L’apparenza delle certezze. L’arte fra tradizione e digitale. Installazione artistica di Flaminia Bonfiglio
L’Associazione culturale Superspazio annuncia l’apertura – dal 21 al 30 settembre, a Roma, nella propria sede di Piazza di Montevecchio 16a, de L’apparenza delle certezze, la prima personale dell’artista romana Flaminia Bonfiglio.
La mostra, allestita in uno spazio polifunzionale in una delle piazze più affascinanti di Roma, propone una selezione dei lavori artistici realizzati con tecnica digitale ma con connotazioni realistico-tradizionali, attraverso gli occhi e la sensibilità di un’artista sperimentale dalla spiccata personalità e raffinatezza e dalla tecnica sofisticata.
Il tema della mostra è proprio la scissione fra tradizione e arte digitale, andare oltre i limiti tangibili e conosciuti, l’apparenza delle certezze come superamento di una classicità manifesta del disegno per mettere lo spettatore di fronte a un’applicazione tecnica più empirica e innovativa. Un dualismo che soverchia le convenzioni ma dietro al quale c’è un intenso studio. Le opere esposte, infatti, sembrano tele a olio o acrilico o acquarello ma in verità sono digitali. Il limite del mezzo per produrre arte non esiste è un limite mentale che ci si pone nel momento in cui non si conosce fino in fondo lo strumento.
“Sono un'artista curiosa e sperimentale – spiega Flaminia Bonfiglio - che non vuole fossilizzarsi su una tecnica, un soggetto specifico o uno strumento, ma lasciarsi trasportare da ciò che richiede l'immagine che voglio rappresentare. La mia arte è figurativa e spesso realistica ma l'immagine non racconta mai nettamente quello che mostra; il mio è spesso un gioco tra disegno e titolo. Sono attratta da sentimenti comuni a tutti e incuriosita dalla ricerca di un’unica opera per rappresentarli”.
Mi piacerebbe riuscire a comunicare attraverso i miei lavori che non esiste tecnica o tradizione che riesca a differenziare negativamente una storia raccontata o un’emozione descritta. La sensazione che un’immagine richiama non può dipendere dalla sua fattura ma deve dipendere solo dalla sua espressione. Non esiste studio o cultura per imparare a sentire un disegno, la bellezza sta nel farsi travolgere senza pensiero”.