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Mercoledì, 24 Aprile 2024
La protesta / XX Settembre

Il Ministero riduce i giorni di smart working: i lavoratori occupano la sede

La protesta dei dipendenti del MEF negli uffici di via XX Settembre. Fp Cgil: "Serve policy del lavoro a distanza adeguata ad una amministrazione così avanzata"

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze fa marcia indietro sul lavoro agile richiamando tutti in ufficio, i dipendenti rispondono con l’occupazione simbolica della sede. Un blitz in corridoi, cortile e stanze con tanto di sventolio delle bandiere rosse della Fp Cgil per rivendicare uno smart working più ampio. 

La protesta dei lavoratori del MEF

“Il MEF dopo un avvio all'avanguardia con una sperimentazione sullo smart working nel 2017 e dopo una gestione del lavoro agile emergenziale durante la pandemia, che la ha posta come amministrazione benchmark per l'eccellenza dei risultati produttivi e la remotizzazione di tutti i processi, ha effettuato una inversione a U sulle politiche del lavoro a distanza, collocandosi come la pubblica amministrazione con le politiche più arretrate in merito” - spiega la Fp Cgil. La sigla sindacale che ha lanciato la mobilitazione. 

Solo 6 i giorni di media di lavoro agile al mese per ogni lavoratore del MEF, “un Ministero - sottolineano i dipendenti - in cui la digitalizzazione è all'avanguardia e la gestione dei processi per obiettivi dovrebbe essere d'esempio per il resto della Pubblica Amministrazione”. 

I lavoratori del ministero vogliono più smart working

Non ci stanno a fare un passo indietro i lavoratori: 8500 in tutta Italia, quasi la metà a Roma. E’ proprio dalla Capitale, dalla sede di via XX Settembre e dai Dipartimenti dislocati in tutto il territorio che è partita la protesta. “Una mobilitazione che coinvolge tutti i lavoratori del MEF. Durante la pandemia - hanno commentato ai microfoni di RomaToday Francesca Valentini, responsabile funzioni centrali Fp Cgil Roma e Lazio e Daniele Gamberini coordinatore MEF per la Fp Cgil nazionale - il lavoro agile ha funzionato bene per quanto riguarda remotizzazione e risultati. Sono stati prodotti dei report in cui veniva sottolineato l’altissimo livello di produttività raggiunto e adesso invece si vuole tornare indietro.A partire dal contratto delle funzioni centrali del maggio 2022 il MEF avrebbe potuto fare una regolamentazione complessiva del lavoro a distanza, avrebbe potuto come hanno fatto altri ministeri regolare il lavoro agile (quello senza spazio e tempo) e il lavoro da remoto. Invece dopo quasi un anno dall’entrata in vigore del CCNL si è andati sempre in proroga portando avanti solo il discorso sul lavoro agile, che peraltro non prevede nemmeno i buoni pasto, proponendolo per soli sei giorni al mese. Una soglia assolutamente inferiore - tuonano i sindacalisti - a quella che si aspettano i lavoratori. Questo è assolutamente insufficiente e non è paragonabile con gli altri ministeri che hanno una media di 8-10 giorni al mese”. La Fp Cgil chiede così “una regolamentazione del lavoro a distanza adeguata ad una amministrazione avanzata come è il MEF”. 

Dopo la manifestazione di ieri oggi  si è tenuto un altro tavolo in cui i vertici del Ministero hanno mostrato delle aperture,  “ma ancora insufficienti” - secondo il sindacato. “Non le riteniamo adeguate e andremo allo stato di agitazione con le altre sigle sindacali. Il fronte unitario si sta compattando”. E per le rivendicazioni sul lavoro agile oggi al MEF le relazioni sindacali sono state interrotte. 
 

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