Il dramma dei lavoratori dello Sheraton, assedio sotto l’hotel: “Stop ai 164 licenziamenti”
Il presidio in programma il 16 febbraio, i sindacati: “Intervenga la politica”
I lavoratori dello Sheraton non si arrendono ai licenziamenti e annunciano un vero e proprio assedio sotto le finestre della struttura alberghiera dell’Eur.
Allo Sheraton 164 licenziamenti
Un hotel di lusso chiuso a causa della pandemia dal 16 marzo del 2020 e mai più riaperto: 640 camere rimaste vuote, così come le 30 sale per conferenze, convegni ed eventi, i tre ristoranti e la piscina. La proprietà, approfittando di prenotazioni pressochè inesistenti e lo stop agli eventi, ha avviato i lavori di ristrutturazione. “Improrogabili le necessità di eseguire radicali interventi di rinnovazione, restauro e manutenzione” per suites, camere, aree comuni e di ristoro, con pure l’ammodernamento di impianti, arredi e attrezzature. Il cantiere è stato avviato nel settembre scorso ed è attualmente in corso, “si prevede una durata di 18 mesi durante i quali - scrive lo Sheraton - l’albergo non potrà riaprire al pubblico e la società non potrà contare su alcuna fonte di ricavo”. Da qui il licenziamento di tutto il personale, senza alternative.
L’azzeramento del personale allo Sheraton
Lo Sheraton Roma Hotel & Conference Center ha infatti avviato la procedura di licenziamento per tutti e 164 i suoi dipendenti: a casa - dopo quasi due anni di cassa integrazione - operai, amministrativi, chef, addetti alle camere, prenotazioni e ricevimento oltre che segretari e front office manager.
I sindacati contro i licenziamenti dello Sheraton
Un azzeramento totale del personale che per i sindacati, sotto l’alibi della crisi da pandemia, nasconde la strategia della proprietà per “ripartire più leggera e con minor costo del lavoro” a ristrutturazione ultimata. Da qui la richiesta delle organizzazioni sindacali di utilizzare gli ammortizzatori sociali previsti dalla legge in attesa della riapertura, senza ricorrere ai licenziamenti e quindi arrivare ad una devastante emorragia occupazionale.
Manifestazione sotto allo Sheraton
I primi due incontri con la proprietà si sono conclusi con una fumata nera, così Filcams Cgil Roma Lazio, Fisascat Cisl Roma Capitale e Rieti e Uiltucs Roma e Lazio lanciano il terzo presidio unitario: questa volta il sit-in dei lavoratori si terrà proprio sotto lo Sheraton, non più in zona Federalberghi. Una manifestazione alla quale parteciperanno anche i lavoratori degli altri alberghi romani sull’orlo del licenziamento: 250 in tutto tra Cicerone, Majestic e Barberini. Solo la punta dell’iceberg visto l'effetto domino della crisi sull’intero comparto: 8mila in tutto i lavoratori, diretti e dell’indotto, a rischio.
La drammatica situazione dei lavoratori dello Sheraton
“I 164 lavoratori dello Sheraton vivono una situazione drammatica a causa della decisione aziendale di non usare gli ammortizzatori sociali e strade alternative che permetterebbero la salvaguardia dei posti di lavoro. La data scelta per il sit-in, il 16 febbraio dalle 10 alle 13, è l’ultimo giorno di fase sindacale della procedura dopo i due incontri già avvenuti con l’azienda, nei quali non c’è stata nessuna volontà e disponibilità di trattare e ricercare soluzioni diverse. Per questo motivo - scrivono i sindacati - il presidio si rivolgerà alle istituzioni e alla politica che nella prima manifestazione avvenuta sotto la sede di Federalberghi, aveva dato disponibilità sulla vertenza in corso”. L’appello è chiaro “Salviamo il Turismo”. Da una crisi che potrebbe diventare irreversibile, vista la ripresa totale stimata solo nel 2025.