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Economia

I parchi divertimento vogliono riaprire: da tutta Italia a Roma per chiedere la riapertura

A Piazza del Popolo è andato in scena un flash-mob per supportare i parchi divertimento in crisi. "Il Governo ci aiuti" è l'appello lanciato dal Presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani

Martedì 11 maggio Piazza del Popolo è diventata palcoscenico di mascotte e cartoni animati fra più amati dai bambini. La manifestazione è stata organizzata dall’Associazione Parchi Permanenti Italiani aderente a Confindustria.

Un flash-mob a base di musica, palloncini colorati e spettacoli a cui hanno partecipato più di 350 lavoratori e artisti al motto “Liberate il Sorriso”. “Portare divertimento e buon umore in assoluta sicurezza. Questa è la nostra missione” dichiara Giuseppe Ira, Presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani e di Leolandia (BG). L’evento è stato svolto a favore della riapertura di parchi tematici e acquatici prima del prossimo 1° luglio. All’iniziativa hanno partecipato i parchi del gruppo Costa Edutainment, Leolandia, MagicLand, Mirabilandia, Zoomarine, Gardaland e molti altri ancora, tutti protagonisti del settore provenienti da ogni parte d’Italia

L'appello di Giuseppe Ira al Governo Draghi

Giuseppe Ira lancia un appello al Governo Draghi da cui si aspetta un intervento per quanto riguarda l’apertura dei pachi perché se “il Governo non sarà in grado di supportare con finanziamenti a fondo perduto lo faccia con la concessione di finanziamenti a lungo termine a tasso agevolato. 100.000 lavoratori, tra occupati fissi e stagionali sono in bilico. Il Governo deve occuparsi anche di noi".

Durante lo scorso anno il 20% dei parchi ha rinunciato completamente all’apertura, e 5 aziende italiane sono passate sotto il controllo di fondi di investimento stranieri perdendo 10.000 posti di lavoro stagionali. Oggi gli operatori del settore, circa 230 in totale, registrano in media una perdita tra il 70 e l’80% del fatturato. Fino al 2019, in epoca quindi pre Covid, i parchi generavano un giro d’affari superiore ai 400 milioni di euro, quota che saliva a 2 miliardi di euro aggiungendo l’indotto composto da hotel, ristorazione, merchandising, manutenzioni e altri servizi collaterali.

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