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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cultura

Alessandro Michele, lo stilista romano dice addio a Gucci

Il percorso dello stilista si chiude dopo 20 anni nella maison fiorentina, ben 7 da direttore artistico

Alessandro Michele lascia la direzione creativa di Gucci. La conferma è arrivata nella serata del 23 novembre con una nota ufficiale del gruppo Kering (a cui appartiene la maison appunto), dopo che i rumors si erano rincorsi per ore.

"Ci sono momenti in cui le strade si dividono a causa delle diverse prospettive che ognuno di noi può avere - ha scritto Michele Alessandro in un lungo post pubblicato sui social - Oggi si conclude per me un viaggio straordinario, durato più di vent'anni, all'interno di un'azienda a cui ho dedicato instancabilmente tutto il mio amore e la mia passione creativa".

Un divorzio che è arrivato dopo 7 anni alla direzione artistica del brand, in cui Michele ha davvero rivoluzionato il marchio e lasciato il segno, per sempre. 

"A questa famiglia allargata, a tutte le singole persone che l'hanno accudita e sostenuta, va il mio ringraziamento più sentito, il mio abbraccio più grande e commosso. Insieme a loro ho desiderato, sognato, immaginato. Senza di loro niente di tutto quello che ho costruito sarebbe stato possibile. A loro quindi il mio augurio più sincero: che possiate continuare a nutrirvi dei vostri sogni, materia sottile e impalpabile che rende una vita degna di essere vissuta. Che possiate continuare a nutrirvi di immaginari poetici ed inclusivi, rimanendo fedeli ai vostri valori. Che possiate sempre vivere delle vostre passioni, sospinti dal vento della libertà", ha aggiunto lo stilista.

Chi è Michele Alessandro e cosa ha rappresentato per Gucci

Nato e cresciuto a Roma, Alessandro Michele si è avvicinato presto al mondo della moda, riscuotendo subito ottimi risultati. Il padre era un tecnico di Alitalia, la madre ha lavorato nel cinema fino a quando ha deciso di dedicarsi interamente alla famiglia. Michele ha studiato all'Accademia di costume e di moda di Roma, inizialmente con l'obiettivo di diventare uno scenografo. 

La sua Roma Alessandro Michele l'ha lasciata nel 1994 quando si trasferì a Bologna per lavorare con Les Copains, maglieria di moda italiana. Alla fine degli anni '90 viene chiamato da Fendi e lavorò accanto a Karl Lagerfeld e Silvia Venturini Fendi. Nel 2002, Tom Ford, al tempo direttore creativo di Gucci, notò il talento del giovane stilista e lo chiamò per lavorare nell'ufficio di design di Londra: qui il suo compito, inizialmente, fu quello di curare gli accessori. Nel 2006 viene promosso a senior designer, nel 2011 diventa associate director di Frida Giannini, nuova direttrice artistica di Gucci. Poi nel 2015 il grande salto: l'ingresso come direttore artistico al posto di Frida Giannini e la sua prima collezione.

Da allora ha svolto un lavoro incredibile reinventando, in una manciata di stagioni, l'estetica del marchio: completamente nuova, flamboyant, genderfluid, androgina e stravagante, ha rovesciato l'immaginario che finora ad allora aveva caratterizzato la griffe fiorentina, piuttosto classica e sofisticata.

Chi prenderà il posto di Alessandro Michele?

Dopo che Gucci ha confermato ufficialmente l'addio di Alessandro Michele alla griffe fiorentina, tutti attendono di conoscere chi prenderà il suo posto. Bocche cucite, al momento, da parte del gruppo Kering ma, inevitabilmente, è partiro il toto-stilista. C'è chi punta su Riccardo Tisci come successore di Michele, il pugliese considerato tra i migliori fashion designer al mondo, che dopo l'addio a Burberry è tornato sulla piazza. Non sono pochi quelli immaginano e sperano che Tisci sia già al lavoro negli archivi Gucci.

Nome meno quotato, ma rimbalzato con insistenza in rete, è quello di Phoebe Philo, stilista antidiva per antonomasia, già direttore creativo di Céline, apprezzata per il suo stile minimalista e colto ma da molti anni fuori dai riflettori.

Da parte di Kering, al momento, tutto tace: "L'ufficio stile di Gucci continuerà a portare avanti la direzione creativa della maison fino all'annuncio di una nuova organizzazione".

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