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Economia

Raddoppio Tiburtina, lavoratori sul piede di guerra: "Il Comune paghi gli arretrati"

L'allarme lanciato dai sindacati: "Mancano ancora settembre, ottobre e gennaio. Il Dipartimento XII provveda al saldo immediato o non possiamo più assicurare la tenuta sociale"

Dopo il tavolo al ministero dello Sviluppo Economico avevano sospeso lo sciopero. Eppure, a distanza di crica tre settimane, e con tre mensilità non ancora versate, cresce la tensione tra i lavoratori dei cantieri per il raddoppio della Tiburtina. Lo denunciano in una nota i sindacati Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil che lanciano l'allarme: “Il Dipartimento XII provveda all’immediato pagamento delle retribuzioni, non possiamo più assicurare la tenuta sociale” scrivono. In particolare, i dipendenti “sono ancora in attesa del pagamento delle retribuzioni in arretrato, e dei relativi versamenti in Cassa edile”. Si tratta dei mesi di “settembre, ottobre e gennaio”. 

“Sappiamo che il Commissario Ruperto ha provveduto al trasferimento dei titoli, ovvero le buste paga delle mensilità in arretrato, al Dipartimento XII di Roma Capitale per il relativo pagamento. Esortiamo con grande preoccupazione il Dipartimento a provvedere al saldo immediato di questi titoli. I lavoratori non ce la fanno più. In assenza di risposte ci vedremo costretti ad una protesta permanente presso la sede del Dipartimento” dichiarano allarmati Remo Vernile della Feneal Uil Roma, Domenico Facchini della Filca Cisl Roma, Eric Wibabara della Fillea Cgil Roma e Lazio.

Nel frattempo i lavoratori hanno messo in atto anche proteste 'autonome': “Esasperati dalla lunga attesa e a corto di soluzioni alternative, i lavoratori intraprendono ormai in maniera autonoma misure di protesta, che i sindacati territoriali di categoria riescono a gestire e far rientrare a fatica. Nei giorni scorsi, ad esempio, i lavoratori si sono autonomamente riversati con i mezzi di cantiere sulla Tiburtina procedendo a passo d’uomo, mandando in tilt la circolazione, mentre ieri pomeriggio hanno autonomamente occupato gli uffici della società Tiburtina Scarl. Le proteste sono poi rientrate grazie al persistente intervento dei sindacati” spiegano nella nota. “La tensione al cantiere ha raggiunto livelli ingestibili, non possiamo più assicurare la tenuta sociale” commentano i sindacalisti. “I lavoratori non possono più aspettare”. 

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