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Economia

Tassa sui rifiuti, il Comune si piega: via l'Iva già da questo semestre

Vittoria per i consumatori: già dalla prossima bolletta ci sarà un risparmio del 10%. Per il Campidoglio perdita di quasi 60 milioni di euro e potrebbe non finire qui: ci sono in ballo gli arretrati

Il Comune alla fine si è piegato. Nella prossima tassa sui rifiuti non sarà conteggiata l'Iva. Il Campidoglio ha così scelto di non andare allo scontro con le associazioni dei consumatori che avevano già pronti una raffica di ricorsi se fosse stata conteggiata l'imposta sul valore aggiunto su Tia e Tarsu. Resta però aperto il nodo arretrati per il quale però il Governo centrale avrebbe pronta una leggina ad hoc.

LA SENTENZA - Perchè il Comune ha tolto l'Iva? Tia (tassa igiene ambientale) e Tarsu (Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) sono da considerarsi ufficialmente dei tributi. Questa, che a primo acchito sembra un'ovvietà, è una realtà scaturita dalla sentenza della Corte Costituzionale datata 24 luglio 2009 che ha risolto il dubbio se considerare Tia e Tarsu tributi o servizi.

La distinzione non è di poco conto: in quanto tributo infatti Tia e Tarsu non possono essere oggetto di Iva e quindi le aziende che hanno emesso bollette con l'aggiunta di questa maggiorazione, secondo la corte costituzionale, saranno tenute ai rimborsi.

IL COMUNE
- Il risparmio per i contribuenti sarà del 10%, mentre nelle casse del Comune le entrate diminuiranno di 57 milioni di euro. A maggio è prevista la presentazione di un piano per rientrare da questo ammanco.

GLI ARRETRATI - La partita ancora aperta è quella degli arretrati. I consumatori continuano ad essere sul piede di guerra e vogliono i soldi tirati fuori ingiustamente (secondo la sentenza della Corte costituzionale) dai cittadini. Se non interverrà una legge del governo a sanare il tutto, per un sacco di Comuni, in testa quello di Roma, ci sarà da sborsare una cifra astronomica.

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