meccanico. Durante questo periodo scrive manuali di meccanica e collabora saltuariamente con alcuni giornali. Nel 1996, dopo diversi rifiuti da parte delle case editrici, pubblica finalmente “Fight Club”, al quale seguono “Invisible Monsters” e “Survivor” (1999), “Soffocare” (2001), “Ninna nanna” (2002), “Diary” (2003), “La scimmia pensa, la scimmia fa” (2004), “Cavie” (2005), “Rabbia” (2007), “Pigmeo” (2009), “Sventura” (2013) e altri romanzi e racconti. La sua è una scrittura che sfrutta un linguaggio semplice, fatto di frasi tanto brevi quanto incisive, spesso violento e scarno, che sottolinea l’aspetto più avvilente e degradante di una realtà fortemente disagiata. Chuck Palahniuk sarà protagonista di un Incontro Ravvicinato con il pubblico della Festa, intitolato “American Gothic”, durante il quale parlerà dei film dell’orrore che lo hanno maggiormente entusiasmato e inquietato.

GIGI PROIETTI

Attore, regista e doppiatore, mattatore istrionico e cantore della romanità di cui continua a rappresentare le sfaccettature e la memoria, Gigi Proietti è la perfetta incarnazione della teatralità nel senso più ampio del termine, perfettamente bilanciata tra il colto e il popolare. Nato a Roma nel 1940, dopo aver conseguito la maturità classica si iscrive a giurisprudenza, ma abbandona gli studi per dedicarsi alla sua vera passione: l’arte. Suona diversi strumenti, tra cui la chitarra e il pianoforte, che lo accompagnano durante le prime esibizioni nei night. Inizia a calcare i palcoscenici con il Gruppo Sperimentale 101 e, nel 1970, viene chiamato a sostituire Domenico Modugno nella commedia musicale Alleluja brava gente, siglando il suo primo successo. Nel 1976 inizia il sodalizio con Roberto Lerici, da cui hanno origine spettacoli come Leggero leggero e A me gli occhi, please. Nel 1978, insieme a Sandro Merli, diventa direttore artistico del Teatro Brancaccio di Roma (direzione che lascerà nel 2007 per assumere quella del Gran Teatro), impegno che gli permette di creare un proprio laboratorio per giovani talenti. Sin dagli anni Sessanta inizia poi a prestare la sua voce inconfondibile a star come Robert De Niro, Dustin Hoffman e Marlon Brando. Parallelamente alla carriera teatrale e di doppiatore, inizia per Proietti anche quella cinematografica: il primo ruolo da protagonista arriva nel 1968, con L’urlo di Tinto Brass, cui seguono una serie di successi come Brancaleone alle crociate, La proprietà non è più un furto di Petri e Febbre da cavallo di Steno. Nel corso della sua carriera lavora anche per registi internazionali del calibro di Sydney Lumet e Robert Altman.

VANESSA REDGRAVE

Con una carriera di oltre cinquant’anni alle spalle, Vanessa Redgrave è considerata una delle massime interpreti viventi. Nata a Londra nel gennaio del 1937, ha già il destino segnato con il padre, Sir Michael Redgrave, e la madre, Rachel Kempson, entrambi attori e membri dell’Old Vic Theatre. Appena ventenne, Vanessa inizia la sua carriera d’attrice teatrale entrando nella prestigiosa Royal Shakespeare Company di Stratford-upon-Avon, dopo aver esordito a teatro con il padre nella pièce “A Touch of the Sun” e nel celebre “Coriolano” di Laurence Olivier. Dal teatro al grande schermo il passo è breve e nella seconda metà degli anni Sessanta avviene la sua consacrazione cinematografica grazie a film come Morgan matto da legare di Karel Reisz, Un uomo per tutte le stagioni di Fred Zinnemann, e soprattutto Blow Up di Michelangelo Antonioni, I seicento di Balaklava di Tony Richardson e I diavoli di Ken Russell. Negli anni successivi continua a dividersi tra cinema, teatro e impegno civile, partecipando attivamente sin da giovanissima alla vita sociale e politica, battendosi anche per il disarmo nucleare. Per due volte vince la Palma d’oro a Cannes come Miglior attrice, colleziona sei nomination agli Oscar®, conquistando nel 1978 la statuetta come Miglior attrice non protagonista in Giulia di Fred Zinnemann, tredici nomination e due vittorie ai Golden Globe, cinque nomination e due vittorie agli Emmy e, in ambito teatrale, si vede assegnati i prestigiosi Tony Award e Olivier Award. L’attrice sarà protagonista di un incontro con il pubblico della Festa del Cinema durante il quale ripercorrerà la sua brillante e intensa carriera.
Vanessa Redgrave presenta
SEA SORROW
di Vanessa Redgrave, Regno Unito, 2016, 74’ | Doc |
Il debutto alla regia di Vanessa Redgrave avviene con un’opera dai contenuti umani e sociali esemplari. Documentario sui migranti che cercano asilo in Europa, Sea Sorrow è il frutto di una ricognizione ad opera della stessa attrice, effettuata in Italia e in Grecia, in Libano, a Calais e a Londra per mettersi sulle tracce di chi ha abbandonato la propria terra in cerca di un riparo dalle guerre, dalle dittature e dalla violenza.

CHRISTOPH WALTZ

Nato a Vienna nel 1956 Christoph Waltz respira sin da piccolo l’odore del palcoscenico, tra genitori scenografi e nonni attori. Dopo aver studiato recitazione al Max Reinhardt Seminar di Vienna e al Lee Strasberg Theatre and Film Institute di New York, negli anni Novanta inizia la sua carriera cinematografica lavorando con Krzysztof Zanussi in Vita per vita – Padre Kolbe e in Fratello del nostro Dio. Nel 2009, per la sua versatilità linguistica (parla fluentemente inglese, tedesco, francese e italiano), Tarantino lo preferisce a Leonardo DiCaprio per il ruolo di Hans Landa, il crudele e magnetico personaggio di Bastardi senza gloria. L’interpretazione dello spietato nazista gli vale una pioggia di premi: Miglior attore a Cannes, il Golden Globe, un BAFTA e l’Oscar® come Miglior attore non protagonista. Subito dopo questo straordinario successo Micheal Gondry lo vuole per il ruolo dello psicopatico russo in The Green Hornet e Polanski ne sfrutta le doti teatrali per il suo Carnage. Nel 2012 è di nuovo Oscar® con Tarantino che, in Django Unchained lo affianca a DiCaprio e Jamie Foxx per dar vita al personaggio del Dr. King Schultz, teutonico cacciatore di taglie dalla morale sbrigativa. In seguito, interpreta il disturbato Qohen nel distopico The Zero Theorem – Tutto è vanità di Terry Gilliam, l’impostore in Big Eyes di Tim Burton, fino al ruolo di Blofeld, l’acerrimo nemico di James Bond, nello Spectre di Sam Mendes.

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