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Cinema

Festival del film: Spielberg e l'Italia con Il mio domani

Due film sulle donne e il motion capture di Steven Spielberg in questa seconda giornata di Festival. La seconda giornata del festival romano

Le donne al centro dei film in concorso presentati in questa seconda giornata di Festival: il primo, italiano, è un dramma diretto da Marina Spada e interpretato da Claudia Gerini, Il mio domani, mentre il secondo, inglese, Histeria, è una commedia romantica ambientata nell'Inghilterra vittoriana della fine del XIX secolo e interpretata da Rupert Everett e da Maggie Gyllenhaal.

Diverso il genere, diversa l'ambientazione, diverso il disagio che entrambi i film, con toni diversi, vanno ad analizzare. Ne Il mio domani Claudia Gerini interpreta Monica, una donna manager che decide di mettere in discussione il suo precario equilibrio costruito intorno al lavoro e agli affetti, in una Milano che si inserisce nel film come personaggio, ispirata alle atmosfere antoniane.
Monica ha una relazione con Vittorio (Paolo Pierbon), il presidente della società per cui lavora e dal quale avverte un distacco crescente, e un rapporto conflittuale con la sorellastra Simona (Claudia Coli) e al padre (Raffaele Pisu). In seguito dad eventi drammatici, Monica sarà costretta a fare i conti con il passato e vivrà una rinascita emotiva.

“Il film è stato scritto per Claudia Gerini – spiega la regista alla conferenza stampa di presentazione del film- e non mi preoccupava il fatto di farle interpretare un ruolo drammatico. E' un'attrice a tutto tondo, pertanto in grado di interpretare ogni ruolo”. “In lei ho trovato -prosegue Marina Spada- una compagna di strada, molto attenta al personaggio”.

“Ho avuto il piacere di poter partecipare a tutte le scelte che sono state fatte sul personaggio -interviene Claudia Gerini. Marina è un'amica, una regista fantastica, molto attenta ai particolari delle scene, delle inquadrature. Nonostante abbia interpretato molti ruoli, con questo film ho imparato davvero tante cose -conclude l'attrice. Sui rimandi ad Antonioni la regista spiega: “Antonioni è certamente uno dei miei riferimenti artistici. Ho apprezzato la sua arte in età adulta, perché i suoi film aiutano la meditazione, e in effetti c'è un riferimento esplicito al regista, anche in questo film”.

Hysteria è un'irresistibile commedia ambientata nella pudica Londra vittoriana, dove il brillante dottore Mortimer Granville (Hugh Dancy) trova lavoro presso il famigerato dottor Dalrymple, specializzato nei trattamenti dei casi di isteria.
I sintomi della malattia conducono le donne che ne sono affette al pianto, alla malinconia, all'irritabilità e alla rabbia incontrollata. Dalrymple è convinto che la malattia sia anche il frutto della repressione sessuale a cui le donne dell'epoca sono costrette e cura le “isteriche” con una terapia tanto efficace quanto scandalosa: un massaggio manuale sotto le gonne delle sue pazienti.
Il dottor Mortimer deciderà di affinare la faticosa tecnica avvalendosi di un oggetto elettronico che provocherà piaceri “sconosciuti” a tutte le donne della città.

Il film, ispirato a fatti reali, è una commedia romantica che narra in chiave romanzata la creazione del vibratore. “La sceneggiatura era talmente ben scritta -interviene la regista Tanya Wexler in conferenza stampa- che è stato molto semplice realizzare questo film. L'argomento era piuttosto delicato e inizialmente qualcuno sembrava scettico, ma abbiamo cercato di costruire una commedia senza eccessi, senza incorrere in una classificazione storica troppo rigida e senza riferimenti sessuali espliciti che potessero risultare volgari”.

Il risultato è un film divertente che sottolinea con ironia un importante passaggio culturale che segna una svolta epocale anche nel più ampio discorso dei dirtitti delle donne. I due attori protagonisti, presenti in sala, hanno sottolineato il loro entusiasmo nel partecipare ad una commedia costruita intorno ad un'idea “semplice e straordinaria” secondo Rupert Everett e “divertente e interessante” secondo Maggie Gyllenhaal.

Presentato per la sezione Alice nella Città del Festival del Film di Roma, Le avventure di Tintin: Il segreto dell’Unicorno, per la regia di Steven Spielberg, distribuito in Italia dalla Warner Bros. A tre anni dal deludente quarto capitolo di Indiana Jones, Steven Spielberg torna in gran forma con questo film in 3D, tratto dai fumetti creati da Hergé che lo vede affiancato a Peter Jackson, quest'ultimo in veste di produttore.
Il giovane e curioso reporter Tintin -interpretato da Jamie Bell, Billy Elliot- scopre il modellino di una nave che nasconde un gran segreto. Travolto da un mistero, Tintin si ritrova tra le grinfie del diabolico Ivan Ivanovitch Sakharine -Daniel Craig- convinto che abbia rubato un tesoro inestimabile legato al perfido.
Tre anni per mettere a punto la tecnologia e realizzare questo film, che Steven Spielberg insegue dal lontano 1983.  
La tecnica utilizzata per questo lungometraggio animato è il motion capture, lo stesso utilizzato per Avatar, una tecnica che, tramite una serie di sensori estremamente piccoli posizionati sul corpo e sul volto degli attori, permette di catturare anche le espressioni facciali oltre che il movimento del corpo, e a registrarli grazie alla computer grafica per creare personaggi animati capaci di sorridere, piangere, parlare e muoversi proprio come i loro interpreti umani.
Il risultato è un trionfo di colori, ritmo e movimento.
“E' stata dura lavorare assecondando le necessità che questa tecnica impone -spiega in conferenza stampa l'attore Jamie Bell, presente alla conferenza stampa. Dovevamo indossare queste tute piene di palline, ingombranti, ed è stato difficile abituarsi all'ingombro. Ma poi è stato divertente”.
“Conoscevo le avventure di Tintin, avevo letto i libri -continua l'attore- quindi desideravo fortemente interpretare questo personaggio”.
Qualche battuta sulla danza, e sulla possibilità di recitare ancora una parte da ballerino: “Adoro ballare, da quando avevo 6 anni. Ma non ho più il tempo di frequentare 3 corsi a settimana come quando ero bambino. Non riesco a smettere di ballare; quando vedo una superficie piana è più forte di me, non riesco a fermarmi”.
“Sulla possibilità di recitare in un musical al momento non sono interessato, non sono buoni quelli che vedo -continua l'attore. “Sono un disastro come ballerino di danza classica, e la danza contemporanea non esercita grande fascino su di me. Quindi, essendo un amante del tip tap, non vedo molto vicina la prospettiva di poter attualizzare questa mia passione e portarla sullo schermo”.
Intanto sul red carpet dell'auditorium uno spettacolo di suoni, musica e colori accompagna l'ingresso del cast del film.
 

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