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Street art al La Griffe Luxury Hotel: quando l'albergo diventa opera d'arte

Omar Canzi, Gabriele Tamburini, Ivan Caponecchi, tre giovani street artists, hanno ridipinto le scale antincendio dell'Hotel a 5 stelle in via Nazionale

Chi l'ha detto che l'alta classe e l'eleganza non vadano d'accordo con l'arte di strada? A dare dimostrazione della nuova possibile conciliazione sono stati Omar Canzi, Gabriele Tamburini, Ivan Caponecchi, tre giovani street artists, che hanno ridipinto le scale antincendio dell'Hotel a 5 stelle La Griffe Luxury Hotel in via Nazionale, a Roma. Un progetto seguito e curato da Alessandro Mantovani con la collaborazione di STRADEDARTS di Milano. 

I murales sono molto colorati e accesi; sono stati eseguiti con bombolette spay, vernici, rulli, collage e a volta addirittura con le mani. Opere che vanno a ricondursi nel sociale e che vogliono mandare un messaggio al pubblico. 

Per quanto riguarda la street art Roma è ancora indietro rispetto alle principali capitali europee, prima fra tutte Berlino, che hanno molta cura nella proporre progetti come questi. "A Roma ancora non arriva questo messaggio – specifica Caponecchi – perchè c'è molta cura del patrimonio artistico. Ma piano piano si sta aprendo anche la città eterna". Per questo Emanuele Sarnella, rappresentante della proprietà dell'hotel, ha fortemente voluto questa iniziativa: "Spero che questa installazione affascini i miei ospiti e sia un trampolino di lancio per questa nuova meravigliosa arte". 

Street art - La Griffe Luxury Hotel 5 giugno 2014

OMAR CANZI – Un'opera prorompete e forte, dai colori accesi e in contrasto tra loro quella proposta dal brianzolo Canzi, proveniente da una famiglia di street artist, che vuole accendere in questo modo le scale antincendio dell'hotel. "Le mie opere - spiega lo street artist – nascono da una volontà di unire i colori per creare un forte impatto visivo. E' un'arte astratta con un richiamo all'arte di strada per quanto riguarda il materiali e i colori. Mi piacerebbe essere ricordato come un artista materico".

IVAN CAPONECCHI – Un'opera che va vista ed ascoltata quella del romano Caponecchi, ormai trasferito a Berlino, e che vuole ricordare in questo modo la vicinanza tra l'arte visiva e quella musicale. Numerosi spartiti trovati in un antica libreria di Berlino, in cui sono riportati i pentagrammi di Beethoven e Chopin, diventano parte integrante della sua opera. "Voglio mostrare – racconta Caponecchi - come dal pentagramma nasce poi la sinfonia, così i vari messaggi di noi artisti si stratificano l'un l'altro, ma quello che poi rimane è la superficie. Il muro. Il mio intento è dimostrare come l'arte di strada a volte possa diventare anche design".

GABRIELE TAMBURINI – La visione di un treno al tramonto nella neve. Questa è stata l'immagine reale da cui Gabriel Tamburini è partito e che poi ha scomposto in linee e forme geometriche. "Gli unici colori che uso nelle mie opere – spiega l'artista - sono il rosso, il nero e il bianco perchè sono colori che mi ricordano Roma".

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