Colori profondi del Mediterraneo al Museo di Zoologia
Colori profondi del Mediterraneo
fino al 19 giugno al Museo di Zoologia
Alla scoperta di ambienti e specie che vivono nelle “viscere” del Mediterraneo, tra i 50 e i 400 metri di profondità: questo il tema affascinante e sorprendente della mostra fotografica Colori profondi del Mediterraneo ospitata nella Sala della Balena del Museo Civico di Zoologia.2
La mostra rappresenta una selezione delle oltre 100 immagini che i ricercatori ISPRA, l'istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, hanno raccolto nel corso di 50 campagne oceanografiche in 900 punti di immersione, e che sono state raccolte in uno splendido volume presentato lo scorso novembre al Museo. L'intento è di comunicare i risultati di questo lavoro al pubblico, coniugando il rigore scientifico con un linguaggio divulgativo.
Le 32 foto sono raggruppate in sezioni che rappresentano sia gli ambienti esplorati, che rivelano la presenza di veri e propri hotspot di biodiversità, caratterizzati dalle cosiddette “Foreste animali”, sia gli organismi più rappresentativi: coralli (i veri protagonisti di questi ambienti), le spugne (dalle tipiche forme a camino e a calice), i pesci e i crostacei.1Alcuni scatti sono dedicati all'impatto che le attività umane hanno su questi delicati ambienti sottomarini; altri raffigurano le varie fasi di utilizzo del ROV Remotely Operated Vehicle), il piccolo robot pilotato dalla nave d'appoggio e che naviga in prossimità del fondo, acquisendo filmati, foto dell'ambiente circostante e raccogliendo piccoli campioni degli organismi marini presenti. Nel corso della mostra il ROV sarà esposto ai visitatori.
All'interno della mostra sarà proiettato un video in cui alcuni ricercatori dell'ISPRA raccontano la loro esperienza e spiegano in che modo si svolge la loro attività di ricerca. Per la prima volta, inoltre, saranno esposti alcuni reperti delle collezioni del Museo provenienti dal Mediterraneo.
Colori profondi del Mediterraneo al Museo di Zoologia
a cura di Michela Angiolillo e Marco Pisapia. Fotografie di Simonepietro Canese