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Mercoledì, 24 Aprile 2024
L'Istituto in rivolta / Esquilino / Via Cesare Balbo

Il fiume di lavoratori Istat che ha occupato la presidenza 

I dipendenti sono in assemblea permanente: “Da amministrazione decisioni unilaterali, arbitrarie e punitive nei confronti del personale”

Protesta nella sede dell’Istat di via Cesare Balbo dove i lavoratori hanno occupato l’ufficio della presidenza. Circa cento i dipendenti dell’Istituto nazionale di statistica che hanno preso parte alla mobilitazione.

I lavoratori occupano la presidenza dell'Istat

“Attraverso tale gesto, della cui serietà sono ben consci, lavoratrici e lavoratori hanno affermato la propria determinazione nel far cessare lo stillicidio di decisioni dell’amministrazione unilaterali, arbitrarie e punitive nei confronti del personale, prive di fondamento logico e spesso anche giuridico come gli obblighi di contrattazione violati. Il ritiro della recente delibera che ingessa il lavoro agile è condizione preliminare per il ritorno ad una dialettica normale in Istituto”, hanno scritto i lavoratori dell’Istat a margine dell’occupazione. 

I dipendenti di Istat in protesta

“Non ci sono politiche assunzionali e noi stiamo scoppiando”, dicono a RomaTodayi dipendenti dall’assemblea di via Cesare Balbo. Una protesta che arriva a poco tempo dallo sciopero dei lavoratori contro “la più grande esternalizzazione mai vista in Istat”, ossia la creazione della “3-I” la nuova software house di Inps, Inail e Istat per la digitalizzazione della PA prevista nell'ambito del Pnrr - Piano nazionale di ripresa e resilienza. La cessione di gran parte di hardware e software di Istat, di portali, applicazioni per la raccolta dati, sistemi di acquisizione degli archivi esterni, sistemi di controllo e correzione dei dati, banche dati e software progettati e sviluppati ad hoc per il processo di produzione del dato, il tutto per un valore stimato di oltre 17 milioni di euro, per i lavoratori mette a rischio l’esistenza e il ruolo dell’istituto come produttore della statistica ufficiale. Questo perchè l’informatica, di fatto totalmente esternalizzata, “è parte integrante di tutti i processi di produzione”. 

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Ci sono poi le questioni contrattuali. “Abbiamo le indennità accessorie più basse di tutto il comparto e a tre mesi dalla firma del contratto ancora non ci sono stati versati i compensi dovuti”, spiegano i lavoratori. L’assemblea ha sottolineato poi “la cronica assenza di prospettive di carriera adeguate per la gran parte dei dipendenti; l’assenza di servizi di ristoro all’interno delle sedi; dall’annullamento (da oggi a domani, senza preavviso alcuno) del telelavoro alla penalizzazione dei genitori di bambini piccoli (alla faccia del dare una mano alla natalità)”. 

“Nessuno ci ascolta”, lamentano i dipendenti in assemblea. “L’unica risposta che hanno saputo darci è stata quella di mobilitare le forze dell’ordine per sgomberarci”. Ma intorno alle 15 l’assemblea ha liberato la presidenza occupato dandosi appuntamento l’indomani “per proseguire la lotta con azioni altrettanto pacifiche e incisive”.  “Dobbiamo far capire a questa nostra dirigenza aliena e arrogante che chi lavora merita rispetto, e l’Italia è ancora una Repubblica, democratica, fondata sul lavoro”. 


 

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