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Commercio: il Comune non riconosce agevolazioni agli ambulanti e li equipara ad asili nido e impianti sportivi

La Legge di Bilancio del 2020 riconosce il canone unico per la categoria con esenzioni fino al 31 dicembre, ma una delibera comunale esclude gli ambulanti dalle agevolazioni

Gli ambulanti esclusi ancora una volta da un'agevolazione nazionale, valida per tutta Italia in virtù della pandemia, tranne a Roma. 

Se la Legge di Bilancio 2020 è intervenuta sulle difficoltà degli operatori commerciali, esentandoli dal canone di occupazione di suolo pubblico, il Comune di Roma invece prima lo ha reintrodotto, poi ha stabilito che gli ambulanti fossero sottoposti a un’altra tassa aggiuntiva.

È quanto succede da mesi agli ambulanti romani, riconosciuti non come occupatori di suolo pubblico secondo la legge 160 del 2019, ma sottoposti dal Comune a "servizio a domanda individuale". Tra le categorie beneficiarie, case di riposo, asili nido, centri ricreativi estivi, soggiorni anziani e altri servizi. 

Secondo la legge 160 del 2019 però, gli ambulanti sarebbero sottoposti a un canone unico. In questo modo, anziché essere esonerati dalle agevolazioni di categoria fino al 31 dicembre 2021, vengono esclusi invece dalle esenzioni nazionali e si aggiunge per loro una tassazione che nulla ha a che vedere con la professione.

“Noi siamo soggetti sottoposti al canone unico come occupatori del suolo pubblico. Anziché agevolarci, come disposto dal Governo in tutta Italia, il Comune ci vuole far pagare un'altra tassa come se fossimo utilizzatori di un servizio”, afferma Marrigo Rosato, Segretario Nazionale di ANA-UGL.

Cosa prevede la legge nazionale sul canone unico

L’Obiettivo principale del Canone Unico, introdotto dalla Legge di Bilancio del 2020 (con la legge n. 160 del 27 dicembre 2019) è superare il doppio regime di tassazione sul suolo pubblico che gravava prima sugli operatori: la Tosap (tassa di occupazione del suolo pubblico) e la Cosap (canone di occupazione di suolo pubblico).

Dal 1 gennaio 2021 esistono infatti inoltre due tipi di canone: uno rivolto all'occupazione di suolo pubblico con scopo pubblicitario, l'altro è il "canone di concessione per l'occupazione delle aree" che interessa appunto gli ambulanti e occupanti del suolo pubblico per periodi temporanei.

La legge 160 del 2019 stabilisce che dal 1 gennaio 2022 gli ambulanti siano sottoposti a un canone unico e all’esenzione fino a fine anno, ma nonostante il provvedimento in vigore, il Comune ha emesso il 30 agosto 2021 una delibera che riconosce agli ambulanti un'altra tassazione, escludendoli di fatto dagli sgravi economici che il Governo ha approvato in questi mesi.

Il Governo esenta gli ambulanti, il Comune aggiunge loro altre tasse

Lo scorso 30 agosto, la delibera n. 21 del Comune di Roma ha chiarito che gli ambulanti dei mercati capitolini, dei posteggi isolati e delle Fiere siano esclusi dall'agevolazione e fatti rientrare nelle categorie di "servizio a domanda individuale".

"I mercati saltuari, aventi cadenza settimanale, non rientrano nella previsione di esonero di cui alla legge n.69 del 2021, in quanto non solo manca il requisito della temporaneità, ma soprattutto perché sono ricompresi tra le attività soggette al pagamento della tariffa per i Servizi pubblici a domanda individuale e Servizi pubblici diversi, anziché al pagamento del Canone Unico Patrimoniale", si legge nella delibera. In sintesi, secondo il Comune, gli operatori dei mercati saltuari non rientrerebbero nelle disposizioni di Governo e dalla legge nazionale.

"Occupazione temporanea" e "utilizzazione temporanea"

"Per esonerare gli ambulanti dal canone deve passare prima una delibera di Giunta  - ha affermato l'Assessore allo Sviluppo Economico e Lavoro, Andrea Coia - La legge 160 del 2019 che ha introdotto il canone patrimoniale su alcune categorie particolare, li ha esclusi", sostiene l'Assessore affermando di aver fatto tutto il possibile per la risoluzione del problema. Sua la richiesta infatti del 10 agosto al Direttore del dipartimento di risorse economiche del Comune di Roma, esortando a un chiarimento sulla differenza tra i concetti di “occupazione temporanea” da “utilizzazione temporanea” che penalizza la categoria. Da allora però, è trascorso oltre un mese e anche un'interrogazione parlamentare, a cura del deputato m5s Nicola Grimaldi (M5s), a cui non sono seguiti esiti.

In teoria, il Comune dovrebbe attenersi al regolamento nazionale, con cui non possono perciò essere introdotti costi aggiuntivi sulle spalle degli ambulanti, ed è un obbligo ribadito persino in un comma (843) della legge, per cui la riduzione del canone è obbligatoria appunto fino al 31 dicembre 2021. 

Di fatto, a oggi, gli ambulanti si trovano a dover metter mano di nuovo ai portafogli.

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