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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

Rinascente, la paura dei sindacati: “Speriamo di non restare con un pugno di mosche”

Vittorio Pezzotti segretario regionale Filcams Cgil: “Speriamo che il ritardo delle autorizzazioni e gli inghippi burocratici non scoraggino l'azienda che alla fine deciderà di non aprire come è già successo in altre città d'Italia”

Per ora l'unica certezza è la chiusura della sede della Rinascente di piazza Colonna. Per parlare di un effettivo trasferimento dello storico grande magazzino in via del Tritone occorrerà aspettare un iter burocratico che passa dal Comune, per arrivare alla Regione e tornare, in via definitiva al Campidoglio. Prima di pensare, dunque, al grande indotto economico e lavorativo che il mega progetto in corso di valutazione e approvazione comporterebbe, occorre fare I conti con gli attuali 62 dipendenti a tempo indeterminato (afferenti allo stabile Colonna) in mobilità a partire dal prossimo 24 dicembre per via della chiusura.

“La nostra paura più grande”, ha spiegato a Roma Today Vittorio Pezzotti, sindacalista della Filcams Cgil che sta seguendo la vicenda,  è che il tutto finisca con un pugno di mosche, ovvero il ritardo delle autorizzazioni e gli inghippi burocratici scoraggino l'azienda che alla fine deciderà di non aprire come è già successo in altre città d'Italia”. La Filcams ha aperto un tavolo di trattative con i vertici aziendali affinché queste decine di lavoratori a rischio non si ritrovino senza lavoro, aldilà di quello che potrà succedere in via del Tritone.

“L'accordo è già stato raggiunto per alcuni di loro”, ha spiegato Pezzotti, “l'azienda si sta dimostrando molto disponibile e infatti 10/15 lavoratori verranno assorbiti nel negozio della Galleria Alberto Sordi che appartiene al gruppo Rinascente, un'altra ventina invece saranno ricollocati nella sede di piazza Fiume. Per quelli che hanno raggiunto i requisiti per il prepensionamento stiamo cercando un accordo che metta d'accordo le parti. La trattativa, comunque, sta andando avanti”.

Anche la Filcams, insieme alle associazioni di commercianti e cittadini, ha partecipato alla prima conferenza dei servizi in Campidoglio. “Eravamo tutti più o meno d'accordo sulla validità di questa nuova struttura che potrebbe servire a dare un nuovo indotto economico al centro storico, oltre che un'importante operazione di riqualificazione”. Dopo i passaggi nelle commissioni competenti, ieri, il trasferimento di sede della Rinascente è stato all'ordine dei lavori del consiglio comunale. L'assise capitolina ha rinviato a giovedì prossimo il pronunciamento sulla delibera 116/2009, prima tappa del progetto di riconversione funzionale dell'edificio di 8 piani ad angolo tra via del Tritone e via dei due Macelli.

L'edificio acquistato dal gruppo Rinascente è attualmente destinato prevalentemente ad uffici e potrà essere trasformato in megastore commerciale solo grazie all'accordo di programma che prevede il cambio di destinazione d'uso dell'immobile e stabilisce che il privato promotore dell'iniziativa verserà al Comune di Roma 24 milioni di euro di oneri concessori (3 milioni di oneri ordinari e 21 milioni di oneri straordinari).

Queste risorse, come previsto da un pacchetto di emendamenti della commissione capitolina Urbanistica, saranno utilizzate per riqualificare il Tridente storico. In particolare, 9 milioni saranno investiti per la ristrutturazione del Tridente 2, due milioni serviranno per piazza San Silvestro, 2,5 milioni per via Veneto, 2,5 milioni per il rione Trevi, 3 milioni per l'illuminazione di villa Borghese, 700mila euro per Campo Marzio e piazza del Parlamento.

In particolare, i lavori riguarderanno la sistemazione delle strade e dei sottoservizi, l'abbattimento delle barriere architettoniche, l'utilizzo di tecnologie innovative per la raccolta di rifiuti, la predisposizione dei servizi di bike e car sharing, e saranno propedeutici alla pedonalizzazione del Tridente.

Le sigle Cgil Cisl e Uil confrontatesi negli scorsi giorni con tutti i capigruppo in consiglio comunale  hanno lanciato la proposta di allestire un osservatorio permanente sul progetto, composto anche dalle associazioni e dalle parti sociali, per garantire la buona riuscita dello stesso a vantaggio della collettività.

“Se questo progetto andrà in porto si andrebbero ad avere tra I 700 e I 900 posti di lavoro in più per questo è importante che si vigili – ha concluso Pezzotti.  Dopo l'approvazione della delibera comunale (che dovrebbe giungere giovedì) la palla passa alla Regione che dovrà dire la sua per poi tornare nuovamente al Comune che dovrà anche decidere sul cambio della destinazione d'uso dell'edificio. Sarà infine nuovamente la Regione che dovrà pronunciarsi sul rilascio della licenza e il cerchio si chiuderà poi con l'atto finale del Campidgolio”.

I lavori dovrebbero partire nel 2010, il tutto per allestire quindicimila metri quadrati dedicati alla moda e alle marche nazionali e straniere, oltre ad una caffetteria e un piccolo ristorante.




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