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Villa Speranza, non si placa la protesta: “Non siamo lavoratori di serie B”

I dipendenti della clinica cattolica in presidio chiedono incontro con la proprietà: “Saremo qui tutte le settimane se non ci sarà corretta applicazione del contratto”

“Non siamo lavoratori di serie B, siamo di serie A. Guadagnate tanto e state capitalizzando sulla pelle dei lavoratori”. Così i dipendenti di Villa Speranza, oggi Gemelli Medical Center, hanno scandito al megafono nell’ennesimo presidio di protesta davanti all’hospice. Una struttura sanitaria proprietà dell’Università Cattolica del Sacro Cuore che eroga cure palliative sia in ambito residenziale sia domiciliare a pazienti la cui malattia di base è caratterizzata da un’inarrestabile evoluzione e non risponde più a trattamenti specifici. 

La protesta dei lavoratori di Villa Speranza

Da settimane i lavoratori sono in rivolta per l’applicazione di un nuovo ennesimo contratto di primo livello. Villa Speranza ha infatti scelto di uscire da un contratto nazionale per entrare in uno locale che prevede due tabellari di riferimento: uno più attrattivo per infermieri e operatori socio sanitari, le figure maggiormente richieste dal mercato, e uno per tutti gli altri. Da qui la mobilitazione e la protesta ad oltranza. 

La clinica cattolica dove i lavoratori protestano ad oltranza

Chiesto un incontro a Università Cattolica

Durante l’ultimo presidio sotto le finestre della dirigenza dell’hospice Villa Speranza Cgil e Uil, che spalleggiano i lavoratori, hanno richiesto la convocazione di un incontro con la proprietà. “Al Gemelli Medical Center si è scelto di applicare un contratto sottoscritto da due sindacati più sensibili alle richieste datoriali che diversifica i trattamenti economici in base al mercato, ignorando e non valorizzando le figure professionali, e che non risolve i problemi causati in questi anni dall'ingiusta applicazione del contratto Aris Rsa. Sulla vicenda - ha scritto in una nota la Fp Cgil - ci aspettiamo che l'Università Cattolica, proprietaria di Villa Speranza, faccia chiarezza e metta in campo le scelte necessarie affinché si rispetti la corretta applicazione contrattuale uscendo da una condizione che vede la sostanziale creazione di lavoratori di serie A e di serie B. In attesa di risposte la mobilitazione continua". “Staremo qui tutte le settimane” - promettono i dipendenti. 

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