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INTERVISTA | Fabrizio Moro a cuore aperto: "San Basilio un mio punto di forza. Quando le cose te le devi sudare impari a farle meglio"

Il cantautore romano presenta il nuovo disco, "La mia voce Vol.2". Sei inediti in cui si mette a nudo con una maturità diversa, parlando d'amore e ricerca interiore

Da Today.it

Riprese e montaggio Alberto Pezzella, Today.it

"Sono già passati 25 anni?". Per Fabrizio Moro il tempo è volato. Una carriera costruita passo dopo passo, facendo tanta gavetta, partendo da San Basilio fino alla consacrazione musicale arrivata con canzoni come "Pensa", "Eppure mi hai cambiato la vita", "Portami via" e "Non mi avete fatto niente", con cui nel 2018 ha vinto il Festival di Sanremo insieme a Ermal Meta. Ma il vero successo "non è fare una canzone e raggiungere le vette" spiega a Today.it: "Quello è un successo diverso. Ma durare nel tempo, non demordere e non abbatterti quando arrivano i momenti difficili, perché arrivano per tutti, quello dipende da dove arrivi. Le tue spalle diventano molto larghe e riescono a sostenere un peso enorme se hai faticato, perché se non hai faticato è difficile sostenere certe dinamiche". 

In questo le sue origini sono state fondamentali: "Vivere e crescere in un quartiere come San Basilio, per me bellissimo, è stato un punto di forza. Quando le cose te le devi sudare impari a farle meglio. Questo è un mestiere che devi imparare nel tempo. La periferia e le mie origini sono state la scuola della mia vita. I miei amici, il mio bar, le mie strade, le esperienze che ho fatto grazie al quartiere in cui sono nato e cresciuto. Sta tutto nelle mie canzoni. Se non avessi assaporato il marciapiede in quel modo lì tante cose non le avrei scritte, quindi la mia vita non sarebbe cambiata".

Nel nuovo disco, "La mia voce Vol.2", c'è un Fabrizio Moro più maturo che si mette a nudo tra amore, emozioni, vita e ricerca interiore, senza nascondere le sue paure: "L'unica medicina per guarire dalle paure è l'amore. Io ne ho ancora diverse - ammette - ma alcune grazie all'amore le ho superate. Non soltanto all'amore in una relazione, ma all'amore in generale, quello dei miei figli, dei miei amici". E mette in guardia su un altro tipo di amore, che in realtà è distruttivo: "Ci sono delle persone che hanno il potere di far uscire la parte più brutta di te, quella che cerchi con lucidità di nascondere. A volte però ci leghiamo a relazioni che con il tempo diventano tossiche perché generano in noi una sostanza che crea dipendenza, con quel tipo di adrenalina. Io ero sempre attratto da quel tipo di persone e da quel tipo di adrenalina, che no ha niente a che vedere con l'amore - spiega il cantautore 48enne - Quella è droga. Ecco perché si chiamano relazioni tossiche, perché sviluppano in te quel senso di bisogno che genera la drogaa. Col tempo impari a gestirle queste cose se la tua parte lucida è più imponente di quella distruttiv, anche con un po' di vecchiaia".

Inine, tornando alla musica: "C'è un po' di invidia tra gli artisti. Questa è una cosa che ho avvertito quando mi sono trovato a collaborare o a poter collaborare con diversi colleghi, ma ho conosciuto anche tanti artisti che hanno una sensibilità e un'empatia non indifferente".

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