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Economia

“Orari di lavoro compatibili con le condizioni familiari”: il tribunale di Roma dà ragione alla lavoratrice di Venchi

La donna, madre di due gemelli ed invalida al 70%, ha vinto una lunga battaglia legale

I turni di lavoro devono essere compatibili con le condizioni familiari della lavoratrice. È quanto ha stabilito il Tribunale di Roma, in composizione collegiale, rigettando il ricorso della nota azienda di cioccolato Venchi nei confronti di una sua lavoratrice. Questo sembra essere l’ultimo capitolo di una storia iniziata a novembre del 2020.

Per il sindacato erano licenziamenti mascherati

Il 4 novembre del 2020 l’azienda Venchi chiudeva il suo storico negozio al Terminal 1 dell’aeroporto di Fiumicino. Pochi giorni dopo la doccia fredda. Dieci lavoratrici ricevevano una lettera nella quale si comunicava loro il trasferimento nel nord Italia, ai tempi stretto nella morsa del covid. Un’azione che fece scattare le proteste del sindacato Usb, visto anche che le lavoratrici coinvolte erano tutte sindacalizzate. Per il sindacato il trasferimento era una punizione vista la presenza, a Roma, di altri sette punti vendita del marchio.

Secondo l’Unione Sindacale di Base quei trasferimenti erano, in realtà, licenziamenti mascherati, attuati per aggirare il blocco imposto fino al 31 gennaio 2021. Non solo. Le donne coinvolte avevano una lunga anzianità ed erano già reduci da una battaglia contro la Venchi per la qualità della vita, “contro turni di lavoro impossibili”, dichiara l’Usb in una nota.

Il dietrofront di Venchi

Dopo le proteste, però, era arrivato il dietrofront di Venchi. L’azienda ha deciso, a dicembre 2020, di revocare i trasferimenti e trasferire le lavoratrici in altri store di Roma. Un risultato arrivato al termina di una lunga battaglia “girando vari posti – ricorda ancora l’Usb - comune di Fiumicino, Parlamento, Regione Lazio, la piazza di “Non una di meno”, e con determinazione in 10 vincono contro una multinazionale come Venchi”.

Nei mesi seguenti, però, una delle lavoratrici Venchi viene trasferita, dopo la vittoria, a un negozio di Roma Termini, “nonostante la presenza di negozi ben più vicini alla sua abitazione – denuncia il sindacato - Venchi sa bene che è madre di gemelli di pochi anni, unico genitore nell'accudimento, invalida al 70% per un trascorso di patologia oncologica. Ovviamente è part-time con assegnazione di turni settimanali che variano da settimana in settimana. Tutto questo in violazione delle norme part- time che stabiliscono l'obbligatorietà della collocazione temporale dell'attività lavorativa. Le assegnano turni impossibili da svolgere. Lei continua a testa alta la sua battaglia e la porta di nuovo dentro un tribunale”.

La decisione del Tribunale di Roma

Tribunale che, alla fine, ha dato ragione alla lavoratrice, riconoscendole “dei turni compatibili con la sua condizione familiare. Vince in via definitiva perché il Tribunale di Roma, in composizione collegiale, ha rigettato il ricorso Venchi – scrive l’Unione Sindacale di Base - confermando il primo provvedimento del Tribunale di Roma che le aveva assegnato turni compatibili con le sue condizioni familiari. Una sentenza importante per un settore, quello del commercio, dove l'abbandono del posto di lavoro per condizioni di impiego e turni impossibili è altissimo, soprattutto da parte delle donne”.

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