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Economia

L'allarme dei manager: "Roma in crisi, senza pianificazione e con servizi ridotti a zero"

Federmanager Roma firma un nuovo studio: dove va la Capitale d'Italia e come potrà rispondere, stante il degrado odierno, ai fabbisogni del 2030

"Roma ha bisogno di un grande disegno strategico. Richiamiamo le istituzioni a un'assunzione di responsabilità che sani il ritardo in cui è finita la Capitale su tutti gli indicatori principali". Il giudizio dei dirigenti romani è impietoso. La Capitale vive una forte crisi e i rappresentanti di categoria lo dicono forte e chiaro. 

"La qualità della vita, innanzitutto, ma anche la produttività dell’area metropolitana che dal 2008 a oggi ha perso oltre il 10% del valore aggiunto"  ha spiegato il presidente Federmanager, Stefano Cuzzilla. "Se Roma smarrisce la sua capacità attrattiva, ne risente tutta l’Italia". Un allarme che ha fatto da motore alla realizzazione di uno studio dal titolo 'Le prospettive di Roma Capitale': dove va la città e quale scenario si prospetta al 2030, se non si interverrà concretamente sulle inefficienze che affliggono mondo sanitario, infrastrutturale, scolastico, della mobilità e dello sviluppo demografico?

Il rapporto firmato da Federmanager è stato al centro di un convegno, oggi, presso la facoltà di Comunicazione e Sociologia dell’Università La Sapienza, che ha dato il suo contributo tecnico-scientifico alla stesura. 

Il punto di partenza dello studio, che ricalca una precedente versione datata 2011, riguarda un'attenta analisi della struttura demografica del territorio e della sua probabile evoluzione, nel presupposto che è dalla popolazione che nascono i bisogni dei principali servizi. Lo studio si concentra quindi su futuro e aspettative nei settori di mobilità, sanità, casa e fabbisogno scolastico, evoluzione economica.

A fronte di una popolazione che crescerà seppur non subendo incrementi notevoli, circa 300mila abitanti in più, in prevalenza stranieri dell'hinterland, sarà necessario ricalibrare i servizi offerti e già carenti. Dal settore sanitario, che necessiterà di un numero maggiore di posti letto soprattutto nelle aree periferiche, fuori dai confini del capoluogo, a quello della mobilità, perché 150mila romani in più prenderanno i mezzi. Dal fabbisogno abitativo, serviranno 435mila case in più, a quello scolastico: occorreranno 3.200 aule. Un quadro che sarà impossibile gestire, se non verrà invertita la rotta da parte delle forze politiche che amministrano e amministreranno la città. 

"Il valore aggiunto di questo studio – ha sottolineato Giacomo Gargano, presidente di Federmanager Roma –  è l’ausilio tecnico-scientifico de l’Università La Sapienza. Roma è una realtà complessa con immense risorsecapace di esprimere nuova managerialità, innovazione e avanzamento tecnologico ma ha bisogno di ritrovare fiducia nel futuro e di recuperare una visione a lungo termine che superi l’emergenza e possa contare su un progetto organico improntato sulla ricucitura del tessuto urbano e su politiche di sviluppo economico ripensate in ottica green". 

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