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Cultura

Arpino, l'antico borgo ciociaro di Cicerone e dei Mastroianni

Cosa vedere ad Arpino. Dove mangiare, dove dormire e come raggiungere da Roma. La guida completa

Circondato da uliveti secolari e da intatte mura ciclopiche, il borgo di Arpino si erge in mezzo a dolci colline che si affacciano sul versante sinistro del fiume Liri, a 450 metri di altezza. In questo angolo di Ciociaria la storia ha lasciato tracce di sé, diventate oggi percorsi archeologici che permettono un viaggio nel tempo e che rivivono anche in eventi che celebrano antiche tradizioni locali, come il Palio del Gonfalone. Il borgo ha visto nascere sul suo territorio celebri protagonisti dell’antica storia romana, come Marco Tullio Cicerone e il condottiero Gaio Mario, e successivamente il Cavalier D’Arpino pittore tardo-manierista alla cui bottega lavorarono due giovani artisti, Guido Reni e Caravaggio. Una storia visitabile percorrendo le vie del borgo fino alla zona più antica, quella dell’Acropoli di Civita Vecchia dove si trova un arco “a sesto acuto”, ultima testimonianza in Italia di questo tipo di struttura.

Oggi vogliamo farvi conoscere questo borgo, insignito nel 2021 della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano per la qualità dell’offerta turistica che propone, da anni sede del Certamen Ciceronianum Arpinas una competizione internazionale sulla lingua latina, di traduzione e commento di brani tratti dalle opere di Cicerone. Qui, dove il territorio argilloso ha favorito lo sviluppo dell’attività di artigianato di ceramiche artistiche, che viene celebrata ogni anno durante la tradizionale Festa delle Campanelle.

Le origini di Arpino

Le origini del borgo risalirebbero al popolo dei Volsci, come testimoniano ritrovamenti archeologici. Tradizioni locali e alcune iscrizioni tutt’ora visibili nel borgo fanno risalire la fondazione della città al dio Saturno o ai Pelasgi, origini che accomunano altre città del Lazio meridionale chiamate tutte “città saturnie”. Dopo essere stata per anni teatro di scontri tra Romani e Sanniti, nel 188 avanti Cristo ottenne la cittadinanza romana. Si tramanda che Gaio Mario, legato al luogo di nascita, dopo aver sconfitto i Germani, abbia donato i territori della Gallia transalpina ad Arpino. Nell’Alto Medioevo divenne rifugio e difesa dalle invasioni barbariche, grazie alle mura megalitiche che circondavano la città. Contesa dal Ducato romano, dal Ducato di Benevento, e dai Franchi e i Saraceni che volevano invadere il territorio, dopo il 1000 fu acquisita dai Normanni, poi dagli Svevi e dal Papato. Successivamente entrò a far parte del Regno delle Due Sicilie.

Le origini del nome risalirebbero al latino Arpinum, dovuto alla forma che ha il borgo visto dall’alto che ricorda un’arpa. Nel borgo aveva sede l’antica bottega liutaia arpinate, specializzata nella produzione di liuti, mandolini e strumenti a corda, esposti nel locale Museo della Liuteria.

Cosa vedere ad Arpino

Visitando il borgo di Arpino non può mancare una tappa nell’Acropoli detta di Civita Vecchia, che domina il borgo dall’alto. Percorrendo le intatte mura megalitiche si gode di una spettacolare vista sulla valle e, lungo il tragitto, si può attraversare l’arco a sesto acuto unico reperto rimasto in Italia. Nell’area archeologica tra i più importanti del Lazio meridionale si trova la Torre di Cicerone, come viene chiamata la torre medioevale del borgo dalla cui cime si può ammirare un’altra prospettiva di panorama sul borgo e le colline circostanti. Girando tra le vie del borgo rimasto integro e anche per questo attraversato da atmosfere suggestive, merita una sosta il Castello Ladislao, sede della Fondazione Umberto Mastroianni, Centro internazionale di Arti Visive, dove è possibile ammirare le opere donate dall’artista e ripercorrere la storia dei Mastroianni nei vari settori artistici. Non può sfuggire, in questo viaggio tra storia e arte, l’iniziativa di Giuseppe Bonaviri Libro di pietra, che dal 1984 invita alla lettura di poesie di famosi autori contemporanei, incise su lastre di pietra e posizionate in vari punti del borgo.

Da visitare anche il Cortile Farnese, risalente all’anno Mille, che fa parte di un antico edificio costruito sulle mura ciclopiche che fu palazzo signorile o monastero, e la Collegiata di San Michele Arcangelo all’interno in stile barocco, sul cui altare maggiore spicca la grande tela del Cavalier d'Arpino raffigurante l'Arcangelo Michele vittorioso su Lucifero e sulla volta dell'abside la maestosa figura del Padre Eterno.

Cosa mangiare ad Arpino

Tra i piatti della tradizione di Arpino ci sono le sagne e fagioli con i ruschi: una pasta fresca tagliata in maniera grossolana con funghi e asparagi selvatici, che si dice fosse il piatto preferito da Marcello Mastroianni. Tra i dolci le uova stregate, rielaborazione di un’antica ricetta delle monache benedettine che sembra le vendessero ai pellegrini. Prodotto tipico locale è il miele di castagno e l’olio di Arpino, ottenuto dalla spremitura della Moraiola unita al Leccino e Frantoio. Non mancano i ristoranti dove mangiare bene: “Agriturismo Tenuta Il Laureto”, “Trattoria Antichi Sapori”, “Ristorante il Ciclope”, “I Giardini dell’Acropoli”.

Dove dormire ad Arpino

Per un tour del borgo di Arpino ci sono diverse possibilità di pernottamento. L’ “Hotel il Cavaliere D’Arpino” è la struttura che domina la valle e si trova in un ex lanificio risalente al XVI secolo. La struttura “Il Becco Felice” è un casolare immerso tra gli ulivi, ideale per una pausa di relax. Un viaggio nel tempo lo si fa al “Marco Tullio Cicerone”, una struttura con una terrazza che si affaccia sul centro storico del borgo. Altre possibilità di pernottamento le offrono anche “B&B Il Caùto” e l’agriturismo “La Staccionata”.

Come arrivare ad Arpino da Roma

Per raggiungere Arpino da Roma: Prendere l’autostrada A1 (Milano-Napoli), uscita Ferentino. Si imbocca poi la superstrada Frosinone-Sora, uscita Castelliri (15 km). Di qui si seguono le indicazioni per Arpino (10 km circa).

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