Concerto per un nuovo mondo
Orchestra Sinfonica Città di Roma presenta Concerto per un nuovo mondo.
Direttore/Conductor: Pier Giorgio Dionisi.
Dvorak era stato invitato nel giugno 1891 a trasferirsi a New York, per assumere la direzione artistica del locale Conservatorio; fu così che il 16 dicembre 1893 alla Carnegie Hall di New York veniva eseguita la prima esecuzione della Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95. Alcuni studenti avevano in precedenza messo in contatto Dvorak con la musica dei neri americani, con gli spirituals e i canti delle piantagioni. A Spilville, nello lowa, il compositore ebbe occasione di ascoltare canti della comunità indiana. La Sinfonia è quindi una risposta a tali stimoli, e non a caso reca la celeberrima intitolazione Dal Nuovo Mondo. La presenza di melodie del nuovo mondo è innegabile; nel primo tempo appare uno spiritual, mentre ispirazione ‘indiana’ hanno alcune melodie dei movimenti centrali. Non mancano, tuttavia, anche chiari tratti del folclore boemo. Si può sostenere che tutta la Sinfonia presenta un'estrazione primitiva, che la separa nettamente dalla precedente esperienza sinfonica dell'autore.
La Gazza ladra di G. Rossini fu rappresentata per la prima volta il 31 maggio 1817 alla Scala di Milano. Quest’opera fu uno dei più grandi successi di Rossini, tanto che Stendhal scrisse: ‘L’introduzione del tamburo come parte principale le conferisce una realtà di cui non ho provato sensazione in nessun’altra musica. È impossibile descrivere gli entusiasmi della platea di Milano quando apparve questo capolavoro’ (Vita di Rossini). Il riferimento ai tamburi rimanda naturalmente all’Ouverture che oggi è l’unico brano rimasto in repertorio dell’intera opera. Ed è proprio questo rullo di tamburi a tornare a ogni cambio d’azione, divenendo elemento caratterizzante l’opera stessa. La straordinaria celebrità dell’Ouverture è legata anche a un evento storico per l’Italia: Arturo Toscanini la scelse come brano d’apertura nel concerto inaugurale della Scala ricostruita nel 1946.
Nel 1813, al compimento del ventunesimo compleanno, Gioacchino Rossini era già sulla breccia: il suo catalogo comprendeva ben undici titoli, tutti composti e rappresentati tra il 1810 e il 1813. Tuttavia solo in quell’anno si realizza il suo primo capolavoro e il suo primo autentico trionfo, che corrispondono a L’Italiana in Algeri. Freschezza, vivacità dell’argomento sostenuti da un più che sapiente trattamento degli strumenti, fanno dell’Italiana una delle opere più rappresentative del Cigno pesarese. La Sinfonia - che gode di vita propria rispetto all’opera, essendo spesso eseguita come brano a sé - segue la consueta struttura adottata da Rossini, una forma sonata senza sviluppo preceduta da un’introduzione lenta. Al pizzicato degli archi fa seguito una melodiosa frase dell’oboe (protagonista in tutta la Sinfonia insieme al clarinetto) che portano allo spiritoso primo tema caratterizzato dal picchettato degli archi. Il celebre secondo tema vede ancora in primo piano l’oboe per poi, grazie ai famosi crescendo rossiniani, trasformarsi in una sorta di parossismo caleidoscopico fino al gioioso finale del tutti orchestrale.
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