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Economia

Latina e Garigliano: Legambiente Lazio riapre la polemica sulle centrali nucleari

In seguito al disastro giapponese, Legambiente Lazio punta di nuovo i riflettori sui rischi delle sostanze radioattive presenti nei siti delle ex centrali nucleari di Latina e del Garigliano

Legambiente Lazio ha espresso le proprie considerazioni in merito alla questione del  nucleare. “Bisogna chiarire subito - dichiaral'associazione - la situazione dei depositi temporanei di rifiuti radioattivi delle centrali nucleari di Latina e del Garigliano nel Lazio. Invitiamo i cittadini a votare Sì per fermare il nucleare al prossimo referendum e costituire comitati per informare e coinvolgere la popolazione.”
Legambiente chiede di chiarire subito la situazione dei depositi temporanei di rifiuti radioattivi delle centrali nucleari di Latina e del Garigliano nel Lazio. A Borgo Sabotino sono terminate le opere murarie del deposito temporaneo di rifiuti radioattivi. Il contenitore è destinato a sostituire i depositi che risalgono al periodo di esercizio della centrale, che conterrà i manufatti dei rifiuti  presenti nell’impianto e quelli derivanti dalle future attività di decommissioning della centrale.

E' in costruzione anche l’edificio dove saranno trattati e cementati i fanghi prodotti durante l’esercizio della centrale. Anche sul Garigliano, al confine del territorio laziale, è in fase di collaudo la trasformazione a deposito dell’edificio che ospitava l’impianto diesel d’emergenza. E' inoltre in avanzata costruzione un nuovo deposito che ospiterà  temporaneamente i rifiuti pregressi e quelli prodotti dal decommissioning della centrale. “ Che fine ha fatto il tavolo della trasparenza con le parti sociali che si doveva costantemente riunire presso la Regione Lazio? - lamenta Legambiente - Il dramma giapponese riaccende i riflettori anche sui rischi dei materiali radioattivi ancora presenti nei siti delle ex centrali nucleari del nostro paese e che per centinaia di anni resteranno pericolosi - dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio.

Non sono bastati venticinque anni ed i tanti soldi spesi per capire come mettere in sicurezza le scorie radioattive prodotte nel breve tempo in cui le due centrali della nostra regione sono rimaste in funzione. Ma-continua il presidente- alla luce dei nuovi incidenti le istituzioni non possono continuare a far finta di niente, le popolazioni devono essere informate e sapere cosa c'è affianco a casa loro e cosa ci sarà secondo i piani previsti per il rientro delle scorie nucleari in Italia.

Con il nuovo referendum che i cittadini andranno a votare nei prossimi mesi chiederemo anche questo, di smetterla con la mancanza di trasparenza su fatti così seri”. Secondo gli ultimi dati presentati da Legambiente qualche tempo fa nel dossier “I problemi irrisolti del nucleare a vent’anni dal referendum”, sono ben 1.425 le tonnellate di combustibile scaricato dal reattore della centrale di Borgo Sabotino a Latina, ora in Inghilterra per il ritrattamento. A questi si aggiungono altri 950 metri cubi di rifiuti radioattivi che si troverebbero ancora sul posto e 322 elementi di combustibile della centrale del Garigliano, anch’essi inviati all’estero dopo lo stoccaggio temporaneo presso l’impianto Avogadro di Saluggia (Vc). Risulterebbero essere ancora sul posto altri 90 metri cubi di materiale radioattivo condizionato con cementazione e 1.150 metri cubi di materiale a bassa attività, oltre a 253 fusti da 320 litri di rifiuti supercompattati. “ Dopo quasi venticinque anni sono due le centrali nucleari nel nostro territorio laziale chiuse grazie al referendum -afferma Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. A Borgo Sabotino a Latina la situazione è pressoché invariata: è in corso da tempo la costruzione di un deposito temporaneo, che non si saprà quanto temporaneo sarà, visto che il tema è ancora estremamente delicato. Per non parlare poi del sito di stoccaggio provvisorio del Garigliano, una località a rischio alluvione, che ha già visto le sue scorie finire spesso sott’acqua. E’ questo-sosiene la direttrice- il contesto in cui è assurdo riparlare di nucleare, senza tener conto dell’insicurezza, dei costi, del problema degli armamenti nucleari e del terrorismo. Risparmio ed efficienza energetica, solare, eolico, biomasse, piccolo idroelettrico, geotermico- conclude la Avenali-  non hanno questi costi e questi problemi. E' assurdo abbandonare questa strada per avventurarsi su quella del nucleare”.

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