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Contratto Anaste

La protesta dei cinquemila lavoratori di Rsa e case di riposo

I sindacati confederali sul rinnovo del contratto tuonano contro l'Associazione Nazionale Strutture Territoriali e per la Terza Età: "Lesivo della dignità". Anaste: "C'è riconoscimento per impegno lavoratori"

“Rinnovo non a queste condizioni”. Così i sindacati confederali contestano la sottoscrizione del nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Anaste, l’Associazione Nazionale Strutture Territoriali e per la Terza Età. Un rinnovo arrivato come un fulmine a ciel sereno. 

“Anaste, si è resa responsabile di una scelta che non ha precedenti  nelle relazioni sindacali del nostro Paese. Nel bel mezzo di una trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro che andava avanti da tempo e mentre aspettavamo risposte alle proposte sui temi della malattia e degli aumenti contrattuali l’Associazione - tuonano Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl e Uiltucs - procedeva alla firma del contratto con i sindacati di certo non annoverabili tra quelli maggiormente rappresentativi”. 

In stato di agitazione i lavoratori di Rsa a case di riposo

"Un contratto, quello siglato, che sancisce nuovamente come per Anaste la priorità rimane quella di licenziare liberamente, colpendo economicamente chi si ammala. Anche questa volta - scrivono i sindacati in una dura nota unitaria - non vengono fornite risposte sui permessi ed è previsto un aumento tabellare irrisorio. Il CCNL sottoscritto e già scaduto non presenta clausole di armonizzazione con gli altri contratti del settore e ancora una volta non solo non risponde alle legittime attese dei lavoratori del settore che sono stati in prima fila durante la pandemia ma, a nostro avviso, lede la loro dignità”. Tra le criticità sollevate: la mancata previsione dell’integrale  retribuzione per i primi tre giorni di malattia (cosiddetta carenza); l'abolizione dei permessi ex festività soppresse e la riduzione del numero di ROL; la mancanza delle previste indennità professionali per tutte le professioni sanitarie ma solo per gli infermieri, “una evidente discriminazione” - scrivono i sindacati. Inoltre, si legge sul volantino di protesta, “non é prevista alcuna garanzia per il personale dipendente nei casi di cambi di gestione” ed è “prevista la libertà di licenziare le lavoratrici e i lavoratori, stabilendo un periodo di comporto di soli 140 giorni in tre anni”. 

Il rinnovo del contratto Anaste

Per le organizzazioni sindacali, quello di Anaste è un comportamento “inqualificabile”. Da qui l’apertura dello stato di agitazione per i lavoratori di Case di Riposo, Residenze Sanitarie Assistenziali (Rsa) e Casa Residenza Anziani (CRA). Tra infermieri, operatori socio sanitari, fisioterapisti circa 5mila in tutto il Lazio, mille solo a Roma. 

Anaste, dal canto suo, ha ribadito il grande significato di questo rinnovo, “intervenuto in un momento di grandissima difficoltà per il settore socio-sanitario, utilizzando interamente risorse proprie, essendo le rette invariate da oltre 10 anni, e pur sotto il peso insostenibile della crisi energetica e dell'aumento dell'inflazione”. “Uno sforzo enorme, in una situazione straordinaria, che - ha scritto la segreteria nazionale - vuole essere anche un riconoscimento dell'impegno sempre profuso da tutti i lavoratori delle RSA e delle case di riposo”. Tra gli elementi di novità evidenziati dall’Associazione: l’adeguamento dei tabellari economici alla media di settore; incremento della copertura del periodo di carenza; aumento del periodo di comporto fino a 140 giorni, con particolare attenzione alla tutela dei lavoratori affetti da patologie gravi.

Il testo del CCNL è stato già inviato al CNEL ed agli enti competenti. Ma sul nuovo contratto i sindacati confederali annunciano battaglia. “Segnaleremo alla Conferenza delle Regioni questa riprovevole condotta fuori da ogni regola pattizia, che fa venir meno la credibilità di Anaste - scrivono Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl e Uiltucs - nei rapporti negoziali e istituzionali a tutti i livelli”. 
 

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