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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Il Tar sospende il bando vigilantes da 90 milioni di euro

La decisione definitiva arriverà l'8 febbraio

Il bando è stato sospeso e rischia, seriamente, di essere cancellato. Il Tar del Lazio ha accolto l’istanza cautelare richiesta dalla Gia.Ma. Srl, di Formello, istituto di vigilanza armata, che opera a Roma dal 2005, in merito al “bando vigilantes”, la gara indetta dalla Regione Lazio a fine 2022. Già poche ore dopo la sua pubblicazione, il documento era stato criticato da opposizione, sindacati di categoria e professionisti del settore. Il Tar, dopo aver visto tutte le carte, ha deciso quindi di sospendere, in via cautelare, la gara.

Il bando vigilantes

Il bando per l’affidamento dei “servizi di vigilanza armata e guardiania per le amministrazioni del territorio” della Regione Lazio, meglio conosciuto come bando “vigilantes”, vale 90 milioni di euro in quattro anni e servirà a garantire la sicurezza all’interno dei municipi di Roma e di tutte le altre amministrazioni comunali del territorio. La gara è divisa in sette lotti. I primi cinque riguardano il servizio di vigilanza armata mentre gli altri due quello di guardiania.

I servizi di vigilanza armata previsti nell’appalto sono divisi in sei categorie. C’è la vigilanza armata fissa, diurna e notturna, con piantonamento dei luoghi da monitorare. Inoltre, nell’appalto è prevista anche la vigilanza ispettiva esterna e interna, con ronde effettuate tramite pattuglia mobile. Nei servizi sono compresi anche la telesorveglianza e televigilanza con pronto intervento, il trasporto valori ed il servizio di manutenzione degli impianti di vigilanza.

Il ricorso

Il ricorso al Tar del Lazio, notificato il 18 gennaio, riguarda i primi cinque dei sette lotti del bando e propone censure in merito “all’illegittimità del bando”. Secondo i ricorrenti, il nodo principale riguarda il lotto “D”, quello relativo al trasporto e scorta valori. Sono poche, infatti, le ditte privato che possono assicurare questo servizio. La Gia.Ma, tramite i suoi avvocati, ha evidenziato come la ditta, priva dell’autorizzazione per la classe “D”, “non potrebbe partecipare alla gara neanche in un raggruppamento temporaneo di impesa con altri soggetti”. Una situazione, scrive il Tar, “con più generali effetti limitativi della più ampia partecipazione alla gara in relazione a tutte le imprese di vigilanza che versino in analoga situazione”.

Altri profili di legittimità riguardano “la puntuale identificazione delle amministrazioni pubbliche destinatarie delle convenzioni quadro e degli elementi che consentono la formulazione delle offerte”. Un problema che era stato sollevato dai sindacati di categoria che contestavano questa aleatorietà del bando. In pratica, le ditte partecipanti non possono sapere per quale amministrazione pubblica dovranno andare a svolgere il loro lavoro. Una questione non di poco conto visto che ogni amministrazione interessata avrà necessità e richieste diverse dalle altre.

La scadenza del bando

Il Tar è intervenuto anche sulle scadenze nel bando. Il termine ultimo per la presentazione delle domande è fissato per il 7 febbraio 2023. Il tribunale scrive che questa è “antecedente la prima camera di consiglio utile per l’esame collegiale dell’istanza cautelare”. Per questo, è stata accolta l’istanza cautelare monocratica, sospendendo di fatto il bando, mentre toccherà alla “sede collegiale la più compiuta valutazione”. La camera di consiglio si riunirà, quindi, l’8 febbraio, giorno in cui ci sarebbe dovuta essere l’aggiudicazione del servizio.

Un bando indegno

“Questo bando non è degno di un paese normale – afferma, a RomaToday, Maurizio Silighini, titolare della Gia.Ma. Srl – in ogni gara c’è l’obbligo, da parte dell’ente, di indicare quale è il servizio principale da offrire. In questo caso è quello di “piantonamento”, che cuba circa l’80%. Peccato che non siano indicate le risorse a disposizione, i siti, i livelli. La stessa cosa vale per tutti gli altri servizi. Inserendo, poi, la clausola secondo la quale bisogna avere, per partecipare alla gara, la licenza “D”, quella relativa al trasporto valori, si riduce la platea dei partecipanti. Questa clausola, in caso di un raggruppamento temporaneo di impresa, è stata resa obbligatoria anche alla ditta mandante, non solo alla capofila, cosa vietata anche dalla Comunità europea. In questo modo arriveranno meno domande e sarà quindi più rapido aggiudicare il servizio. Certe clausole si mettono per i servizi principali, non per gli altri”.  

“Non conosciamo i siti dove svolgere i servizi, i tipi di stabili, su quanti piani si sviluppano e quanto sono grandi – continua Silighini - nonostante ciò, la Regione vorrebbero che noi facessimo un’offerta economica. C’è poi il problema della manutenzione degli impianti di videosorveglianza, quindi telecamere e tv a circuito chiuso. Come è possibile fare dei prezzi se non sappiamo dove dobbiamo fare la videosorveglianza? Ci viene chiesto, inoltre, di provvedere alla manutenzione degli impianti se già presenti nei siti. Il problema è che non sappiamo con quali impianti avremo a che fare, quali funzionano e quali no. Insomma, un bando completamente al buio”.

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