Antonietta Raphaël Mafai: in mostra le carte dell'artista
“Ho perduto parecchio tempo a disegnare, ma in fondo disegnare non è mai tempo perduto. È piuttosto una chiarificazione di ciò che un artista pensa di realizzare nella pittura e nella scultura”. Come si evince da queste parole, scritte da Antonietta Raphaël Mafai nel 1968, il disegno ha per lei un ruolo fondamentale, funzionale nel fissare un’immagine, un’idea, una sensazione sulla quale lavorare senza sosta.
Antonietta Raphaël Mafai: in mostra le carte dell'artista
La mostra Antonietta Raphaël Mafai - Carte – al Museo Carlo Bilotti dal 23 novembre 2017 al 21 gennaio 2018, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, curata da Giorgia Calò – presenta una selezione di circa 50 carte dell’artista, la maggior parte delle quali inedite, che ripercorrono la sua lunga attività, dagli anni Venti fino al 1975, anno della sua scomparsa.
Da qui è naturale scoprire il suo cambiamento stilistico col passare dei decenni: come alle pose bloccate degli anni Trenta, influenzate dal modello egizio e dalla statuaria greca arcaica, ad esempio, si sostituisca una gestualità sintetica e più dinamica.
Il percorso espositivo si apre nella project room per poi proseguire nelle tre salette, una delle quali dedicata alla documentazione con filmati, pubblicazioni e materiali che spiegano il percorso e la carriera di Antonietta Raphaël Mafai, protagonista dell’arte italiana del Novecento nonché fondatrice, insieme a Mario Mafai e Scipione, della Scuola Romana.
Le opere
Le opere, che provengono da collezioni private, rivelano i temi prediletti dall’artista: il nudo (prevalentemente femminile), il volto, la maternità e la fertilità. Temi questi che rispondono a un’ispirazione fatta di richiami alla vita famigliare, alla realtà quotidiana, ma anche alla sua radice ebraica che si afferma come un’articolata questione privata.
Alcuni dei disegni in esposizione sono stati realizzati da Raphaël come bozzetti per i suoi lavori scultorei, tecnica a cui l’artista giunge in un secondo momento della sua carriera fino a diventare la sua principale scelta espressiva, con una determinazione che ne farà “l’unica autentica scultrice italiana”, come dirà di lei Cesare Brandi. A dimostrazione di ciò è prevista in mostra l’esposizione di alcune sculture, allestite a fianco dello studio preparatorio.
In sintesi, l’opera grafica si palesa come strumento espressivo ricco, complesso e indipendente alla pari della pittura e della scultura stessa, poggiando sul confronto tra le diverse tematiche e l’utilizzo di materiali diversi come la carta e il bronzo.
Il lavoro di Antonietta Raphaël va dunque visto nel suo insieme. Non si può capire fino in fondo la sua ricerca scultorea (e pittorica, di cui vi sono in mostra due splendidi esempi) senza tenere conto dei disegni preparatori, a volte decine che spesso esulano dalla semplice prova tecnica, per diventare opere a sé, indipendenti dal passaggio successivo che li trasformerà in oggetti plastici.
In occasione del finissage è stato presentato il libro 103 Drawings by Antonietta Raphaël. Carte, edito da DFRG Press LTD, a cura di Giuliano Catalli, con testi di Giorgia Calò, Giuliano Catalli, Giulia Mafai, Lea Mattarella, Edoardo Sassi, Valentina Virgili. Schede e apparati a cura di Livio Bosco.