Ars Ludi - Percussioni allo specchio - Calliope. Concerto Aula Magna della Sapienza
La particolarità di questo concerto è duplice: se da una parte vengono introdotti tre autori centrali (e molto diversi) del Novecento, fornendo uno schizzo della varietà musicale che ha percorso questo secolo, dall´altra si dà all´ascoltatore la possibilità di gustare l´accostamento sonoro di due formazioni difficilmente affiancate in un concerto.
Si tratta dell´Ars Trio, composto da Laura Pietrocini al pianoforte, Marco Fiorentini al violino, Sergei Slovachevsky al violoncello, e dell´Ars Ludi, con Antonio Caggiano, Rodolfo Rossi e Gianluca Ruggeri alle percussioni. Due ensemble che concentrano i loro interessi principalmente sulla musica del Novecento e contemporanea e sulla sua diffusione presso i giovani.
Motivo primo di questo “accostamento” e perno centrale del concerto è l´esecuzione della Sinfonia n. 15 di Dmitri Shostakovich, l´ultima, che, nella versione “da camera” autorizzata dallo stesso autore, richiede esattamente un organico con pianoforte, violino, violoncello e percussioni. Scritta nell´estate del 1971, essa è stata poi elaborata da Viktor Derevianko rispettando fedelmente la stesura orchestrale dell´originale ed esaltandone la matrice percussiva e la tensione tematica.
Un brano enigmatico, che secondo alcuni sarebbe ispirato a temi di morte (per le citazioni dalla Valchiria di Wagner e dal funerale di Siegfried dal Götterdämmerung) ma che, al momento della prima esecuzione in pubblico venne decretata “piena di ottimismo...e di fiducia nell´inesauribile forza dell´uomo”. L´opera, come dicevamo, è punteggiata da più di una citazione musicale, dalle auto-citazioni a quelle famosissime da Rossini (Guglielmo Tell) e Wagner ed è considerata da molti come l´ultima grande sinfonia del secolo.
L'Ars Ludi e l'Ars Trio eseguiranno inoltre, alternandosi, due composizioni entrambe connotate da riferimenti folklorici. In apertura di concerto ascolteremo il Trio per violino, violoncello e pianoforte (1911)di Charles Ives, che come molte altre opere del compositore riflette la radice tradizionale americana nell'ambito di una scrittura coltissima e anticipatrice delle inquietudini del Novecento.
Terminato nel 1911, ispirato ai ricordi del tempo in cui Ives frequentava Yale, il trio gioca con le melodie di molte celebri musiche popolari dell'epoca (da My old Kentucky home agli inni della confraternita universitaria), in particolare nello scherzoso secondo movimento “TSIAJ” (“This Scherzo Is A Joke”). A seguire, il brano per tre percussionisti Okho (1989) del compositore, architetto e musicologo greco Iannis Xenakis. Il pezzo, scritto per tre djembé (tamburi africani),fu commissionato nel 1989 in occasione del Bicentenario della Rivoluzione Francese, dal Festival d´Automne di Parigi per il trio Le Cercle. Dice Gianluca Ruggeri dell´Ars Ludi: “questi tre tamburi manuali africani sono straordinariamente ricchi di risonanze e capaci di produrre una grande varietà di timbri a secondo del modo e della zona in cui vengono colpite le pelli...In Okho compaiono riferimenti ad altri brani dello stesso autore come Psappha o Rebonds e la sua bellezza si rivela attraverso il raffinato continuum tra regolarità e irregolarità creato dalle caratteristiche timbriche e tecniche dei djembé”.
Ives: Trio per violino, violoncello e pianoforte
Xenakis: Okho, per tre percussionisti
Šostakovi?: Sinfonia n. 15 op. 141a, versione di Viktor Derevianko per violino, violoncello e pianoforte